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Messaggio del Santo Padre Francesco per la celebrazione della Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato (1° settembre 2023)

Messaggio del Santo Padre

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Traduzione in lingua araba

Pubblichiamo di seguito il Messaggio del Santo Padre Francesco in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, che si celebra il 1° settembre 2023:

Messaggio del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle!

“Che scorrano la giustizia e la pace” è quest’anno il tema del Tempo ecumenico del Creato, ispirato dalle parole del profeta Amos: «Come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne» (5,24).

Questa espressiva immagine di Amos ci dice quello che Dio desidera. Dio vuole che regni la giustizia, che è essenziale per la nostra vita di figli a immagine di Dio come l’acqua lo è per la nostra sopravvivenza fisica. Questa giustizia deve emergere laddove è necessaria, non nascondersi troppo in profondità o svanire come acqua che evapora, prima di poterci sostenere. Dio vuole che ciascuno cerchi di essere giusto in ogni situazione, che si sforzi sempre di vivere secondo le sue leggi e di rendere quindi possibile alla vita di fiorire in pienezza. Quando cerchiamo prima di tutto il regno di Dio (cfr Mt 6,33), mantenendo una giusta relazione con Dio, l’umanità e la natura, allora la giustizia e la pace possono scorrere, come una corrente inesauribile di acqua pura, nutrendo l’umanità e tutte le creature.

Nel luglio 2022, in una bella giornata estiva, ho meditato su questi argomenti durante il mio pellegrinaggio sulle sponde del Lago Sant’Anna, nella provincia di Alberta, in Canada. Quel lago è stato ed è un luogo di pellegrinaggio per molte generazioni di indigeni. Come ho detto in quell’occasione, accompagnato dal suono dei tamburi: «Quanti cuori sono giunti qui desiderosi e ansimanti, gravati dai pesi della vita, e presso queste acque hanno trovato la consolazione e la forza per andare avanti! Anche qui, immersi nel creato, c’è un altro battito che possiamo ascoltare, quello materno della terra. E così come il battito dei bimbi, fin dal grembo, è in armonia con quello delle madri, così per crescere da esseri umani abbiamo bisogno di cadenzare i ritmi della vita a quelli della creazione che ci dà vita».[1]

In questo Tempo del Creato, soffermiamoci su questi battiti del cuore: il nostro, quello delle nostre madri e delle nostre nonne, il battito del cuore creato e del cuore di Dio. Oggi essi non sono in armonia, non battono insieme nella giustizia e nella pace. A troppi viene impedito di abbeverarsi a questo fiume possente. Ascoltiamo pertanto l’appello a stare a fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica, e a porre fine a questa insensata guerra al creato.

Vediamo gli effetti di questa guerra in tanti fiumi che si stanno prosciugando. «I deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi», ha affermato una volta Benedetto XVI.[2] Il consumismo rapace, alimentato da cuori egoisti, sta stravolgendo il ciclo dell’acqua del pianeta. L’uso sfrenato di combustibili fossili e l’abbattimento delle foreste stanno creando un innalzamento delle temperature e provocando gravi siccità. Spaventose carenze idriche affliggono sempre più le nostre abitazioni, dalle piccole comunità rurali alle grandi metropoli. Inoltre, industrie predatorie stanno esaurendo e inquinando le nostre fonti di acqua potabile con pratiche estreme come la fratturazione idraulica per l’estrazione di petrolio e gas, i progetti di mega-estrazione incontrollata e l’allevamento intensivo di animali. “Sorella acqua”, come la chiama San Francesco, viene saccheggiata e trasformata in «merce soggetta alle leggi del mercato» (Enc. Laudato si’, 30).

Il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (IPCC) afferma che un’azione urgente per il clima può garantirci di non perdere l’occasione di creare un mondo più sostenibile e giusto. Possiamo, dobbiamo evitare che si verifichino le conseguenze peggiori. «È molto quello che si può fare!» (ibid., 180), se, come tanti ruscelli e torrenti, alla fine insieme confluiamo in un fiume potente per irrigare la vita del nostro meraviglioso pianeta e della nostra famiglia umana per le generazioni a venire. Uniamo le nostre mani e compiamo passi coraggiosi affinché la giustizia e la pace scorrano in tutta la Terra.

Come possiamo contribuire al fiume potente della giustizia e della pace in questo Tempo del Creato? Cosa possiamo fare noi, soprattutto come Chiese cristiane, per risanare la nostra casa comune in modo che torni a pullulare di vita? Dobbiamo decidere di trasformare i nostri cuori, i nostri stili di vita e le politiche pubbliche che governano le nostre società.

Per prima cosa, contribuiamo a questo fiume potente trasformando i nostri cuori. È essenziale se si vuole iniziare qualsiasi altra trasformazione. È la “conversione ecologica” che San Giovanni Paolo II ci ha esortato a compiere: il rinnovamento del nostro rapporto con il creato, affinché non lo consideriamo più come oggetto da sfruttare, ma al contrario lo custodiamo come dono sacro del Creatore. Rendiamoci conto, poi, che un approccio d’insieme richiede di praticare il rispetto ecologico su quattro vie: verso Dio, verso i nostri simili di oggi e di domani, verso tutta la natura e verso noi stessi.

Quanto alla prima di queste dimensioni, Benedetto XVI ha individuato un’urgente necessità di comprendere che Creazione e Redenzione sono inseparabili: «Il Redentore è il Creatore e se noi non annunciamo Dio in questa sua totale grandezza – di Creatore e di Redentore – togliamo valore anche alla Redenzione».[3] La creazione si riferisce al misterioso e magnifico atto di Dio di creare questo maestoso e bellissimo pianeta e questo universo dal nulla, e anche al risultato di quell’azione, tuttora in corso, che sperimentiamo come un dono inesauribile. Durante la liturgia e la preghiera personale nella «grande cattedrale del creato»,[4] ricordiamo il Grande Artista che crea tanta bellezza e riflettiamo sul mistero della scelta amorosa di creare il cosmo.

In secondo luogo, contribuiamo al flusso di questo potente fiume trasformando i nostri stili di vita. Partendo dalla grata ammirazione del Creatore e del creato, pentiamoci dei nostri “peccati ecologici”, come avverte il mio fratello, il Patriarca Ecumenico Bartolomeo. Questi peccati danneggiano il mondo naturale e anche i nostri fratelli e le nostre sorelle. Con l’aiuto della grazia di Dio, adottiamo stili di vita con meno sprechi e meno consumi inutili, soprattutto laddove i processi di produzione sono tossici e insostenibili. Cerchiamo di essere il più possibile attenti alle nostre abitudini e scelte economiche, così che tutti possano stare meglio: i nostri simili, ovunque si trovino, e anche i figli dei nostri figli. Collaboriamo alla continua creazione di Dio attraverso scelte positive: facendo un uso il più moderato possibile delle risorse, praticando una gioiosa sobrietà, smaltendo e riciclando i rifiuti e ricorrendo ai prodotti e ai servizi sempre più disponibili che sono ecologicamente e socialmente responsabili.

Infine, affinché il potente fiume continui a scorrere, dobbiamo trasformare le politiche pubbliche che governano le nostre società e modellano la vita dei giovani di oggi e di domani. Politiche economiche che favoriscono per pochi ricchezze scandalose e per molti condizioni di degrado decretano la fine della pace e della giustizia. È ovvio che le Nazioni più ricche hanno accumulato un “debito ecologico” (Laudato si’, 51).[5] I leader mondiali presenti al vertice COP28, in programma a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre di quest’anno, devono ascoltare la scienza e iniziare una transizione rapida ed equa per porre fine all’era dei combustibili fossili. Secondo gli impegni dell’Accordo di Parigi per frenare il rischio del riscaldamento globale, è un controsenso consentire la continua esplorazione ed espansione delle infrastrutture per i combustibili fossili. Alziamo la voce per fermare questa ingiustizia verso i poveri e verso i nostri figli, che subiranno gli impatti peggiori del cambiamento climatico. Faccio appello a tutte le persone di buona volontà affinché agiscano in base a questi orientamenti sulla società e sulla natura.

Un’altra prospettiva parallela è specifica dell’impegno della Chiesa cattolica per la sinodalità. Quest’anno, la chiusura del Tempo del Creato, il 4 ottobre, festa di San Francesco, coinciderà con l’apertura del Sinodo sulla Sinodalità. Come i fiumi che sono alimentati da mille minuscoli ruscelli e torrenti più grandi, il processo sinodale iniziato nell’ottobre 2021 invita tutte le componenti, a livello personale e comunitario, a convergere in un fiume maestoso di riflessione e rinnovamento. Tutto il Popolo di Dio viene accolto in un coinvolgente cammino di dialogo e conversione sinodale.

