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Via Rasella, La Russa prova a chiudere le polemiche: "Mi scuso con chi si è sentito offeso". L'Anpi non lo invita sul palco del 25 aprile

Fratelli d'Italia difende le parole del presidente del Senato, Ignazio La Russa, su via Rasella, l'attacco partigiano contro un reparto di occupazione nazista nel '44. "Via Rasella non fu un atto di cui andare fieri", dichiara Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo FdI alla Camera. "Strumentalizzare le parole di La Russa non ha senso perchè la vergognosa rappresaglia dei nazisti che colpì italiani antifascisti, ebrei e cittadini semplici non potrà mai essere giustificata da nessuno". Evita dichiarazioni invece la ministra del Turismo Daniela Santanché: "Io mi occupo di turismo, non commento", dice a La Spezia.

Solo nel primo pomeriggio, a quarantotto ore dalle parole incriminate, arrivano le scuse del presidente del Senato: "Spiace sinceramente che nell'ambito di una lunga intervista rilasciata a Libero, a seguito delle mie poche parole in risposta ad una precisa domanda sulle pretestuose critiche indirizzate a Giorgia Meloni in occasione delle celebrazioni per l'Eccidio delle Fosse Ardeatine - a cui ho più volte partecipato con profondo sdegno e commozione - sia nata una polemica più ampia di quella che volevo chiudere", scrive in una nota La Russa. "Fatte salve le persone che hanno commentato pretestuosamente e in prevenuta malafede, voglio invece scusarmi con chi anche in forza di resoconti imprecisi abbia comunque trovato motivi di sentirsi offeso", aggiunge.

La Russa prima si difende, poi si scusa

Lo stesso La Russa prima delle scuse si era difeso dalle polemiche per le frasi pronunciate giovedì e pubblicate ieri dal quotidiano Libero, in cui definiva l'azione della Resistenza come "una delle meno gloriose", perché a suo dire colpì "una banda musicale di semi-pensionati, non biechi nazisti delle SS". "Forse avrei potuto specificare meglio che si trattava effettivamente di nazisti, quello sì, ma mi pareva una cosa ovvia. Però in effetti potevo essere più preciso su quello - ha dichiarato il fondatore di FdI al Corriere - Se avessi voluto su via Rasella avrei detto ben altro. D'ora in poi non parlerò più di fatti storici, solo di attualità - promette - e mi aspetto che mi si giudichi su quello che faccio e dico sui temi d'attualità, non sul passato, del quale semmai parlerò con gli storici".

Poi la nota per scusarsi e provare a chiudere la vicenda. "Ho sbagliato a non sottolineare che i tedeschi uccisi in via Rasella fossero soldati nazisti, ma credevo che fosse ovvio e scontato oltre che notorio. Non so poi se effettivamente è errata la notizia, più volte pubblicata e da me presa per buona, che i riservisti altoatesini inquadrati nella polizia tedesca facessero anche parte della banda militare del corpo".

La presa di distanze della Lega

Sul caso, dopo 24 ore di silenzio, interviene anche la Lega, col sottosegretario Claudio Durigon: "Fascismo e nazifascismo hanno in qualche modo rovinato l'Italia in quegli anni e non credo che oggi possano più tornare, per nostra fortuna. L'antifascismo è stato sicuramente, con i partigiani, una cosa utilissima all'Italia e se oggi abbiamo questa democrazia è proprio grazie a questo".

