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Targa in Comune che celebra 'la cacciata degli ebrei', il sindaco di Belluno: ''Deciderà il Consiglio ma con il coinvolgimento anche di categorie e associazioni''

Targa in Comune che celebra 'la cacciata degli ebrei', il sindaco di Belluno: ''Deciderà il Consiglio ma con il coinvolgimento anche di categorie e associazioni''

BELLUNO. "Quella targa è un simbolo, eventuali provvedimenti devono trovare un'ampia condivisione". Queste le parole a Il Dolomiti di Oscar De Pellegrin, sindaco di Belluno. "La storia è composta, infatti, anche da fatti non belli e non va cancellata". Nella sala della Giunta di palazzo Rosso a Belluno c'è una targa in bronzo del 1519 che ricorda l'espulsione della comunità ebraica agli inizi del 16esimo secolo. La scoperta è dell'ex assessore Marco Perale; storico e giornalista, l'esponente di "Insieme per Belluno Bene Comune" ha scoperto il contenuto leggendo un libro sugli stemmi e le epigrafi nel Bellunese (Qui articolo). 

"Al termine della lunga e sanguinosa guerra condotta dalla Lega di Cambrai contro la Repubblica di Venezia, che sconvolse la provincia di Belluno dal 1506 al 1513, dopo la pace di Noyon-Bruxelles del 1518 la Serenissima attuò nei rettorati di confine della Terraferma una sorta di pulizia etnica ante litteram, espellendo da Belluno sia la comunità tedesca che da secoli vi abitava, sia la comunità ebraica, in quanto appartenente alla componente askenazita originaria dai territori di lingua tedesca", ha spiegato Perale a Il Dolomiti. "Questo avvenimento storico venne solennizzato con una targa in bronzo, con lo stemma del rettore Marco Miani, lodato esplicitamente per aver espulso gli ebrei. Tale targa nel 1519 venne affissa a fianco dell’ingresso dell'antico palazzo della Caminada, poi demolito tra il 1833 e il 1838 e sostituito dall'attuale palazzo Rosso e dall’ex Tribunale".

A seguito del terremoto del 16 ottobre 1936 ci fa poi una radicale ristrutturazione del Municipio, un intervento che durò circa due anni. "Il 18 settembre 1938 sulla piazza di Trieste, Mussolini, accodandosi a Hitler, dava il via alle vergognose leggi razziali e alla capillare persecuzione degli italiani di religione ebraica", commenta Perale. Questo offrì il pretesto ad alcuni zelanti fascisti bellunesi, per spostare la targa di bronzo dedicata alla cacciata degli ebrei del 1518, che nel nuovo spirito antisemita del regime italiano venne baldanzosamente collocata all’interno della Sala di Giunta, alle spalle della poltrona dove siede il sindaco, per ispirare l'azione solitaria del Podestà di allora".

Da qui la richiesta di rimuovere la targa dal Comune per riposizionarla a palazzo Fulcis con gli altri stemmi e le epigrafi di età veneziana. "La targa è lì dal 1939 e il consigliere, nonostante frequenti da 20 anni tra assessorato e attività politiche palazzo Rosso, si è accorto solo ora del suo significato", dice De Pellegrin. "C'è questa proposta da discutere ma il dibattito deve essere comunque il più ampio possibile".

C'è un ordine del giorno per impegnare sindaco e Giunta a "attuare un gesto di grande valore simbolico, rimuovendo la targa di bronzo del 1519 dall'offensiva collocazione decisa nel 1938 e questo non solo per la dignità che la figura del sindaco, della sala giunta e dell'intero municipio meritano ma soprattutto per le ragioni abbiette che ne avevano deciso l'attuale posizionamento in ossequio alle leggi razziali". 

Un primo approfondimento sulla questione è previsto per lunedì 30 gennaio. "Il Consiglio comunale prenderà una decisione e un indirizzo ma credo che prima di spostare un simbolo sia necessario un approfondimento a livello di comunità: bisogna coinvolgere le categorie e le associazioni interessate per trovare una condivisione sulla migliore collocazione di questa targa", conclude De Pellegrin.