Allo stesso modo, come un bacino fluviale con i suoi tanti affluenti grandi e piccoli, la Chiesa è una comunione di innumerevoli Chiese locali, comunità religiose e associazioni che si alimentano della stessa acqua. Ogni sorgente aggiunge il suo contributo unico e insostituibile, finché tutte confluiscono nel vasto oceano dell’amore misericordioso di Dio. Come un fiume è fonte di vita per l’ambiente che lo circonda, così la nostra Chiesa sinodale dev’essere fonte di vita per la casa comune e per tutti coloro che vi abitano. E come un fiume dà vita a ogni sorta di specie animale e vegetale, così una Chiesa sinodale deve dare vita seminando giustizia e pace in ogni luogo che raggiunge.

Nel luglio 2022 in Canada, ho ricordato il Mare di Galilea dove Gesù ha guarito e consolato tanta gente, e dove ha proclamato “una rivoluzione d’amore”. Ho appreso che il Lago Sant’Anna è anche un luogo di guarigione, consolazione e amore, un luogo che «ci ricorda che la fraternità è vera se unisce i distanti, che il messaggio di unità che il Cielo invia in terra non teme le differenze e ci invita alla comunione, alla comunione delle differenze, per ripartire insieme, perché tutti – tutti! – siamo pellegrini in cammino».[6]

In questo Tempo del Creato, come seguaci di Cristo nel nostro comune cammino sinodale, viviamo, lavoriamo e preghiamo perché la nostra casa comune abbondi nuovamente di vita. Lo Spirito Santo aleggi ancora sulle acque e ci guidi a «rinnovare la faccia della terra» (cfr Sal 104,30).

Roma, San Giovanni in Laterano, 13 maggio 2023

FRANCESCO

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[1] Omelia presso il Lago S. Anna, Canada, 26 luglio 2022.
[2] Omelia in occasione del solenne inizio del ministero petrino, 24 aprile 2005.
[3] Conversazione nella Cattedrale di Bressanone, 6 agosto 2008.
[4] Messaggio per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, 21 luglio 2022.
[5] «C’è infatti un vero “debito ecologico”, soprattutto tra il Nord e il Sud, connesso a squilibri commerciali con conseguenze in ambito ecologico, come pure all’uso sproporzionato delle risorse naturali compiuto storicamente da alcuni Paesi» (Laudato si’, 51).
[6] Omelia presso il Lago S. Anna, Canada, 26 luglio 2022.

[00869-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Chers frères et sœurs!

“Que la justice et la paix jaillissent” est cette année le thème du Temps œcuménique de de la Création, inspiré des paroles du prophète Amos: « Que le droit jaillisse comme une source ; la justice, comme un torrent qui ne tarit jamais» (5, 24).

Cette image expressive d’Amos nous dit ce que Dieu désire. Dieu veut que règne la justice, essentielle à notre vie d’enfants à l’image de Dieu, comme l’est l’eau à notre survie physique. Cette justice doit émerger là où elle est nécessaire, et non pas se cacher en profondeur ou disparaître comme l’eau qui s’évapore, avant qu’elle n’ait pu nous soutenir. Dieu veut que chacun cherche à être juste en toute situation, qu’il s’efforce toujours de vivre selon ses lois et de permette ainsi à la vie de s’épanouir pleinement. Lorsque nous cherchons d’abord le royaume de Dieu (cf. Mt 6, 33), en maintenant une juste relation avec Dieu, l’humanité et la nature, alors la justice et la paix peuvent jaillir, comme un courant inépuisable d’eau pure, nourrissant l’humanité et toutes les créatures.

Par une belle journée d’été de juillet 2022, j’ai médité sur ces questions lors de mon pèlerinage sur les rives du lac Sainte-Anne, dans la province d’Alberta, au Canada. Ce lac a été et est toujours un lieu de pèlerinage pour de nombreuses générations d’autochtones. Comme je l’ai dit à cette occasion, accompagné par le son des tambours : «Combien de cœurs sont arrivés ici, anxieux et essoufflés, appesantis par les fardeaux de la vie, et ont trouvé près de ces eaux la consolation et la force pour aller de l’avant ! Ici aussi, immergé dans la création, se fait entendre un autre battement, le battement maternel de la terre. Et comme le battement des bébés, depuis le sein maternel, est en harmonie avec celui des mères, ainsi pour grandir en tant qu’êtres humains, nous avons besoin d’ajuster les rythmes de la vie avec ceux de la création qui donne la vie».[1]

En ce Temps de la Création, attardons-nous sur ces battements de cœur : les nôtres, ceux de nos mères et de nos grands-mères, les battements de cœur de la création et du cœur de Dieu. Aujourd’hui, ils ne sont pas en harmonie, ils ne battent pas ensemble dans la justice et la paix. Trop de gens sont empêchés de s’abreuver à ce fleuve puissant. Écoutons donc l’appel à être aux côtés des victimes de l’injustice environnementale et climatique, et à mettre fin à cette guerre insensée à la création.

Nous voyons les effets de cette guerre en beaucoup de fleuves qui s’assèchent. «Les déserts extérieurs se multiplient dans notre monde, parce que les déserts intérieurs sont devenus très grands», a déclaré BenoîtXVI.[2] Le consumérisme rapace, alimentée par des cœurs égoïstes, bouleverse le cycle d’eau de la planète. L’utilisation effrénée des combustibles fossiles et l’abattage des forêts entraînent une hausse des températures et de graves sécheresses. Des pénuries d’eau effrayantes touchent de plus en plus nos habitations, des petites communautés rurales aux grandes métropoles. En outre, les industries prédatrices épuisent et polluent nos sources d’eau potable par des pratiques extrêmes telles que la fracturation hydraulique pour l’extraction du pétrole et du gaz, les projets de méga-extraction incontrôlée et l’élevage intensif d’animaux. "Soeur eau", comme l’appelle saint François, est pillée et transformée en «marchandise sujette aux lois du marché» (Enc. Laudato si', n. 30).

Le Groupe Intergouvernemental sur l’Évolution du Climat (GIEC) affirme qu’une action urgente pour le climat nous permettrait de ne pas manquer l’occasion de créer un monde plus durable et plus juste. Nous pouvons, nous devons, empêcher les pires conséquences de se produire. «Il y a tant de choses que l’on peut faire ! » (ibid., n. 180), si, comme autant de ruisseaux et de torrents, nous finissons par nous réunir en un puissant fleuve pour irriguer la vie de notre merveilleuse planète et de notre famille humaine pour les générations à venir. Joignons nos mains et accomplissons des pas courageux pour que la justice et la paix coulent sur toute la Terre.

Comment pouvons-nous contribuer au puissant fleuve de la justice et de la paix en ce Temps de la Création ? Que pouvons-nous faire, en particulier en tant qu’Églises chrétiennes, pour restaurer notre maison commune afin qu’elle grouille à nouveau de vie ? Nous devons décider de transformer nos cœurs, nos modes de vie et les politiques publiques qui régissent nos sociétés.

Tout d’abord, contribuons à ce puissant fleuve en transformant nos cœurs. C’est essentiel pour que toute autre transformation puisse commencer. C’est la “conversion écologique” que saint Jean-Paul II nous a exhortés à entreprendre : le renouvellement de notre relation avec la création, de sorte que nous ne la considérions plus comme un objet à exploiter, mais que nous la chérissions comme un don sacré du Créateur. Rendons-nous compte donc qu’une approche d’ensemble exige que nous pratiquions le respect écologique selon quatre directions : envers Dieu, envers nos semblables d’aujourd'hui et de demain, envers l’ensemble de la nature et envers nous-mêmes.

En ce qui concerne la première de ces dimensions, Benoît XVI a identifié un besoin urgent de comprendre que la Création et la Rédemption sont inséparables : «Le Rédempteur est le Créateur et si nous n’annonçons pas Dieu dans cette grandeur totale qui est la sienne – de Créateur et de Rédempteur – nous dévalorisons également la Rédemption».[3] La création fait référence au mystérieux et magnifique acte de Dieu qui consiste à créer cette majestueuse et belle planète et cet univers à partir de rien, ainsi qu’au résultat de cet acte, toujours en cours, que nous expérimentons comme un don inépuisable. Au cours de la liturgie et de la prière personnelle dans la «grande cathédrale de la création»,[4] nous nous souvenons du Grand Artiste qui crée tant de beauté et nous réfléchissons au mystère du choix amoureux de créer le cosmos.

