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Taiwan, incursione cinese nei cieli di Taipei che teme la riunificazione

La situazione tra Cina e Taiwan sta andando incontro a un deterioramento irrimediabile e si apprende che Pechino ha effettuato uno dei più grandi sconfinamenti degli ultimi anni e ha  inviato 34 aerei militari e anche 9 navi la guerra nel territorio taiwanese, 20 aerei hanno Oltrepassato la zona cuscinetto, non ufficiale, posta nello stretto di Taiwan.

Aereo militare cinese
Bombardiere cinese H-6 – Nanopress.it

La strategia di Pechino sembra quella di voler intimidire e far presente la propria potenza militare al governo di Taipei.  La tensione riguardo alla, possibile, riunificazione futura, già menzionata più volte da Jinping, ha messo in allerta e autorità dell’isola che vuole, dal suo lato, mantenere la propria indipendenza.  In questo scenario è andato a peggiorare il malcontento, già esistente, l’intervento statunitense che ha decretato un avvicinamento commerciale e di tutela militare che ha messo di malumore la Cina che aiè sentita minacciata.

Le autorità internazionali temono che questa tensione tra i due stati asiatici, si possa trasformare ben presto nella prossima guerra e la prospettiva è ora più reale che mai. È ormai da mesi che i due paesi in contrasto sottopongono l’una all’altro a provocazioni che   fanno ben capire i rapporti attuali.  Sembra che dopo l’interessamento internazionale in merito alla questione, Jinping abbia intenzione di mantenere, a breve termine, la parola data all’inizio del suo terzo mandato ovvero che la Cina non si sarebbe dimenticata della questione di Taiwan e che sarebbe stata una delle prime affrontate nel 2023.

Cina e Taiwan la tensione è ormai alle stelle

I rapporti già tesi e conflittuali tra Cina e Taiwan sono peggiorati dopo la visita di Nancy Pelosi ad agosto che ha visitato inaspettatamente dato che nel tour asiatico della funzionaria statunitense non era presente una tappa prestabilita la tapei. Ciò che è emerso nei mesi successivi ha fatto capire chiaramente, ancor prima delle parole arrivate poi dallo stesso capo di Stato cinese Jinping. Il governo di Pechino non ha intenzione di accettare intromissioni esterne e, seppur considera Taiwan una provincia ribelle, rimane sempre parte dell’Unica Cina e ciò è stato precisato più volte alle autorità internazionali che hanno deciso di avvicinarsi al territorio ha ritenuto cinese.

Il generale dell’aeronautica statunitense Minihan ha avvisato i suoi militari di tenersi pronti per un conflitto Usa Cina Taiwan entro il 2025.  Il generale ha una profonda conoscenza dell’esercito cinese e delle sue strategie e competenze e sostiene che non si tratti di una possibilità ma suggerisce, invece, direttamente al capo di Stato di avviare preparativi concreti per avere militari sufficientemente addestrati, nel momento in cui scoppierà il conflitto. Non si tratta di una persona qualunque ma di un uomo di spicco dell’ambito militare e capo dell’Air Mobility Command.

Nonostante fino ad oggi si siano verificate soltanto provocazioni reciproche sembra sia soltanto il preludio di ciò che è destinato ad accadere. Nonostante questo, il governo di Taipei spiega che non ha intenzione di lottare militarmente ma, dall’altro lato, Pechino sembra intenzionato a far comprendere esattamente come stanno le cose ovvero che Taiwan è parte della Cina.

Già martedì 20 gennaio il ministero della Difesa di Taiwan aveva dichiarato che 20 velivoli militari provenienti dalla Cina hanno attraversato la linea centrale o anche middle line nello stretto di Taiwan, che è notoriamente una zona di cuscinetto che, seppur non ufficiale, divide nello stretto le acque di competenza dei rispettivi paesi.

Il capo di Stato Jinping rivendica ovviamente Taiwan come parte del territorio cinese e ha specificato più volte che, nel caso in cui fosse stato necessario, avrebbe utilizzato anche la forza per riappropriarsi della propria provincia. La maggior parte dei taiwanesi invece si sente ormai con un’identità propria e non più di nazionalità cinese dato che Taipei ha avuto influenze sociali ed economiche differenti e sostanzialmente ha creato una propria identità.

Le forze armate di Taiwan hanno precisato ovviamente di aver sotto controllo la situazione e, mercoledì, il ministro della Difesa ha spiegato che stanno osservando e monitorando la situazione in maniera da poter rispondere a queste attività.

Anche l’evolversi del conflitto tra Russia e Ucraina ha cambiato le dinamiche internazionali, così come i rapporti tra Stati, e l’annuncio del governo di Taiwan è arrivato proprio nel momento in cui il segretario generale della NATO Stoltenberg ha avvertito che la collaborazione della Cina con la Russia è pericolosa per l’Asia ma anche per l’Europa.

Questo perché mercoledì il funzionario Nato Stoltenberg ha visitato il Giappone e in quell’occasione si è parlato degli investimenti sempre maggiori in ambito nucleare del governo cinese e anche dei missili a lungo raggio.

