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In Lombardia due casi di bambini con epatite di origine sconosciuta

MILANO. In Lombardia sono stati segnalati due casi di bambini ricoverati con un'epatite a eziologia ignota. Lo ha comunicato la direzione generale Welfare della Regione Lombardia che ha trasmesso la notizia al Ministero della Salute. Al momento sono ricoverati in una struttura specializzata per questi casi pediatrici e sono sotto osservazione. Per adesso non sono in pericolo di vita.

I casi sono stati segnalati dopo che in Europa, in particolare nel Regno Unito, sono stati evidenziati diversi pazienti pediatrici con epatite acuta da causa non nota, soprattutto in bambini di età inferiore ai 10 anni. «In seguito a queste segnalazioni - spiega in un video il direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza - anche in Italia il ministero della Salute si è prontamente attivato sin dal 14 aprile per informare ed aggiornare costantemente le Regioni e stimolarle anche a segnalare eventuali casi sospetti in base ai criteri dell'Organizzazione mondiale della sanità. Sono arrivate segnalazioni e su queste si sta indagando in maniera molto approfondita». In particolare, il caso di un bimbo di Prato, ricoverato all'ospedale Bambino Gesù di Roma con un'epatite di origine sconosciuta, sembra ricordare quella riscontrata in altri paesi d'Europa, in particolare nel Regno Unito. La sua situazione è al momento «stabile e sotto controllo» fanno sapere dall'ospedale e «non c'è indicazione per il trapianto. Negativi anche i primi esami virologici per adenovirus». L'episodio di epatite acuta resta «di natura da definire, come ne capitano diversi ogni anno».

L'Istituto Spallanzani di Roma, dopo aver precisato la necessità di tenere sotto la dovuta attenzione i casi segnalati da diversi Paesi europei, ha ribadito che questi non devono essere fonti di allarmismo. L'Istituto fa sapere in una nota, di avere «prontamente attivato, attraverso il Servizio Regionale per la Sorveglianza delle Malattie Infettive (Seresmi), un flusso di segnalazione e di monitoraggio di eventuali casi sospetti sul territorio regionale ed è pronto a garantire i necessari approfondimenti anche attraverso tecniche di diagnostica innovative quali la metagenomica, al fine di poter identificare il possibile agente etiologico».