Deuxièmement, nous contribuons à l’écoulement de ce puissant fleuve en transformant nos modes de vie. Partant de l’admiration reconnaissante du Créateur et de la création, repentons-nous de nos “péchés écologiques”, comme le dit mon frère, le Patriarche Œcuménique Bartholomée. Ces péchés blessent le monde naturel, et aussi nos frères et sœurs. Avec l’aide de la grâce de Dieu, adoptons des modes de vie avec moins de gaspillage et moins de consommation inutile, en particulier là où les processus de production ne sont pas durables et toxiques. Cherchons à être attentifs le plus possible à nos habitudes et à nos choix économiques, afin que tous s’en portent mieux : nos semblables, où qu’ils soient, et aussi les enfants de nos enfants. Collaborons à la création continue de Dieu par des choix positifs : en faisant un usage le plus modéré possible des ressources, en pratiquant une sobriété joyeuse, en éliminant et en recyclant les déchets, et en utilisant les produits et services, de plus en plus disponibles, qui sont écologiquement et socialement responsables.

Enfin, pour que le fleuve puissant continue de couler, nous devons transformer les politiques publiques qui régissent nos sociétés et qui façonnent la vie des jeunes d’aujourd'hui et de demain. Des politiques économiques qui favorisent l’enrichissement scandaleux de quelques-uns et la dégradation des conditions de vie du plus grand nombre signifient la fin de la paix et de la justice. Il est évident que les Nations les plus riches ont accumulé une “dette écologique” (Laudato si', n. 51).[5] Les dirigeants mondiaux participant au sommet COP28, prévu à Dubaï du 30 novembre au 12 décembre de cette année, doivent écouter la science et entamer une transition rapide et équitable pour mettre fin à l’ère des combustibles fossiles. Selon les engagements de l’Accord de Paris visant à réduire le risque de réchauffement global, il est absurde de permettre la poursuite de l’exploration et de l'expansion des infrastructures liées aux combustibles fossiles. Élevons la voix pour mettre fin à cette injustice faite aux pauvres et à nos enfants, qui subiront les pires impacts du changement climatique. J’en appelle à toutes les personnes de bonne volonté pour qu’elles agissent en fonction de ces orientations concernant la société et la nature.

Une autre perspective parallèle est spécifique à l’engagement de l’Église catholique pour la synodalité. Cette année, la clôture du Temps de la Création, le 4 octobre, fête de saint François, coïncidera avec l’ouverture du Synode sur la Synodalité. Comme les fleuves alimentés par mille petits ruisseaux et de plus grands torrents, le processus synodal qui a commencé en octobre 2021 invite toutes les composantes, au niveau personnel et communautaire, à converger en un fleuve majestueux de réflexion et de renouveau. L’ensemble du peuple de Dieu est engagé dans un passionnant chemin de dialogue et de conversion synodale.

De même, comme un bassin fluvial avec ses nombreux affluents, grands et petits, l’Église est une communion d’innombrables Églises locales, de communautés religieuses et d’associations qui se nourrissent de la même eau. Chaque source apporte sa contribution unique et irremplaçable, jusqu’à ce que toutes confluent dans le vaste océan de l’amour miséricordieux de Dieu. De même qu’un fleuve est une source de vie pour l’environnement qui l’entoure, de même notre Église synodale doit être une source de vie pour la maison commune et tous ceux qui y vivent. Et de même qu’un fleuve donne vie à toutes sortes d’espèces animales et végétales, de même une Église synodale doit donner vie en semant justice et paix dans tous les lieux qu’elle atteint.

En juillet 2022 au Canada, j’ai évoqué la mer de Galilée où Jésus a guéri et consolé beaucoup de personnes, et où il a proclamé “une révolution de l’amour”. J’ai appris que le Lac Sainte-Anne est aussi un lieu de guérison, de consolation et d’amour, un lieu qui nous rappelle que «la fraternité est véritable si elle unit ceux qui sont éloignés, que le message d’unité que le Ciel envoie sur la terre ne craint pas les différences et nous invite à la communion, à la communion des différences, pour repartir ensemble, parce que tous – tous ! – nous sommes des pèlerins en marche»[6].

En ce Temps de la Création, en tant que disciples du Christ dans notre marche synodale commune, vivons, travaillons et prions pour que notre maison commune regorge à nouveau de vie. Que l’Esprit Saint continue de planer sur les eaux et qu’il nous guide pour «renouveler la face de la terre» (c. Ps 104, 30).

Rome, Saint-Jean-de-Latran, le 13 mai 2023.

FRANÇOIS

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[1] Homélie près du Lac Ste. Anne, Canada, 26 juillet 2022.
[2] Homélie de la Messe inaugurale du Pontificat, 24 avril 2005.
[3] Rencontre avec le clergé du diocèse de Bressanone, 6 août 2008.
[4] Message pour la Journée Mondiale de Prière pour la Sauvegarde de la Création, 21 juillet 2022.
[5] « Il y a, en effet, une vraie “ dette écologique ”, particulièrement entre le Nord et le Sud, liée à des déséquilibres commerciaux, avec des conséquences dans le domaine écologique, et liée aussi à l’utilisation disproportionnée des ressources naturelles, historiquement pratiquée par certains pays » (Laudato si', n. 51).
[6] Homélie près du Lac Ste. Anne, Canada, 26 juillet 2022

[00869-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Dear brothers and sisters!

“Let Justice and Peace Flow” is the theme of this year’s ecumenical Season of Creation, inspired by the words of the prophet Amos: “Let justice flow on like a river, righteousness like a never-failing stream” (5:24).

The evocative image used by Amos speaks to us of what God desires. God wants justice to reign; it is as essential to our life as God’s children made in his likeness as water is essential for our physical survival. This justice must flow forth wherever it is needed, neither remaining hidden deep beneath the ground nor vanishing like water that evaporates before it can bring sustenance. God wants everyone to strive to be just in every situation, to live according to his laws and thus to enable life to flourish. When we “seek first the kingdom of God” (Mt 6:33), maintaining a right relationship with God, humanity and nature, then justice and peace can flow like a never-failing stream of pure water, nourishing humanity and all creatures.

On a beautiful summer day in July 2022, during my pilgrimage to Canada, I reflected on this on the shores of Lac Ste.Anne in Alberta. That lake has been a place of pilgrimage for many generations of indigenous people. Surrounded by the beating of drums, I thought: “How many hearts have come here with anxious longing, weighed down by life’s burdens, and found by these waters consolation and strength to carry on! Here, immersed in creation, we can also sense another beating: the maternal heartbeat of the earth. Just as the hearts of babies in the womb beat in harmony with those of their mothers, so in order to grow as people, we need to harmonize our own rhythms of life with those of creation, which gives us life”.[1]

During this Season of Creation, let us dwell on those heartbeats: our own and those of our mothers and grandmothers, the heartbeat of creation and the heartbeat of God. Today they do not beat in harmony; they are not harmonized in justice and peace. Too many of our brothers and sisters are prevented from drinking from that mighty river. Let us heed our call to stand with the victims of environmental and climate injustice, and to put an end to the senseless war against creation.

The effects of this war can be seen in the many rivers that are drying up. Benedict XVI once observed that: “the external deserts in the world are growing, because the internal deserts have become so vast”.[2] Consumerist greed, fuelled by selfish hearts, is disrupting the planet’s water cycle. The unrestrained burning of fossil fuels and the destruction of forests are pushing temperatures higher and leading to massive droughts. Alarming water shortages increasingly affect both small rural communities and large metropolises. Moreover, predatory industries are depleting and polluting our freshwater sources through extreme practices such as fracking for oil and gas extraction, unchecked mega-mining projects, and intensive animal farming. “Sister Water”, in the words of Saint Francis of Assisi, is pillaged and turned into “a commodity subject to the laws of the market” (Laudato si’, 30).

The United Nations Intergovernmental Panel on Climate Change has stated that acting now with greater urgency means that we will not miss our chance to create a more sustainable and just world. We can and we must prevent the worst from happening. “Truly, much can be done” (ibid., 180), provided we come together like so many streams, brooks and rivulets, merging finally in a mighty river to irrigate the life of our marvellous planet and our human family for generations to come. So let us join hands and take bold steps to “Let Justice and Peace Flow” throughout our world.

How can we contribute to the mighty river of justice and peace in this Season of Creation? What can we, particularly as Christian communities, do to heal our common home so that it can once again teem with life? We must do this by resolving to transform our hearts, our lifestyles, and the public policies ruling our societies.

