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Troppa burocrazia e rangi ridotti: i "mali" che affliggono i medici

SANITÀ MALATA

L'eccessivo carico di scartoffie in testa alle criticità denunciate dai camici bianchi. Il tempo "perso" in incombenze amministrative supera in gravità la carenza di professionisti e le liste d'attesa. I dottori di famiglia i più colpiti. Il sondaggio dell'Ordine

Troppo tempo rubato dalla burocrazia. È questa, in ordine di gravità, la prima patologia che affligge la professione del medico. Camici bianchi immersi nelle scartoffie anche se mutuate in formato elettronico, con un peso che grava sì sui professionisti, ma inevitabilmente anche sui loro pazienti, penalizzati da una disponibilità di tempo ridotta in un contesto dove i professionisti negli ospedali così come sul territorio non sono mai in numero sufficiente.

È un quadro che non stupisce, viste le ripetute lamentele e i ricorrenti allarmi delle categoria, ma non tranquillizza affatto quello che emerge dal sondaggio promosso dall’Ordine dei medici e degli odontoiatri di Torino, presieduto da Guido Giustetto, tra i propri iscritti. I 509 professionisti (440 medici e 69 odontoiatri), di cui i 24% opera in strutture pubbliche, il 23% libero professionista, il 13% medico di famiglia o pediatra di libera scelta, il 18% pensionato ancora in attività e il resto in servizio in strutture private, hanno fornito uno scenario in cui è proprio “l’eccessivo carico burocratico” a rappresentare la voce più critica con il 48,8% degli intervistati che la pone come problema principale. Al secondo posto, al 42,4%, c’è l’appena citata carenza di medici, mentre bisogna scendere al 27,6% per trovare come elemento di preoccupazione il rischio clinico.

Una patologia della sanità piemontese, ma non solo, come la carenza di posti letto e le liste d’attesa pesa nelle criticità manifestate dai camici bianchi solo il 22,4%: un dato che induce alla riflessione, magari cercando di capire la ragione per cui la principale origine di gravi disagi per la popolazione che si rivolge al sistema sanitario appare quasi marginale per gli operatori.

Andando a vedere nelle varie categorie della professione, si scopre poi (ma anche in questo caso è una scoperta per modo di dire) che a indicare l’eccessiva burocrazia al primo posto sono proprio nel 92,5% dei casi i medici di famiglia, mentre il peso della carenza di personale è maggiormente sentita (39,8%) dai dipendenti di struttura pubblica. Un quadro, quello emerso dal sondaggio in provincia di Torino, che certamente può essere trasposto su tutto in territorio regionale, magari con qualche dato ancor più grave.

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