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Toghe / Ma Nordio "gioca" per i cittadini?

Cari amici, torna il blog Toghe, ma sotto forma di newsletter. E sarò sempre io, Liana Milella, giornalista di Repubblica che si occupa di giustizia dal 1997 su questa testata, e prim’ancora per il Sole 24 ore e per Panorama dal 1988, a raccontarvi i retroscena e le notizie, anche in esclusiva, che proprio su questa materia dividono la politica. 

La storia della giustizia in Italia, delle sue leggi, del tentativo costante del centrodestra, da Berlusconi a oggi, di coartarle per garantire l’impunità, è la storia di uno scontro durissimo per garantire i diritti democratici dei cittadini e la sopravvivenza - finché noi tutti riusciremo a difenderla - della nostra Costituzione.  

Per una coincidenza il blog Toghe, nato nel 2011, e la newsletter Toghe - sono troppo affezionata a questo nome per ipotizzare di cambiarlo - si troveranno ad affrontare la stessa querelle, le riforme che il centrodestra, allora con Berlusconi, e oggi con il team Meloni-Nordio, vuole imporre ai giudici e anche ai cittadini. Questa maggioranza spaccia le prossime leggi come “garantiste”. Io le considero e le leggo invece come un ostacolo alla giustizia stessa. Di certo la separazione delle carriere non accelera di un solo giorno i tempi dei processi. Né la stretta sulle intercettazioni aiuta i cittadini a veder garantito un maggiore tasso di legalità

Le riforme sono alle viste. Il ministro Nordio le ha annunciate in Parlamento, dividendole in quattro capitoli, che ha sintetizzato così: “Modifiche sul sistema delle intercettazioni, sulla custodia cautelare, sui reati contro la pubblica amministrazione, sulla segretezza dell'informazione di garanzia”. La newsletter Toghe, passo passo, vi racconterà perché queste presunte riforme, in realtà frammenti di interventi, tra cui anche la soppressione del reato di abuso d’ufficio, un chiaro libera tutti nel segno dell’illegalità, scateneranno una perenne conflittualità con la magistratura, ma non daranno ai cittadini la sicurezza quotidiana di vivere in un mondo tranquillo e più giusto.

Il diritto di sapere la verità

Con meno potere di intercettare saranno scoperti meno reati. Con una custodia cautelare, cioè un arresto preventivo, attenuato aumenterà il rischio di veder ripetere gli stessi delitti. Perché anche quelli di entità minore lo sono. La modifica dei delitti contro la pubblica amministrazione sconvolgerà la giurisprudenza ormai consolidata e farà cadere i processi in corso, avvantaggiando sicuramente amministratori senza scrupoli. La stretta sul diritto a informare comporterà che voi tutti avrete meno notizie di oggi.

Perché purtroppo, agli attuali poteri, la libertà di stampa dà fastidio. La considerano un lusso da cancellare. Per questo le “indiscrezioni” contenute in un pezzo diventano “illazioni”. Per questo - con arroganza - il palazzo del potere critica un articolo e minaccia immediate ritorsioni. Prevale l’impronta meloniana dell’obbedienza alle fonti e il silenzio su tutto quello che non sia già diventato dichiarazione pubblica. Siamo al regime, alla privazione della libertà, alla negazione del diritto di informare. Sale della democrazia e della nostra Costituzione. 

Ma la newsletter Toghe, in continuità con il blog Toghe, non ci sta. E vi racconteremo i retroscena del potere e del palazzo facendovi a volte sorridere, e a volte facendovi anche arrabbiare. E accompagnandovi nel vostro diritto di cittadini e di lettori che pretendono di conoscere la verità.