First, let us join the mighty river by transforming our hearts. This is essential for any other transformation to occur; it is that “ecological conversion” which Saint John Paul II encouraged us to embrace: the renewal of our relationship with creation so that we no longer see it as an object to be exploited but cherish it instead as a sacred gift from our Creator. Furthermore, we should realize that an integral approach to respect for the environment involves four relationships: with God, with our brothers and sisters of today and tomorrow, with all of nature, and with ourselves.

As to the first of these relationships, Pope Benedict XVI spoke of the urgent need to recognize that creation and redemption are inseparably linked: “The Redeemer is the Creator and if we do not proclaim God in his full grandeur – as Creator and as Redeemer – we also diminish the value of the redemption”.[3] Creation refers both to God’s mysterious, magnificent act of creating this majestic, beautiful planet and universe out of nothing and to the continuing result of that act, which we experience as an inexhaustible gift. During the liturgy and personal prayer in “the great cathedral of creation”,[4] let us recall the great Artist who creates such beauty, and reflect on the mystery of that loving decision to create the cosmos.

Second, let us add to the flow of this mighty river by transforming our lifestyles. Starting from grateful wonder at the Creator and his creation, let us repent of our “ecological sins”, as my brother, Ecumenical Patriarch Bartholomew, has urged. These sins harm the world of nature and our fellow men and women. With the help of God’s grace, let us adopt lifestyles marked by less waste and unnecessary consumption, especially where the processes of production are toxic and unsustainable. Let us be as mindful as we can about our habits and economic decisions so that all can thrive – our fellow men and women wherever they may be, and future generations as well. Let us cooperate in God’s ongoing creation through positive choices: using resources with moderation and a joyful sobriety, disposing and recycling waste, and making greater use of available products and services that are environmentally and socially responsible.

Lastly, for the mighty river to continue flowing, we must transform the public policies that govern our societies and shape the lives of young people today and tomorrow. Economic policies that promote scandalous wealth for a privileged few and degrading conditions for many others, spell the end of peace and justice. It is clear that the richer nations have contracted an “ecological debt” that must be paid (cf. Laudato si’, 51).[5] The world leaders who will gather for the COP28 summit in Dubai from 30 November to 12 December next must listen to science and institute a rapid and equitable transition to end the era of fossil fuel. According to the commitments undertaken in the Paris Agreement to restrain global warming, it is absurd to permit the continued exploration and expansion of fossil fuel infrastructures. Let us raise our voices to halt this injustice towards the poor and towards our children, who will bear the worst effects of climate change. I appeal to all people of good will to act in conformity with these perspectives on society and nature.

Another parallel perspective has to do with the Catholic Church’s commitment to synodality. This year, the closing of the Season of Creation on 4 October, the feast of Saint Francis of Assisi, will coincide with the opening of the Synod on Synodality. Like rivers in nature, fed by myriad tiny brooks and larger streams and rivulets, the synodal process that began in October 2021 invites all those who take part on a personal or community level, to coalesce in a majestic river of reflection and renewal. The entire People of God is being invited to an immersive journey of synodal dialogue and conversion.

So too, like a river basin with its many tiny and larger tributaries, the Church is a communion of countless local Churches, religious communities and associations that draw from the same shared waters. Each source adds its unique and irreplaceable contribution, until all flow together into the vast ocean of God’s loving mercy. In the same way that a river is a source of life for its surroundings, our synodal Church must be a source of life for our common home and all its inhabitants. In the same way that a river gives life to all kinds of animal and plant life, a synodal Church must give life by sowing justice and peace in every place it reaches.

In Canada, in July 2022, I spoke of the Sea of Galilee where Jesus brought healing and consolation to many people and proclaimed “a revolution of love”. Lac Ste. Anne, I learned, is also a place of healing, consolation and love, a place that “reminds us that fraternity is genuine if it unites those who are far apart, [and] that the message of unity that heaven sends down to earth does not fear differences, but invites us to fellowship, a communion of differences, in order to start afresh together, because we are all pilgrims on a journey”.[6]

In this Season of Creation, as followers of Christ on our shared synodal journey, let us live, work and pray that our common home will teem with life once again. May the Holy Spirit once more hover over the waters and guide our efforts to “renew the face of the earth” (cf. Ps

Rome, Saint John Lateran, 13 May 2023

FRANCIS

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[1] Homily at Lac Ste. Anne, Canada, 26 July 2023.
[2] Homily for the Solemn Inauguration of the Petrine Ministry, 24 April 2005.
[3] Conversation at the Cathedral of Bressanone, 6 August 2008.
[4] Message for the World Day of Prayer for the Care of Creation, 21 July 2022.
[5] “A true ‘ecological debt’ exists, particularly between the global north and south, connected to commercial imbalances with effects on the environment, and the disproportionate use of natural resources by certain countries over long periods of time” (Laudato si’, 51).
[6] Homily at Lac Ste. Anne, Canada, 26 July 2022.

[00869-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

“Que la justicia y la paz fluyan” es el tema del Tiempo ecuménico de la Creación de este año, inspirado en las palabras del profeta Amós: «Que el derecho corra como el agua, y la justicia como un torrente inagotable» (5,24).

Esta expresiva imagen de Amós nos dice lo que Dios desea. Dios quiere que reine la justicia, que es esencial para nuestra vida de hijos a imagen de Dios, como el agua lo es para nuestra supervivencia física. Esta justicia debe surgir allí donde sea necesaria, no esconderse demasiado en lo profundo o desaparecer como el agua que se evapora, antes de podernos sostener. Dios quiere que cada uno busque ser justo en cada situación; se esfuerce siempre en vivir según sus leyes y, por tanto, en hacer posible que la vida florezca en plenitud. Cuando buscamos ante todo el reino de Dios (cf. Mt 6,33), manteniendo una justa relación con Dios, la humanidad y la naturaleza, entonces la justicia y la paz pueden fluir, como una corriente inagotable de agua pura, nutriendo a la humanidad y a todas las criaturas.

En julio de 2022, en un hermoso día de verano, medité sobre estos argumentos durante mi peregrinación a las riberas del lago Santa Ana, en la provincia de Alberta, en Canadá. Ese lago ha sido y sigue siendo un lugar de peregrinación para muchas generaciones de indígenas. Como dije en aquella ocasión, acompañado por el sonido de los tambores: «¡Cuántos corazones llegaron aquí anhelantes y fatigados, lastrados por las cargas de la vida, y junto a estas aguas encontraron la consolación y la fuerza para seguir adelante! También aquí, sumergidos en la creación, hay otro latido que podemos escuchar, el latido materno de la tierra. Y así como el latido de los niños, desde el seno materno, está en armonía con el de sus madres, del mismo modo para crecer como seres humanos necesitamos acompasar los ritmos de la vida con los de la creación que nos da la vida».[1]

En este Tiempo de la Creación, detengámonos en estos latidos del corazón: el nuestro, el de nuestras madres y abuelas, el latido del corazón creado y del corazón de Dios. Hoy no están en armonía, no laten juntos en la justicia y en la paz. A muchos se les impide de beber en este río vigoroso. Escuchemos entonces la llamada a estar al lado de las víctimas de la injusticia ambiental y climática, y a poner fin a esta insensata guerra contra la creación.

Vemos los efectos de esta guerra en los muchos ríos que se están secando. «Los desiertos exteriores se multiplican en el mundo, porque se han extendido los desiertos interiores», afirmó una vez Benedicto XVI.[2] El consumismo rapaz, alimentado por corazones egoístas, está perturbando el ciclo del agua en el planeta. El uso desenfrenado de combustibles fósiles y la tala de los bosques están produciendo un aumento de las temperaturas y provocando graves sequías. Horribles carestías de agua afligen cada vez más a nuestras casas, desde las pequeñas comunidades rurales hasta las grandes metrópolis. Además, industrias depredadoras están consumiendo y contaminado nuestras fuentes de agua potable con prácticas extremas como la fracturación hidráulica, para la extracción de petróleo y gas, los proyectos de mega-extracción descontrolada y la cría intensiva de animales. La “Hermana agua”, como la llama san Francisco, es saqueada y trasformada en «mercancía que se regula por las leyes del mercado» (Carta enc. Laudato si’, 30).

El Grupo Intergubernamental de las Naciones Unidas sobre el Cambio Climático (IPCC) afirma que una acción urgente por el clima puede garantizarnos no perder la ocasión de crear un mundo más sostenible y justo. Podemos, debemos evitar que se verifiquen las consecuencias peores. «¡Es tanto lo que sí se puede hacer!» (ibid., 180), si, como muchos arroyos y torrentes, al final confluimos juntos en un río potente para irrigar la vida de nuestro maravilloso planeta y de nuestra familia humana para las generaciones futuras. Unamos nuestras manos y demos pasos valientes para que la justicia y la paz fluyan en toda la Tierra.

