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Tom Hardy dal set a campione di jiu-jitsu brasiliano

Oltre che nella recitazione, Tom Hardy conferma il suo talento anche per il jiu-jitsu brasiliano (bjj). L'attore inglese, dopo aver vinto a fine agosto due ori nel Reorg Open di bjj a Wolverhampton, competizione benefica dell'associazione Reorg (della quale Hardy è sostenitore) che insegna gratuitamente quest'arte marziale a veterani delle Forze armate e operatori di prima emergenza affetti da disturbo da stress post traumatico e depressione, è tornato a vincere nello sport al quale si è appassionato oltre 10 anni fa durante la preparazione per Warrior. L'interprete 45enne di Locke e Venom, cintura blu di jiu jitsu brasiliano, ha trionfato infatti anche nella gara Bjj Open che si è tenuta a Milton Keynes (Buckighamshire), vincendo tutti e tre i suoi incontri. Il portavoce dei campionato ha definito Hardy un "uomo molto affabile". "Tutti lo hanno riconosciuto - ha spiegato a The Guardian - ma lui era molto umile ed è stato molto disponibile nel fermarsi con le persone che gli chiedevano di farsi una foto insieme".

Hardy (che ritroveremo protagonista del thriller Havoc) ha commentato la vittoria su Instagram, ricordando il suo impegno per Reorg e come il sostegno della salute mentale sia un tema che sente profondamente personale e vicino: "È un onore poter rappresentare l'ente di beneficenza e il mio team Reorg e il grande lavoro che svolgono a sostegno della salute mentale e del benessere dei veterani, dei militari e dei primi soccorritori attraverso i benefici terapeutici del Jiu Jitsu e dell'allenamento fitness" come "forma di terapia per superare le sfide fisiche e mentali, rafforzare i legami sociali e migliorare in generale salute e benessere".
    "Il semplice allenamento, per me (come hobby e passione privata) è stato fondamentale per sviluppare ulteriormente un senso più profondo di resilienza interiore, calma e benessere - ha aggiunto -. Non posso esprimere a parole l'importanza che ha avuto e l'impatto sulla mia vita e sui miei compagni di squadra". L'impegno di Reorg ha permesso anche "a molti di trovare un rinnovato scopo - ha concluso - un senso di identità e comunità che spesso si perde quando si passa alla vita civile".