L'Anpi

Alla manifestazione nazionale del 25 aprile a Milano l'Anpi non ha invitato a parlare dal palco né il presidente del Senato Ignazio La Russa, né quello della Camera Lorenzo Fontana. Cosa già avvenuta negli anni passati (dal palco intervennero Laura Boldrini nel 2013 e Pietro Grasso nel 2017) ma che, dopo le polemiche per le parole di La Russa su via Rasella prendono un ulteriore significato. "La seconda carica dello Stato - commenta il presidente milanese dell'Anpi Roberto Cenati - dovrebbe essere un punto riferimento per tutti, unire il Paese non per dividerlo e lui sta facendo un'azione divisiva denigrando la resistenza che invece è stato un moto unitario di tutti i partiti e di popolo che ci ha liberato dal nazifascismo, ha restituito la libertà a tutti. E' chiaro che al corteo partecipa chiunque vuol partecipare", aggiunge, e quindi "tutti sono benvenuti" anche e soprattutto perché "vogliamo che il 25 aprile sia una manifestazione partecipata e non divisiva". Anche per questo a parlare dal palco non sono tradizionalmente invitati esponenti del governo, "di qualsiasi coalizione siano". E non sempre sono invitate le prime cariche dello Stato.

Quest'anno però nella decisione del Comitato permanente antifascista hanno pesato anche le "esternazioni" fatte in passato da La Russa e da Fontana. Sul palco interverranno quindi il sindaco di Milano Giuseppe Sala, lo stesso Cenati, il presidente nazionale dell'Anpi Gianfranco Pagliarulo, il segretario della Cisl Luigi Sbarra, la presidente nazionale dei partigiani cristiani Mariapia Garavaglia, quello dell'Aned, l'associazione ex deportati, Dario Venegoni mentre sarà proiettato su un maxischermo l'intervento del partigiano Aldo Tortorella, deputato ed ex presidente del Pci che il 10 luglio compirà 97 anni. A parlare sarà poi una studentessa per "dare voce ai giovani perché raccolgano il testimone della memoria".

"La Russa dovrebbe avere la coscienza delle dimissioni da presidente del Senato dopo le sue parole su via Rasella perché è palesemente inadeguato al ruolo che ricopre", dichiara il presidente dell'Anpi Pagliarulo a Radio Popolare, sulla possibile richiesta di dimissioni da parte dell'Associazione Nazionale Partigiani Italiani. Sulla presenza di rappresentanti del governo e della maggioranza alle celebrazioni del 25 aprile, Pagliarulo afferma: "Condivido la scelta di Roberto Cenati, presidente provinciale dell'Anpi di Milano, di non invitare rappresentanti delle istituzioni sul palco della manifestazione dopo le imbarazzanti dichiarazioni di La Russa. Mi sembra una scelta saggia dopo una situazione così delicata e sgradevole che si è venuta a creare con le dichiarazioni del Presidente del Senato".

Le polemiche dell'opposizione

L'ultima uscita della seconda carica dello Stato viene biasimata dal Pd.  "Qui non siamo più nel campo delle gaffe. Ormai La Russa ne ha inanellate una serie per cui a me pare di poter dire, con educazione, che la seconda carica dello Stato è ricoperta da chi non ne ha le caratteristiche", afferma il presidente del Pd, Stefano Bonaccini, definendo le sue parole "vergognose e bugiarde". "Il Presidente del Senato insiste - dichiara il senatore del Pd, Filippo Sensi - Se possibile, peggiora la sua posizione. C’e una sola parola per definirla. Una sola strada per contrastarla. Tutto nella nostra Costituzione, nei fondamenti della Repubblica, della democrazia della quale portiamo il nome come Partito democratico". Duro anche il segretario della Cgil, Maurizio Landini: "Il presidente del Senato La Russa, come tanti altri, dovrebbe ricordarsi sempre che se oggi la nostra è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e  ci sono libere elezioni che hanno permesso al suo partito di essere in parlamento e al governo è grazie ai  partigiani e agli antifascisti che hanno difeso il nostro Paese e che hanno sconfitto  il nazifascismo nel nostro Paese". ha dichiarato a Rai Radio1. "Senza quegli atti, senza quella lotta - ha aggiunto Landini - il nostro Paese non sarebbe oggi una democrazia. Sarebbe necessario che chi ha giurato sulla Costituzione la riconosca, la applichi e si batta in questa direzione".