¿Cómo podemos contribuir al río poderoso de la justicia y de la paz en este Tiempo de la Creación? ¿Qué podemos hacer nosotros, sobre todo como Iglesias cristianas, para sanar nuestra casa común de modo que vuelva estar llena de vida? Debemos decidir transformar nuestros corazones, nuestros estilos de vida y las políticas públicas que gobiernan nuestra sociedad.

En primer lugar, ayudemos a este río poderoso transformando nuestros corazones. Esto es esencial si se quiere iniciar cualquier otra transformación. Es la “conversión ecológica” que san Juan Pablo II nos instó a realizar: la renovación de nuestra relación con la creación, de modo que no la consideremos ya como un objeto del que aprovecharnos, sino por el contrario, la custodiemos como un don sagrado del Creador. Démonos cuenta, además, que un enfoque integral requiere poner en práctica el respeto ecológico en cuatro direcciones: hacia Dios, hacia nuestros semejantes de hoy y de mañana, hacia toda la naturaleza y hacia nosotros mismos.

En cuanto a la primera de estas dimensiones, Benedicto XVI señaló la urgente necesidad de comprender que creación y redención son inseparables: «El Redentor es el Creador, y si nosotros no anunciamos a Dios en toda su grandeza, de Creador y de Redentor, quitamos valor también a la Redención».[3] La creación se refiere al misterioso y magnífico acto de Dios que crea de la nada este majestuoso y bellísimo planeta, así como este universo, y también al resultado de esta acción, todavía en marcha, que experimentamos como un don inagotable. Durante la liturgia y la oración personal en la «gran catedral de la creación»,[4] recordemos al Gran Artista que crea tanta belleza y reflexionemos sobre el misterio de la amorosa decisión de crear el cosmos.

En segundo lugar, contribuyamos al flujo de este potente río transformando nuestros estilos de vida. A partir de la grata admiración del Creador y de la creación, arrepintámonos de nuestros “pecados ecológicos”, como advierte mi hermano, el Patriarca Ecuménico Bartolomeo. Estos pecados dañan el mundo natural y también a nuestros hermanos y a nuestras hermanas. Con la ayuda de la gracia de Dios, adoptemos estilos de vida que impliquen menos desperdicio y menos consumo innecesarios, sobre todo allí donde los procesos de producción son tóxicos e insostenibles. Tratemos de estar lo más atentos posible a nuestros hábitos y decisiones económicas, de modo que todos puedan estar mejor: nuestros semejantes, donde quiera que se encuentren, y también los hijos de nuestros hijos. Colaboremos en la continua creación de Dios a través de decisiones positivas, haciendo un uso lo más moderado posible de los recursos, practicando una gozosa sobriedad, eliminando y reciclando los desechos y recurriendo a los productos y a los servicios, cada vez más disponibles que son ecológicamente y socialmente responsables.

Finalmente, para que el río poderoso sigua fluyendo, debemos transformar las políticas públicas que gobiernan nuestras sociedades y modelan la vida de los jóvenes de hoy de mañana. Las políticas económicas que favorecen riquezas escandalosas para unos pocos y condiciones de degradación para muchos determinan el final de la paz y la justicia. Es obvio que las naciones más ricas han acumulado una “deuda ecológica” (Laudato si’, 51).[5] Los líderes mundiales que estarán presentes en la cumbre COP28, programada en Dubái del 30 de noviembre al 12 de diciembre de este año, deben escuchar la ciencia e iniciar una transición rápida y equitativa para poner fin a la era de los combustibles fósiles. Según los compromisos del Acuerdo de París para frenar el riesgo de calentamiento global, es una contradicción consentir la continua explotación y expansión de las infraestructuras para los combustibles fósiles. Levantamos la voz para detener esta injusticia hacia los pobres y hacia nuestros hijos, que sufrirán las peores consecuencias del cambio climático. Hago un llamado a todas las personas de buena voluntad para que actúen en base a estas orientaciones sobre la sociedad y la naturaleza.

Otra perspectiva paralela se refiere específicamente al compromiso de la Iglesia católica con la sinodalidad. Este año, el cierre del Tiempo de la Creación, el 4 de octubre, fiesta de san Francisco, coincidirá con la apertura del Sínodo sobre la Sinodalidad. Como los ríos que se alimentan de miles de minúsculos arroyos y torrentes más grandes, el proceso sinodal iniciado en octubre de 2021 invita a todos los componentes, en su dimensión personal y comunitaria, a converger en un río majestuoso de reflexión y renovación. Todo el Pueblo de Dios es acogido en un apasionante camino de dialogo y conversión sinodal.

Del mismo modo, como una cuenca fluvial con sus muchos afluentes grandes y pequeños, la Iglesia es una comunión de innumerables Iglesias locales, comunidades religiosas y asociaciones que se alimentan de la misma agua. Cada manantial añade su contribución única e insustituible, para que todas confluyan en el vasto océano del amor misericordioso de Dios. Como un río es fuente de vida para el ambiente que lo circunda, así nuestra Iglesia sinodal debe ser fuente de vida para la casa común y para todos aquellos que la habitan. Y como un río da vida a toda clase de especies animales y vegetales, también una Iglesia sinodal debe dar vida sembrando justicia y paz en cualquier lugar a donde llegue.

En julio de 2022 en Canadá, recordé el Mar de Galilea donde Jesús curó y consoló a mucha gente, y donde proclamó “una revolución de amor”. Escuché que también el Lago de Santa Ana es un lugar de curación, consolación y amor, un lugar que «nos recuerda que la fraternidad es verdadera si une a los que están distanciados, que el mensaje de unidad que el cielo envía a la tierra no teme las diferencias y nos invita a la comunión, a la comunión de las diferencias, para volver a comenzar juntos, porque todos —¡todos!— somos peregrinos en camino».[6]

Que en este Tiempo de la Creación, como seguidores de Cristo en nuestro común camino sinodal, vivamos, trabajemos y oremos para que nuestra casa común esté llena nuevamente de vida. Que el Espíritu Santo siga aleteando sobre las aguas y nos guíe a la “renovación de la superficie de la tierra” (cf. Sal 104,30).

Roma, San Juan de Letrán, 13 de mayo de 2023

FRANCISCO

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[1] Homilía junto al Lago Santa Ana, Canadá, 26 de julio de 2023.
[2] Homilía en ocasión del solemne inicio del ministerio petrino, 24 de abril de 2005.
[3] Encuentro con el clero de la diócesis de Bolzano-Bressanone, 6 de agosto de 2008.
[4] Mensaje para la Jornada Mundial de Oración por el Cuidado de la Creación, 21 de julio de 2022.
[5] «Porque hay una verdadera “deuda ecológica”, particularmente entre el Norte y el Sur, relacionada con desequilibrios comerciales con consecuencias en el ámbito ecológico, así como con el uso desproporcionado de los recursos naturales llevado a cabo históricamente por algunos países» (Laudato si’, 51).
[6] Homilía junto al Lago Santa Ana, Canadá, 26 julio 2023

[00869-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs,

«Que jorrem a justiça e a paz» é, neste ano, o tema do Tempo ecuménico da Criação, inspirado pelas palavras do profeta Amós: «Jorre a equidade como uma fonte, e a justiça como torrente que não seca» (5, 24).

Esta expressiva imagem de Amós diz-nos aquilo que Deus deseja. Deus quer que reine a justiça, que é essencial para a nossa vida de filhos, criados à imagem de Deus, como é a água para a nossa sobrevivência física. Esta justiça não se deve esconder demasiado em profundidade, nem desaparecer como a água que evapora antes de poder sustentar-nos, mas deve surgir onde houver necessidade. Deus quer que cada um procure ser justo em todas as situações e sempre se esforce por viver segundo as suas leis, permitindo à vida florescer plenamente. Quando buscarmos antes de tudo o Reino dos Céus (cf. Mt 6, 33), mantendo uma justa relação para com Deus, a humanidade e a natureza, então a justiça e a paz poderão jorrar como torrente inexaurível de água pura, vivificando a humanidade e todas as criaturas.

