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Pietro Bisio e Piero Leddi, artisti contemporanei a confronto sulla crocifissione

TORTONA. La concomitanza delle mostre degli artisti contemporanei Pietro Bisio e Piero Leddi, fra i più importanti testimoni della creatività del Novecento nel Tortonese, e il tema della crocefissione con il quale entrambi si sono misurati, è un'occasione che l'assessorato alla Cultura del Comune di Tortona e l'Ufficio Beni culturali della diocesi non si sono lasciati sfuggire per proporre «Crocifissioni del contemporaneo», conversazione sulle interpretazioni e declinazioni attuali dell'iconografia del crocifisso.

L'evento si terrà oggi, sabato 23 aprile, alle 17, nella sala conferenze della Biblioteca civica, con gli interventi di Manuela Bonadeo e Giuseppe Castelli. Seguirà la visita guidata alla mostra di Pietro Bisio «Tutto il resto è polvere da sparo», nel Ridotto del Teatro Civico, e a quella di Piero Leddi, «La Crocefissione. Nel cuore del Mistero», allestita al Museo diocesano. «L’idea dell’esposizione – dice Lelia Rozzo che con Maria Chiara Fugazza ha curato la mostra di Leddi – nasce da un’antica scultura del Seicento raffigurante un Cristo crocifisso che l’artista conservava nel suo studio di Milano. L’Archivio Piero Leddi ha chiesto all’Ufficio Beni culturali se eravamo interessati a custodire questa scultura al Museo diocesano e così abbiamo pensato di organizzare una mostra incentrata sul grande trittico, portato qui dalla Chiesa di San Vittore o Chiesa degli Artisti di Voghera che comprende anche una ventina di disegni e la scultura del Seicento (presentata al pubblico per la prima volta) e che si potrà visitare fino al 24 luglio».

Costruita nel 1968, la Chiesa degli Artisti è così chiamata perché negli Anni 70-80 fu arricchita da opere di artisti contemporanei. Diventò parrocchia nel 1973 e fu il primo parroco, Don Piero Romersi, appassionato d’arte, a ultimare i lavori di pavimentazione e intonacatura e, poiché era spoglia, dal ‘77 iniziò a chiedere agli artisti locali di realizzare opere per arricchirla. Tra questi ci fu anche Piero Leddi che nell’83 realizzò il trittico della Crocefissione, normalmente collocato sopra il portone d’ingresso della chiesa in controfacciata. La mostra è stata l’occasione per tirarlo giù e renderlo visibile ad altezza d’uomo.

«Leddi ha accolto la sfida di misurarsi con un tema della tradizione – aggiunge Lelia Rozzo –. Se nella figura centrale ha curato l'anatomia del corpo di Cristo, accanto al quale emergono le mani che mostrano gli strumenti della tortura, a sinistra vediamo un giovanissimo San Giovanni, qui rappresentato come un ragazzo disperato, a destra la figura di San Sebastiano (probabilmente come omaggio al suo paese natale) non ancora trafitto dalle frecce, ma legato». Nella chiesa degli Artisti di Voghera c’è anche una Crocefissione contadina di Pietro Bisio che ha affrontato pure lui questo tema, declinandolo però come metafora del cambiamento del mondo contadino.

Nell’incontro di oggi Manuela Bonadeo e Giuseppe Castelli faranno una carrellata sull'interpretazione del tema della crocefissione da parte degli artisti contemporanei, tra cui Ernesto Treccani e Padre Costantino Ruggeri, presenti in alcune chiese della diocesi, soprattutto da San Vittore da cui proviene il trittico. «Parleremo anche di Raul Gabriel – dice Manuela Bonadeo –, l’artista contemporaneo al quale nel 2017 fu dedicata una personale all’ex Cotonificio Dellepiane. Nello stesso periodo tre sue opere furono esposte anche al Museo diocesano, nella sala del Compianto. Fra queste c’era una grande tela molto scura che rappresenta appunto la Crocefissione».

La contemporaneità delle due mostre, Bisio e Leddi, è un evento perché non sono mai state allestite nello stesso periodo e luogo. L’esposizione di Bisio è stata prorogata di una settimana e si conclude domani, domenica 24 aprile. «Il tema della croce – aggiunge Bonadeo – è anche nell’allestimento del Ridotto dove troviamo una sezione dedicata a "La contadinità e il paesaggio in croce” con le crocefissioni laiche che Bisio ha cominciato a dipingere dagli Anni ‘80, metafora del cambiamento del mondo contadino dalla seconda metà del secolo scorso, sacrificato in nome di un progresso che non si cura di tutto e di tutti».

Una seconda sezione della mostra è dedicata al Realismo critico esistenziale, movimento nazionale di cui Bisio è stato uno degli esponenti (e anche Leddi), in cui i generi tradizionali (nature morte e paesaggi) sono interpretati in chiave esistenziale. La terza sezione racconta invece gli anni della formazione a Brera e gli Anni Sessanta. Il catalogo della mostra, finanziato dalla Fondazione CR Tortona e curato da Manuela Bonadeo e Giuseppe Castelli, è realizzato dal grafico Graziano Bertelegni con il coordinamento di Renato Amisano.