Stoltenberg ha accusato la Cina diaver maltrattato i suoi vicini e minacciato Taiwan” e ha sottolineato la necessità che il Giappone e le altre democrazie collaborino con Gli alleati per Difendersi e difendere l’ordine internazionale.

Il segretario generale ha poi precisato inoltre, citando le costrizioni subite dai taiwanesi da parte del governo di Pechino, che: “La NATO deve assicurarsi di avere. È importante lavorare a più stretto contatto con i nostri partner nell’Indo Pacifico“.

Il ministero degli Esteri cinese ha risposto accusando la NATO di andare oltre il suo mandato e di aver “inventato le minacce della Cina”.

Negli ultimi mesi è già capitato che aerei da combattimento cinesi sfiorassero all’interno della zona cuscinetto che divide il territorio cinese da quello taiwanese in quelle occasioni anche Pechino denuncio pericolose manovre taiwanesi e minacce ricevute da Taipei.

La situazione è degenerata come sopraccitato dopo la visita dell’allora presidente della Camera Usa pelosi che ha fatto scaturire da entrambe le parti  scenari militari dimostrativi.

In risposta alla visita di Pelosi in agosto, la Cina ha organizzato simulazioni di guerra intorno all’isola e ha lanciato missili che sono poi finiti nell’Oceano Pacifico.

La Cina ha minacciato ritorsioni contro i paesi che cercano legami più stretti con Taiwan, ma i suoi tentativi di intimidire hanno scatenato un contraccolpo che ha generato malcontento in paesi Europei ma anche in Giappone Stati Uniti.

Le elezioni presidenziali a Taiwan si terranno il prossimo anno in contrasto con il sistema di controllo totale del governo di Pechino che ha tolto i limiti di mandato per rendere così Jinping leader a vita.

La Cina ovviamente all’interno è divisa tra nazionalisti e chi invece ormai creda che Taiwan abbia preso una strada differente da quella della Cina continentale e che così debba continuare ad essere.

Nonostante nazionalisti abbiano ottenuto buoni risultati nelle elezioni locali dello scorso anno, le politiche pro Pechino del partito non sono riuscite a trovare risonanza tra gli elettori a livello nazionale.

La risposta dei Taiwan alle minacce cinesi è stata quella di ampliare le esercitazioni militari congiunte con gli Stati Uniti sfruttando la propria democrazia, l’economia e la tecnologia per rafforzare le le relazioni estere e dare nuova luce all’industria nazionale delle armi.

All’interno del paese è stato poi deciso dal governo di Taipei di estendere il servizio militare ad un anno mentre prima si trattava di quattro mesi. I sondaggi rivelano che i taiwanesi sono d’accordo ad aumentare la spesa per la difesa per contrastare una possibile ritorsione di Pechino.

In un’intervista di qualche settimana fa, l’inviato di Taiwan negli Stati Uniti ha spiegato che l’isola ha fatto sue importanti lezioni dalla guerra della Russia in Ucraina,  nozioni che potrebbero aiutarla a scoraggiare qualsiasi tentativo di invasione cinese futuro.

L’ambasciatore de facto di Taiwan a Washington Bi-khim Hsiao ha rivelato che c’è una nuova strategia nella preparazione di riservisti militari e civili per il tipo di lotta di tutta la società che gli ucraini stanno conducendo contro la Russia.

Il funzionario taiwanese ha rivelato all’Associated Press che: “Tutto ciò che stiamo facendo ora è impedire che il dolore e la sofferenza della tragedia dell’Ucraina si ripetano nel nostro scenario a Taiwan. Quindi, alla fine, cerchiamo di scoraggiare l’uso della forza militare. Ma nella peggiore delle ipotesi, comprendiamo che dobbiamo essere meglio preparati”.

l’incursione cinese nello spazio aereo di Taipei

La Cina ha compiuto nelle ultime 24 ore delle più grandi incursioni militari attorno all’isola di Taiwan degli ultimi anni. Le autorità taiwanesi hanno rilevato la presenza di 34 aerei da combattimento e ben 9 navi militari cinesi. Il ministero della difesa nazionale di Taiwan ha spiegato che 20 velivoli dai 34 sopra citati hanno varcato la linea mediana dello stretto di Taiwan che, come sopra citato, non corrisponde a una zona cuscinetto ufficiale ma nel corso degli anni lo è praticamente diventata. Il governo di Taipei in tutta risposta ha fatto decollare jet da combattimento ma, viste le navi cinesi, ha allertato anche la Marina militare taiwanese.

Truppe di Taiwan
Forze armate taiwanesi durante un’esercitazione – Nanopress.it

Si apprende che ha allertato anche i sistemi missilistici per scongiurare un reale attacco. Secondo la Cina è stata data un’immagine sbagliata alle forze indipendentista di Taiwan e per quanto riguarda la posizione del governo il principio dell’unica cena e della sovranità territoriale sul e qualcosa di intoccabile e sacro. Secondo Jinping Taiwan è una parte inalienabile del territorio cinese e questo continuo inviare navi da guerra, caccia e bombardieri nello intorno al territorio taiwanese è una chiara minaccia ma soprattutto un sottolineare la posizione di Pechino.