Em julho de 2022, num lindo dia de Verão, convidei a meditar sobre isto durante a minha peregrinação até às margens do Lago de Sant’Ana, província de Alberta, no Canadá. Aquele lago foi, e é, um local de peregrinação para muitas gerações de indígenas. Como disse então, acompanhado pelo rufar dos tambores, «quantos corações chegaram aqui ansiosos e trepidantes, sobrecarregados pelo peso da vida, e junto destas águas encontraram a consolação e a força para continuar! Mas aqui, imerso na criação, há outro batimento que podemos escutar: a palpitação materna da terra. E assim como o batimento dos bebés, ainda no seio materno, está em harmonia com o das mães, assim também para crescer como seres humanos precisamos de cadenciar os ritmos da existência com os da criação que nos dá vida».[1]

Neste Tempo da Criação, detenhamo-nos a sondar estes batimentos do coração: o nosso, o das nossas mães e das nossas avós, o pulsar do coração da criação e do coração de Deus. Hoje não estão harmonizados, não batem em uníssono pela justiça e a paz. A muitos, é impedido beber neste rio caudaloso. Ouçamos, pois, o apelo a permanecer ao lado das vítimas da injustiça ambiental e climática, pondo fim a esta guerra insensata contra a criação.

Vemos os efeitos desta guerra em muitos rios que estão a secar. «Os desertos exteriores multiplicam-se no mundo, porque os desertos interiores tornaram-se tão amplos»: afirmou certa vez Bento XVI.[2] O consumismo voraz, alimentado por corações egoístas, está a transtornar o ciclo da água do planeta. O uso desenfreado de combustíveis fósseis e a destruição das florestas estão a criar uma subida das temperaturas e a provocar secas graves. Terríveis carências hídricas estão a afligir cada vez mais as nossas casas, desde as pequenas comunidades rurais até às grandes cidades. Além disso, indústrias predatórias estão a esgotar e poluir as nossas fontes de água potável com atividades extremas, como o fraturamento hidráulico para a extração de petróleo e gás, os megaprojetos de extração descontrolada e a engorda acelerada de animais. Apropriam-se da «irmã água» – como lhe chama São Francisco –, transformando-a em «mercadoria sujeita às leis do mercado» (Papa Francisco, Carta enc. Laudato si', 30).

O Painel Intergovernamental das Nações Unidas sobre Mudanças Climáticas (IPCC) defende uma ação urgente em prol do clima a fim de nos impedir de malbaratar a ocasião para criar um mundo mais sustentável e justo. Podemos e devemos evitar que se verifiquem as piores consequências. E «é tanto o que se pode fazer» (Ibid., 180), se no final, como tantos riachos e torrentes, confluirmos num rio caudaloso para irrigar a vida deste nosso planeta maravilhoso e das gerações futuras da nossa família humana. Unamos as mãos e demos passos corajosos, para que a justiça e a paz jorrem em toda a Terra.

Como podemos contribuir para o rio caudaloso da justiça e da paz neste Tempo da Criação? Que podemos nós, sobretudo como Igrejas cristãs, fazer para sanar a nossa casa comum, para que volte a pulular de vida? Devemos decidir-nos a transformar os nossos corações, os nossos estilos de vida e as políticas públicas que regem a nossa sociedade.

Em primeiro lugar, contribuamos para este rio caudaloso transformando os nossos corações. Isto é essencial, se se quer começar qualquer outra transformação. É a «conversão ecológica» que São João Paulo II nos exortava a realizar: a renovação do nosso relacionamento com a criação, de modo que já não a consideremos como objeto a explorar, mas, ao contrário, guardemo-la como um sacro dom do Criador. Depois, consciencializemo-nos de que uma abordagem global requer que se pratique o respeito ecológico nas quatro vertentes: para com Deus, para com os nossos semelhantes de hoje e de amanhã, para com toda a natureza e para com nós próprios.

Quanto à primeira destas dimensões, Bento XVI identificou como urgente a necessidade de compreender que Criação e Redenção são inseparáveis: «O Redentor é o Criador e, se nós não anunciarmos Deus nesta sua grandeza total – de Criador e de Redentor –, tiraremos valor à Redenção».[3] A criação refere-se à ação misteriosa e magnífica de Deus criar do nada este majestoso e belo planeta e o universo inteiro, e também ao resultado de tal ação, ainda em curso, que experimentamos como um dom inexaurível. Durante a liturgia e a oração pessoal na «grande catedral da criação»,[4] recordemos o Grande Artista que cria tanta beleza e reflitamos sobre o mistério da sua amorosa opção de criar o mundo.

Em segundo lugar, contribuamos para o fluxo deste rio caudaloso, transformando os nossos estilos de vida. Partindo duma grata admiração do Criador e da criação, arrependamo-nos dos nossos «pecados ecológicos», como adverte o meu irmão Patriarca Ecuménico Bartolomeu. Estes pecados prejudicam o mundo natural e também os nossos irmãos e irmãs. Com a ajuda da graça de Deus, adotemos estilos de vida com menor desperdício e menos consumos inúteis, sobretudo onde os processos de produção são tóxicos e insustentáveis. Procuremos estar o mais possível atentos aos nossos hábitos e opções económicas, para que todos possam estar melhor: os nossos semelhantes, onde quer que se encontrem, e também os filhos dos nossos filhos. Colaboremos para esta criação contínua de Deus através de opções positivas: fazendo o uso mais moderado possível dos recursos, praticando uma jubilosa sobriedade, separando e reciclando o lixo e recorrendo a produtos e serviços – e há tantos à nossa disposição – que sejam ecológica e socialmente responsáveis.

Por fim, para que o rio caudaloso continue a jorrar, devemos transformar as políticas públicas que regem as nossas sociedades e moldam a vida dos jovens de hoje e de amanhã. Políticas económicas, que favorecem riquezas escandalosas para poucos e condições degradantes para tantos, decretam o fim da paz e da justiça. É evidente que as nações mais ricas acumularam – e cito a encíclica Laudato si’ – uma «dívida ecológica».[5] Os líderes mundiais presentes na cimeira COP28, programada de 30 de novembro a 12 de dezembro deste ano em Dubai, devem ouvir a ciência e começar uma transição rápida e equitativa para acabar com a era dos combustíveis fósseis. À luz dos compromissos do Acordo de Paris tendentes a suspender o risco do aquecimento global, é insensato permitir a exploração e expansão contínua das infraestruturas para os combustíveis fósseis. Levantemos a voz para deter esta injustiça para com os pobres e os nossos filhos, que sofrerão os impactos piores da mudança climática. Apelo a todas as pessoas de boa vontade para agirem de acordo com estas orientações acerca da sociedade e da natureza.

Numa perspetiva paralela, mais específica do serviço da Igreja Católica, temos a sinodalidade. Este ano, o encerramento do Tempo da Criação, na festa de São Francisco a 4 de outubro, coincidirá com a abertura do Sínodo sobre a Sinodalidade. Como os rios que são alimentados por mil ribeirinhos e torrentes maiores, o processo sinodal, iniciado em outubro de 2021, convida todos os componentes, a nível pessoal e comunitário, a convergirem num majestoso rio de reflexão e renovação. Todo o Povo de Deus está envolvido num abrangente caminho de diálogo sinodal e conversão.

À semelhança duma bacia hidrográfica com os seus numerosos afluentes grandes e pequenos, a Igreja é uma comunhão de inumeráveis Igrejas locais, comunidades religiosas e associações que se alimentam da mesma água. Cada fonte acrescenta a sua contribuição única e insubstituível, até confluírem todas no vasto oceano do amor misericordioso de Deus. Como um rio é fonte de vida para o ambiente que o rodeia, assim a nossa Igreja sinodal deve ser fonte de vida para a casa comum e quantos nela habitam. E como um rio dá vida a todo o tipo de espécies animal e vegetal, assim uma Igreja sinodal deve dar vida semeando justiça e paz em cada lugar que atinge.

Em julho de 2022, no Canadá, recordei o Mar da Galileia onde Jesus curou e consolou tanta gente e proclamou «uma revolução de amor». Soube que também o Lago de Sant'Ana é um lugar de cura, consolação e amor, um lugar que «nos recorda que a fraternidade é verdadeira se une os distantes, que a mensagem de unidade que o Céu envia à terra não teme as diferenças e convida-nos à comunhão, à comunhão das diferenças, a recomeçar juntos, porque todos – todos! – somos peregrinos a caminho».[6]

Neste Tempo da Criação, como seguidores de Cristo no nosso caminho sinodal comum, vivamos, trabalhemos e rezemos para que a nossa casa comum seja novamente repleta de vida. Que o Espírito Santo continue a pairar sobre as águas e nos guie para renovar a face da terra (cf. Sal 104, 30).

Roma – São João de Latrão, 13 de maio de 2023.

