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Terremoto in Turchia e Siria, le ultime notizie. Usa: aiuti ai siriani, non ad Assad. Nuovo bilancio: quasi 8mila i morti

Sulla base delle informazioni diffuse da fonti ufficiali e mediche, le vittime accertate del sisma sono ora 7.826, di cui 5.894 in Turchia e 1.932 in Siria. Decine di migliaia i feriti, ma il numero resta provvisorio e si continua a scavare tra le macerie delle migliaia di edifici venuti giù in entrambi i Paesi.

Nuovo bilancio: quasi 8mila i morti, decine di migliaia i feriti

Le vittime del sisma che ha devastato Turchia e Siria sono ormai quasi 8mila. Il nuovo bilancio è stato stilato sulla base delle informazioni diffuse da fonti ufficiali e mediche. Per la precisione, i morti sono al momento 7.826, di cui 5.894 nel sud-est della Turchia e 1.932 nel nord della Siria. Decine di migliaia i feriti. Ma il conteggio non è affatto definitivo, perché in entrambi i Paesi sono ancora tantissime le persone intrappolate sotto le macerie delle migliaia di edifici venuti giù per la potenza - magnitudo 7.9 - del terremoto. In Turchia si stimano in circa 3mila i crolli degli immobili in sette diverse province, colpite soprattutto le città di Adana, Gaziantep, Sanliurfa, Diyarbakir, Iskenderun e Adiyaman. In Siria danneggiati siti archeologici e in particolare le vestigia di Aleppo, dal 2018 patrimonio dell'Unesco. Ma il sisma, fa sapere l'Onu, ha anche compromesso i punti di passaggio obbligati per il trasporto degli aiuti umanitari dalla Turchia verso le zone ribelli in Siria.

Usa: aiutiamo il popolo siriano, ma non Assad

Gli Stati Uniti hanno dichiarato di essere al lavoro per fornire assistenza ai terremotati in Siria, ma di non voler collaborare con il governo di Damasco. Whashinton è pronta a inviare ulteriore assistenza anche alla Turchia, dopo aver spedito due squadre di soccorso all'alleato della Nato. "In Siria abbiamo partner umanitari finanziati dagli Stati Uniti che stanno coordinando l'assistenza salvavita", ha dichiarato ai giornalisti il Segretario di Stato Antony Blinken, incontrando il suo omologo austriaco. "Siamo impegnati a fornire assistenza per aiutare la popolazione siriana a riprendersi da questa catastrofe, così come siamo stati il loro principale donatore umanitario dall'inizio della guerra in Siria", ha detto Blinken. "Voglio sottolineare che questi fondi, ovviamente, vanno al popolo siriano, non al regime. Questo non cambierà". Gli Stati Uniti hanno rifiutato la
normalizzazione delle relazioni con il presidente siriano Bashar al-Assad o qualsiasi aiuto diretto per la ricostruzione, chiedendo di rendere conto degli abusi commessi durante la brutale guerra civile durata quasi 12 anni. Assad ha riconquistato la maggior parte del Paese e nell'ultimo anno ha ripristinato le relazioni con altre nazioni arabe e con la Turchia.