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Venezia 2023, sul red carpet la disability influencer Benedetta De Luca con un messaggio

Anche quest'anno il Festival del Cinema di Venezia ha avuto un momento dedicato all'inclusione. Grazie a Benedetta De Luca, che ha calcato il red carpet con un bellissimo sorriso. E con le stampelle. L'immagine che però ci ha restituito Benedetta non è stata quella di una persona con disabilità, ma di una donna coraggiosa che vuole dare un messaggio di forza, nonostante tutto e tutti. Ha scritto infatti su Instagram «ll mio è un sorriso che vuole abbattere tanti pregiudizi. Il red carpet è spesso considerato un luogo riservato solo alla perfezione e invece oggi può non essere solo un simbolo di glamour e successo, ma un palcoscenico per la diversità e l'inclusione. La mia presenza qui oggi è un invito a tutti voi a guardare oltre le differenze e apprezzare il valore intrinseco di ogni persona. Questo spero che sia solo l'inizio di un percorso capace di ispirare altri a superare le proprie paure e a lottare per un futuro in cui ogni individuo possa sentirsi rappresentato».

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Con oltre 139 mila followers, Benedetta De Luca è probabilmente la più conosciuta Disability influencer in Italia. Nata con una malformazione congenita rara, la sequenza (o sindrome) da regressione caudale, chiamata anche agenesia sacrale, una patologia che colpisce le ultime vertebre della spina dorsale, coinvolte nello sviluppo dell’addome e degli arti inferiori, Benedetta ha saputo costruire la sua immagine su valori come l'inclusività, la bellezza reale e l'abbattimento delle barriere.

L'abito a sirena con modifiche adaptive

La presenza di Benedetta sul tappeto rosso di Venezia, invitata in occasione della proiezione di Io Capitano di Mario Martone, ha riservato un'altra sorpresa: l’abito. Uno spumeggiante modello a sirena ideato e creato da lei stessa, che ci ha raccontato di aver scelto «un tessuto non scivoloso per sedere tranquilla in carrozzina e che non creasse troppo volume» inoltre di averlo voluto «comodo sulle braccia per poter usare senza impacci le stampelle». Anche l’abito, con modifiche adaptive, è stato per Benedetta un modo per comunicare e «per promuovere ancor di più il mio messaggio». Un messaggio forte, che parla della volontà di esserci oltre le «nostre paure ed insicurezze, affinché nessuno si senta troppo: troppo poco, troppo fuori luogo, troppo distante dai canoni, troppo diverso».
Nel suo secondo post dedicato a Venezia, Benedetta conclude «Ho posato senza pensare alle mie stampelle, alla mia poca altezza, alle orecchie e braccia da fuori e vedete cosa ne è uscito? Il sorriso più vero e sincero che potessi avere! Ed è così che dovremmo vivere. Se l’ho fatto io sul prestigioso tappeto rosso di Venezia non vedo perché non potremmo farlo tutt* noi nella nostra vita e nel nostro quotidiano!». Un incoraggiamento a tutti, ma proprio a tutti, nessuno escluso.