FRANCISCO

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[1] Homilia junto do Lago de Sant’Ana (Canadá 26/VII/2022).
[2] Homilia por ocasião do Início Solene do seu Ministério Petrino (24/IV/2005).
[3] Diálogo com o clero na Catedral de Bressanone (06/VIII/2008).
[4] Mensagem para o Dia Mundial de Oração pelo Cuidado da Criação (21/VII/2022).
[5] «Com efeito, há uma verdadeira “dívida ecológica”, particularmente entre o Norte e o Sul, ligada a desequilíbrios comerciais com consequências no âmbito ecológico e com o uso desproporcionado dos recursos naturais efetuado historicamente por alguns países» (Carta enc. Laudato si’, 51).
[6] Homilia junto do Lago de Sant’Ana (Canadá 26/VII/2022).

[00869-PO.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

Drodzy bracia i siostry!

„Niech się rozleje sprawiedliwość i pokój” – jest to tegoroczny temat Ekumenicznego Czasu dla Stworzenia, zainspirowany słowami proroka Amosa: „Niech sprawiedliwość wystąpi jak woda z brzegów i prawość niech się wyleje jak nie wysychający potok!” (5, 24).

Ten wyrazisty obraz Amosa mówi nam, czego pragnie Bóg. Bóg chce, aby panowała sprawiedliwość, która jest tak istotna dla naszego życia jako dzieci stworzonych na obraz Boga, jak woda dla naszego przetrwania fizycznego. Ta sprawiedliwość musi wyłaniać się tam, gdzie jest potrzebna, a nie ukrywać się zbyt głęboko lub znikać jak woda parująca, zanim będzie mogła nas utrzymywać. Bóg chce, aby każdy starał się być sprawiedliwy w każdej sytuacji, aby zawsze starał się żyć zgodnie z Jego prawami i w ten sposób umożliwiał pełny rozkwit życia. Kiedy szukamy najpierw królestwa Bożego (por. Mt 6, 33), utrzymując właściwą relację z Bogiem, rodzajem ludzkim i przyrodą, wówczas sprawiedliwość i pokój mogą płynąć jak niewyczerpany strumień czystej wody, karmiąc ludzkość i wszystkie stworzenia.

W piękny letni dzień w lipcu 2022 roku rozważałem te sprawy podczas mojej pielgrzymki nad brzegiem jeziora Św. Anna w prowincji Alberta w Kanadzie. Jezioro to było i jest miejscem pielgrzymek dla wielu pokoleń rdzennej ludności. Jak powiedziałem przy tej okazji, przy akompaniamencie bębnów: „Ileż to serc przychodziło tu spragnionych i bez tchu, obciążonych ciężarami życia, i to nad tymi wodami znalazło pocieszenie i siłę, aby iść naprzód! Także tu, zanurzeni w dziele stworzenia, możemy usłyszeć jeszcze jeden bijący rytm, matczyny rytm ziemi. I tak jak tętno dziecka, począwszy od łona matki, jest zharmonizowane z jej tętnem, tak też, aby wzrastać jako istoty ludzkie, musimy dopasować rytmy życia do rytmów stworzenia, dającego nam życie"[1].

W tym Czasie dla Stworzenia skupmy się na tych rytmach serca: naszym, naszych matek i babć, pulsie serca stworzenia i rytmie serca Boga. Dziś nie są one zharmonizowane, nie biją razem w sprawiedliwości i pokoju. Zbyt wielu nie może pić z tej potężnej rzeki. Wysłuchajmy zatem apelu, by stanąć po stronie ofiar niesprawiedliwości środowiskowej i klimatycznej oraz zakończyć tę bezsensowną wojnę ze stworzeniem.

Widzimy skutki tej wojny w wielu wysychających rzekach. „Ponieważ tak rozległe stały się pustynie wewnętrzne, na świecie mnożą się zewnętrzne pustynie” – powiedział kiedyś Benedykt XVI[2]. Rozpasany konsumpcjonizm, napędzany przez samolubne serca, zakłóca obieg wody na naszej planecie. Nieokiełznane wykorzystanie paliw kopalnych i wycinanie lasów powoduje wzrost temperatur i poważne susze. Przerażające niedobory wody coraz częściej dotykają nasze domy, od małych wspólnot wiejskich po duże metropolie. Ponadto grabieżcze gałęzie przemysłu wyczerpują i zanieczyszczają nasze źródła wody pitnej, stosując ekstremalne praktyki, takie jak szczelinowanie hydrauliczne w celu wydobycia ropy i gazu, niekontrolowane megaprojekty wydobywcze i intensywna hodowla zwierząt. „Siostra woda”, jak nazywa ją święty Franciszek, jest rozgrabiana i staje się „towarem podlegającym prawom rynku” (Enc. Laudato si', 30).

Międzyrządowy Zespół ds. Zmian Klimatu (IPCC) stwierdza, że pilne działania na rzecz klimatu mogą zapewnić, iż nie przegapimy okazji do stworzenia bardziej zrównoważonego i sprawiedliwego świata. Możemy i musimy zapobiec, aby nie doszło do gorszych konsekwencji. „Wiele można zrobić!” (tamże, 180), jeśli, podobnie jak wiele strumieni i potoków, w końcu połączymy się w potężną rzekę, aby nawadniać życie naszej wspaniałej planety i naszej ludzkiej rodziny na rzecz przyszłych pokoleń. Połączmy ręce i podejmijmy odważne kroki, aby sprawiedliwość i pokój mogły płynąć po całej Ziemi.

Jak możemy wnieść swój wkład do potężnej rzeki sprawiedliwości i pokoju w tym Czasie dla Stworzenia? Co możemy uczynić, zwłaszcza jako Kościoły chrześcijańskie, aby uzdrowić nasz wspólny dom w taki sposób, żeby na nowo tętnił życiem? Musimy podjąć decyzję o przemianie naszych serc, naszego stylu życia i polityki publicznej, które rządzą naszymi społeczeństwami.

Po pierwsze, wnieśmy swój wkład do tej potężnej rzeki poprzez przemianę naszych serc. Jest to niezbędne, jeśli ma się rozpocząć jakakolwiek inna przemiana. Jest to „nawrócenie ekologiczne”, do którego dokonania wezwał nas św. Jan Paweł II: odnowienie naszej relacji ze stworzeniem, tak abyśmy nie traktowali go już jako przedmiotu wyzysku, ale wręcz przeciwnie, cenili je jako święty dar od Stwórcy. Uświadommy sobie zatem, że holistyczne podejście wymaga od nas praktykowania ekologicznego szacunku w czterech wymiarach: wobec Boga, wobec naszych bliźnich dnia dzisiejszego i jutrzejszego, względem całej przyrody i względem nas samych.

Odnosząc się do pierwszego z tych wymiarów, Benedykt XVI wskazał na pilną potrzebę zrozumienia, że Stworzenie i Odkupienie są nierozłączne: „Odkupiciel jest Stwórcą i jeśli my nie głosimy Boga w całej tej Jego wielkości – jako Stwórcy i Odkupiciela – pomniejszamy również znaczenie samego odkupienia”[3]. Stworzenie odnosi się do tajemniczego i wspaniałego Bożego aktu stworzenia tej majestatycznej i pięknej planety i tego wszechświata z niczego, a także do skutku tego działania, wciąż trwającego, którego doświadczamy jako niewyczerpanego daru. Podczas liturgii i osobistej modlitwy w „wielkiej katedrze stworzenia”[4] wspominamy Wielkiego Artystę, który tworzy jakże wiele piękna i zastanawiamy się nad tajemnicą, wypływającej z miłości, decyzji stworzenia kosmosu.

Po drugie, przyczyńmy się do przepływu tej potężnej rzeki, zmieniając nasz styl życia. Wychodząc od wdzięcznego podziwu dla Stwórcy i stworzenia, wyraźmy skruchę za nasze „grzechy ekologiczne”, jak zauważa mój brat, Patriarcha Ekumeniczny Bartłomiej. Grzechy te wyrządzają szkodzę światu przyrody, a także naszym braciom i siostrom. Z pomocą łaski Bożej podejmijmy styl życia, w którym jest mniej odpadów i mniej niepotrzebnej konsumpcji, zwłaszcza tam, gdzie procesy produkcyjne są toksyczne i niezrównoważone. Starajmy się najbardziej, jak to możliwe zwracać uwagę na nasze nawyki i wybory gospodarcze, aby wszyscy mogli poczuć się lepiej: nasi bliźni, gdziekolwiek się znajdują, a także nasze wnuki. Współpracujmy z nieustannym Bożym dziełem stwórczym poprzez wybory pozytywne: wykorzystując zasoby tak oszczędnie, jak to możliwe, praktykując radosną wstrzemięźliwość, utylizując i przerabiając odpady na surowce wtórne oraz korzystając z coraz bardziej dostępnych produktów i usług, które są odpowiedzialne ekologicznie i społecznie.

