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Vanity Fair Stories 2022, Edoardo Leo e Massimiliano Bruno:«Dobbiamo valorizzare lo sguardo dei giovani»

«Andavo ai provini e mi chiedevano quale scuola avessi fatto ma ero stato bocciato e allora ho pensato che dovevo inventarmene una e così ho fatto. Oggi quella scuola mi annovera tra i suoi studenti valorosi ma non ci sono mai andato: non glielo diciamoglielo». La butta sul ridere Edoardo Leo, ospite al Vanity Fair Stories, il più grande evento completamente dal vivo di Vanity Fair che per la prima volta va in scena al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano (via Larga 14), con il tema The change is you, storie che cambiano il mondo. Così, all'insegna dei ricordi ma soprattutto dell'ironia, è iniziato il dialogo tra Edoardo Leo e il regista (e amico) Massimiliano Bruno, con cui ha firmato la doppia regia del film I migliori giorni i peggiori giorni, che arriverà al cinema da Capodanno. «Abbiamo lavorato al film interrogandoci sui temi universali e abbiamo iniziato chiedendoci: “Amiamo veramente il Natale?”».  

Quattro capitoli per raccontare le nostre feste comandate. «A differenza di oggi la commedia all’italiana aveva delle basi profonde» ha raccontato l'autore Massimiliano Bruno. «Venivamo dalla guerra mondiale, c'era stato il boom economico, la caduta del muro di Berlino, era un humus culturale che ha alimentato quel tipo di storie. Adesso sono cambiatele le problematiche, dovremmo essere molto bravi a fissare, capire, interpretare la situazione sociale del momento e infilarla nei nostri film. Così si potrà chiamare nuova commedia italiana: il cinema deve portare le persone in sala e parlare a tutti». 

Per la due giorni del Vanity Fair Stories, si alternano sul palco tantissimi ospiti tra attori e registi, comici e cantanti, scrittori, artisti, autori e insieme s'interrogano sul cambiamento e sull'importanza di esserne parte. «Io credo che si possa avere un’attenzione al passato ma questo non significa che non si possa avere uno sguardo verso il futuro» ha commentato Edoardo Leo. «Facciamo fatica a fare esordire gli under 30, in Italia mi considerano ancora giovane regista mentre all’estero rischio che mi venga dato il premio alla carriera vista la mia età».  Parole a cui si è unito il pensiero di Bruno: «Ho 50 anni, sono un nostalgico ma sono anche curioso. Lo sguardo dei giovani è importante, dobbiamo valorizzarli»

Tutto il suo intervento, monologo completo, lo si trova sul video qui sopra. 

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