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Voci dall'Iran: «Venite a salvarci. Ci stanno uccidendo tutti»

In Iran dopo la morte di Mahsa Amini, uccisa dalla polizia per aver messo male il velo, non si fermano le proteste ne tantomeno l’escalation di violenza contro la popolazione. Un clima di forte tensione in cui una ragazza italiana Alessia Piperno di 30 anni di Roma si è trovata coinvolta. La travel blogger infatti è stato arrestata a Teheran e da quattro giorni si trova in carcere mentre festeggiava il suo 30esimo compleanno. «Mi hanno arrestato a Teheran. Vi prego, aiutatemi» ha detto disperata alla sua famiglia in una telefonata dal carcere. I genitori così si sono rivolti alla Farnesina che sta seguendo il caso ed il padre ha poi dichiarato: «la situazione purtroppo non va bene. Dopo la telefonata dal carcere di ieri da parte di Alessia non abbiamo più avuto altre notizie, non l’abbiamo più sentita».

Alessia Piperno(instagram)

Ma non è la sola perché nella capitale iraniana è vietato riunirsi e organizzare party soprattutto dopo le proteste e chi trasgredisce viene arrestato. Omicidi, arresti, torture e stupri sono il mezzo con cui il governo iraniano sta cercando di mettere fine alla rivolta ormai dilagante, dove si contano già centinaia di vittime innocenti. La polizia attraverso il terrore tenta di fermare chi preferisce essere ucciso piuttosto che sottostare ancora a delle leggi barbare e al di fuori di ogni contesto civile. C’è addirittura chi non vuole essere più musulmano se questo significa subire crudeltà e una privazione della libertà senza precedenti.

A raccontarci cosa sta accadendo uno studente iraniano di 20 anni arrestato lo stesso giorno di Mahsa Amini solo perché anche lui stava festeggiando il suo compleanno. «Noi vogliamo far capire alle persone che in Iran sta succedendo qualcosa di orribile perché siamo sotto una dittatura che ci sta uccidendo. Il governo con l’aiuto della Siria, del Libano e dell’Iraq cerca di farci stare zitti assassinando e torturando gli iraniani che protestano»- ci racconta Navid nome di fantasia dato che ci chiede l'anonimato per salvarsi.

Che sta succedendo a chi protesta?

«Ad oggi durante le proteste nelle regioni sono state uccise 1500 persone in meno di una settimana. Sparano sui civili senza pietà per mantenere il potere. Il mondo non può ignorare ancora la crudeltà ed i soprusi che stiamo subendo. La polizia morale (Guidand Patrol or morality police) controlla che le donne indossino lo hijab e ci impedisce di vivere. Le persone non possono riunirsi, ne festeggiare nulla, nemmeno un compleanno, e chi trasgredisce queste regole viene arrestato, stuprato e torturato. Nel centro di Teheran c’è una stazione di polizia dove sono stato portato anch’io. Mi hanno arrestato perché ho organizzato un party per il mio compleanno dove c’erano bevande alcoliche. La polizia ha fatto un blitz e ci ha portato tutti via».

E cosa vi hanno fatto?

«Quel giorno ero nella stazione di polizia nella stessa stanza di Mahasa Amini e chi di noi si ribellava e faceva domande veniva massacrato di botte, torturato con l’elettroshock mentre le donne sono state quasi tutte stuprate. Le mie amiche, mi ha detto un poliziotto, sono state fortunate a non aver subito violenza sessuale, perché erano troppe e loro in pochi e in più c’era stato il problema con Mahsa. Il regime ha provato in tutti i modi a far passare la sua morte come naturale ma il medico non ha voluto mentire perché è deceduta per emorragia cerebrale dovuta alle percosse, è stata massacrata».

Come vivono tutto questo i giovani ?

«Abbiamo fatto un sondaggio tra noi giovani ed è emerso che il 50% non vuole essere musulmano e quelli che vogliono esserlo condannano la violenza e la repressione. In Iran ci sono anche ragazzi lgbt che vogliono essere liberi e non essere più parte dell’Islam. Mentre le donne non vogliono più indossare lo hijab e gli uomini sono d’accordo con loro perché desiderano che siano libere di scegliere. È un paese corrotto che ruba i soldi alla popolazione per dividerli con le poche persone che sono al potere. Questo denaro viene mandano all’estero per mantenere i figli dei dittatori mentre noi siamo qui soppressi e torturati. Ora addirittura ci è stato limitato anche internet che si può usare solo poche ore. Il contenuto è scelto da loro e quello che fanno vedere sono scene orribili dove uccidono e stuprano per intimorire la popolazione. Cercano di farci capire quali sono le conseguenze se ci ribelliamo. Inoltre personaggi come gli influencer che sono sui social devono stare attenti a quello che pubblicano o vengono arrestati. Un influencer e cantante famoso Shervin Hajipour ha fatto una canzone sulla libertà e la rivoluzione che ha avuto milioni di visualizzazioni ed è stato arrestato; ora non si sa più nulla di lui. Sono andati anche nell’Università di tecnologia di Teheran “Sharif University of Tecnology“ e hanno sparato a chi voleva protestare. C’è un video di un poliziotto dove si vede benissimo che spara alla testa di ragazzo a terra. Vi prego fate sapere a tutto il mondo che ci stanno uccidendo e grazie per l’interesse dimostrato per la mia gente, stavo pensando che il mondo semplicemente non ci riconoscesse come gli altri».