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Tutti i sogni ancora in volo, i "no" di Morandi e Ranieri: da "Che Sarà" a "Almeno tu nell'universo"

Tutti i sogni ancora in volo, i "no" di Morandi e Ranieri: da "Che Sarà" a "Almeno tu nell'universo"

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Gli amici non si abbandonano mai nel momento del bisogno: il grande ospite si sdraia accanto al conduttore dopo il monologo sul diventare pugile a 50 anni

Grandi emozioni sul palco di “Tutti i sogni ancora in volo” con l’ingresso improvviso del mitico Gianni Morandi sul palco degli studi Rai. L’uomo arriva nel momento in cui Massimo Ranieri è sdraiato a terra, subito dopo aver interpretato il primo monologo della serata, e si sdraia al suo fianco per solidarietà, spostandosi ogni volta che il conduttore cambia posizione per allinearsi con le sue scelte come un vero amico. D’altronde, la storia del "diventare pugile a 50 anni" raccontata da Ranieri pone l’accento sull’importanza di chiedere aiuto nel momento del bisogno ad amici e familiari, il che rende la scena ancora più coinvolgente dal punto di vista emotivo. 

I “no” di Morandi e Ranieri

Quando Gianni Morandi si stende accanto al conduttore, quest’ultimo gli chiede cosa potrebbe pensare la moglie della situazione in essere e il cantante risponde: “Io penso che lei sarebbe più preoccupata se fossi sdraiato con la Bellucci e non con te”. Ma il momento clou tra i due arriva quando iniziano a parlare dei “no” detti nel corso della loro carriera: “Sai a cosa stavo pensando? A tutti quei ‘no’ che ci hanno cambiato la vita”, dice Ranieri per poi raccontare una storia accaduta nel 1975, all’apice della sua carriera: “Sono andato dal mio ex produttore e gli ho detto: ‘Da oggi in poi non canto più, voglio fare il teatro. Grazie a quel no ho avuto l’immenso onore di conoscere un gigante del teatro, Giorgio Strehler. E non avrei fatto il lungo percorso teatrale che mi ha affermato come artista e uomo. Ho rischiato ma ne è valsa la pena”. Morandi ironizza: “Io ero contento, da rivale ti levavi di mezzo”. Quest’ultimo inoltre cita un periodo particolare della sua carriera: “Io cantavo canzoni semplici e volevo cambiare stile perché avevo ascoltato una canzone incredibile che parlava di un soldato andato a fare la guerra in Vietnam e morto lì. Volevo cantarla, ma Franco Migliaccio ha detto di no perché i miei brani piacevano alle mamme e alle donne”. I due si rialzano insieme dal pavimento per cantare “C’era un ragazzo”, grande successo di Ranieri, che aggiunge: “Del resto, come nella vita, è il palcoscenico che ci aiuta!”. Il riferimento è al monologo di cui sopra.  

I grandi rifiuti

Il conduttore racconta di essere stato chiamato dal direttore artistico del Festival di Sanremo nel 1988 per competere con il brano “Il canto libero del mare”, ma di aver portato in gara “Perdere l’amore”. Successivamente i due ricordano i testi rifiutati nel corso della loro carriera, tra cui “La prima cosa bella” e “Che sarà” (Morandi), e “Zingara” per Ranieri, il quale rivela: “Ah, che dolore mi hai dato. Mi arriva questo provino e mi dicono di ascoltare una canzone che potrebbe darmi l’accesso a Sanremo. L’ascolto e dico che ci sto, ma loro rispondono: ‘Le faremo sapere’. Sono 54 anni che aspetto una risposta, ma in realtà me l’hanno rubata”. 

Non solo, perché tra i “no” del presentatore emerge anche “Almeno tu nell’universo”, il più amato di Mia Martini. “Ero a Milano con Giorgio Strehler e finito lo spettacolo mi dicono: ‘Senti, Massimo, c’è Bruno Lauzi che ti sta aspettando’. Dichiara che deve farmi sentire una canzone, la canta e mi chiede: ‘Perché non la canti tu?’. Gli rispondo che non ho intenzione di tornare a cantare. Dopo sette anni, la sento a Sanremo: era lei, era ‘Almeno tu nell’universo’. Tra l’altro, l’anno scorso sono andato a Sanremo e ho ricevuto il premio della critica Mia Martini”. Prima di concludere l’ospitata, Morandi afferma: “Potremmo essere un duo, come i Coma_Cose”. Ranieri ribatte: “Potremmo chiamarci i Moma o Mamo”. 

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