Wreszcie, aby potężna rzeka nadal płynęła, musimy zmienić politykę publiczną, która rządzi naszymi społeczeństwami i kształtuje życie dzisiejszej i przyszłej młodzieży. Polityka gospodarcza, która sprzyja skandalicznemu bogactwu nielicznych, a warunkom degradacji dla wielu, oznacza koniec pokoju i sprawiedliwości. Oczywiste jest, że najbogatsze narody zaciągnęły „dług ekologiczny” (Laudato si', 51)[5]. Światowi przywódcy uczestniczący w szczycie COP28, planowanym w Dubaju w dniach od 30 listopada do 12 grudnia bieżącego roku, muszą wysłuchać nauki i rozpocząć szybką i sprawiedliwą przemianę, aby zakończyć erę paliw kopalnych. Zgodnie ze zobowiązaniami podjętymi w ramach porozumienia paryskiego, mającymi na celu ograniczenie groźby globalnego ocieplenia, nonsensem jest zezwalanie na dalszą eksplorację i rozbudowę infrastruktury paliw kopalnych. Podnieśmy głos, aby powstrzymać tę niesprawiedliwość wobec ubogich i naszych dzieci, które poniosą najgorsze skutki zmian klimatycznych. Apeluję do wszystkich ludzi dobrej woli, aby działali zgodnie z tymi wytycznymi, dotyczącymi społeczeństwa i przyrody.

Inna perspektywa równoległa jest specyficzna dla zaangażowania Kościoła katolickiego na rzecz synodalności. W tym roku zakończenie Czasu dla Stworzenia, 4 października, w święto św. Franciszka, zbiegnie się z otwarciem Synodu o Synodalności. Podobnie jak rzeki zasilane tysiącem małych strumieni i większych potoków, proces synodalny, który rozpoczął się w październiku 2021 r., zaprasza wszystkich członków na poziomie osobistym i wspólnotowym, do zgromadzenia się w majestatycznej rzece refleksji i odnowy. Cały Lud Boży jest zaproszony do angażującego procesu dialogu i nawrócenia synodalnego.

Podobnie jak dorzecze rzeki z wieloma dopływami, dużymi i małymi, Kościół jest wspólnotą niezliczonych Kościołów lokalnych, wspólnot zakonnych i stowarzyszeń, które czerpią z tej samej wody. Każde źródło wnosi swój unikalny i niezastąpiony wkład, aż wszystkie wpłyną do ogromnego oceanu miłosiernej miłości Boga. Tak jak rzeka jest źródłem życia dla środowiska, które ją otacza, tak nasz Kościół synodalny musi być źródłem życia dla wspólnego domu i wszystkich, którzy w nim mieszkają. I tak jak rzeka daje życie różnym gatunkom zwierząt i roślin, tak Kościół synodalny musi dawać życie, siejąc sprawiedliwość i pokój w każdym miejscu, do którego dociera.

W lipcu 2022 roku w Kanadzie wspominałem Jezioro Galilejskie, gdzie Jezus uzdrowił i pocieszył bardzo wielu ludzi, i gdzie ogłosił „rewolucję miłości”. Dowiedziałem się, że jezioro Św. Anny jest również miejscem uzdrowienia, pocieszenia i miłości, miejscem, które „przypomina nam, że braterstwo jest prawdziwe, jeśli łączy tych, którzy są od siebie daleko, że orędzie jedności, które Niebo zsyła na ziemię, nie lęka się różnic i zaprasza nas do komunii, do komunii różnic, aby wyruszyć razem, ponieważ wszyscy – wszyscy! – jesteśmy pielgrzymami w drodze”[6].

W tym Czasie dla Stworzenia, jako idący za Chrystusem na naszej wspólnej drodze synodalnej, żyjmy, pracujmy i módlmy się, aby nasz wspólny dom znów obfitował w życie. Niech Duch Święty nadal unosi się nad wodami i prowadzi nas, abyśmy „odnowili oblicze ziemi” (por. Ps 104, 30).

Rzym, u Św. Jana na Lateranie, 13 maja 2023 r.

FRANCISZEK

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[1] Homilia nad jeziorem Św. Anny, Kanada, 26 lipca 2022 r.
[2] Homilia wygłoszona z okazji inauguracji pontyfikatu
[3] Rozmowa w katedrze w Bressanone, 6 sierpnia 2008 r.
[4] Orędzie na Światowy Dzień Modlitw o Ochronę Świata Stworzonego, 21 lipca 2022 r.
[5] „Istnieje bowiem prawdziwy «dług ekologiczny», w szczególności między Północą a Południem, związany z mającym konsekwencje w dziedzinie ekologii brakiem równowagi handlowej oraz z nieproporcjonalnym wykorzystywaniem zasobów naturalnych, jakiego niektóre kraje dopuszczały się w dziejach” (Laudato si’, 51).
[6] Homilia nad jeziorem Św. Anny, Kanada, 26 lipca 2023 r.

[00869-PL.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua araba

رسالة

قداسة البابا فرنسيس

في مناسبة الاحتفال باليوم العالمي للصّلاة من أجل العناية بالخليقة

أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء!

”لِيَجْرِ البِرّ والسّلام“. هذا هو موضوع هذه السّنة لزمن الخليقة المسكوني، المستوحى من كلمات النّبي عاموس: "لِيَجْرِ الحَقُّ كالمِياه والبِرُّ كنَهرٍ لا يَنقَطعِ" (5، 24).

صورة عاموس المعبّرة هذه تقول لنا ما يريده الله. الله يريد أن يسود البِرّ أو العدل، وهو أمر ضروري لحياتنا كأبناء على صورة الله، كما أنّ الماء ضروري لبقائنا الجسدي. يجب أن يظهر هذا البِرّ حيث يلزم، وألّا يختبئ كثيرًا في أعماقنا أو يختفي مثل ماء يتبخر، قبل أن يتمكّن من أن يسندنا. الله يريد من كلّ واحد أن يحاول أن يكون بارًّا عادلًا في كلّ حالة، وأن يسعى دائمًا للعيش وفقًا لشرائعه، وأن يجعل الحياة تزدهر بصورة كاملة. عندما نسعى أوّلًا وقبل كلّ شيء إلى ملكوت الله (راجع متّى 6، 33)، ونحافظ على علاقة صحيحة مع الله والإنسانيّة والطّبيعة، إذّاك يمكن أن يَجرِي العدل والسّلام، مثل تيار لا ينضب من المياه النقيّة، التي تغذّي البشريّة وكلّ المخلوقات.

في تموز/يوليو 2022، في يوم صيفٍ جميل، تأمّلت في هذه المواضيع أثناء حِجّتي إلى شواطئ بحيرة القديسة حنّة في مقاطعة ألبيرتا في كندا. كانت تلك البحيرة وما زالت مكانًا للحجّ لأجيال عديدة من أهل البلد الأصليّين. وكما قلت في تلك المناسبة، على نغم صوت الطّبول: "كم من القلوب التي أتت إلى هنا راغبة متلهفّة، مثقلة بأعباء الحياة، وبالقرب من هذه المياه وجدت العزاء والقوّة للمضي قُدُمًا! وهنا أيضًا، في غمار الخليقة، قلبٌ آخر يخفق يمكن أن نسمعه، إنّه خفقان أمّنا الأرض. وهكذا كما أنّ خفقات قلب الأطفال، في الرّحم، تنسجم مع خفقات قلب الأمهات، كذلك، لكي ننمو كبشر، نحتاج إلى ضبط إيقاعات الحياة لتكون منسجمة مع إيقاعات الخليقة التي تمنحنا الحياة"[1].

في زمن الخليقة هذا، لنتوقّف عند خفقات القلب هذه: خفقات قلبنا، وقلب أمهاتنا وجداتنا، وخفقات قلب الخليقة وقلب الله. اليوم هم ليسوا في انسجام، فهم لا يخفقون معًا في البِرّ والسّلام. مُنِعَ الكثيرون من أن يشربوا من هذا النهر الكبير. لذلك لنصغِ إلى هذا النّداء للوقوف إلى جانب ضحايا الظّلم البيئي والمناخي، ولنَضعْ حدًّا لهذه الحرب الخرقاء على الخليقة.

نرى آثار هذه الحرب في الأنهار العديدة التي تجف. قال البابا بندكتس السّادس عشر مرّة: "الصّحاري الخارجيّة تتكاثر في العالم، لأنّ الصّحاري الدّاخليّة صارت شاسعة"[2]. النّزعة الاستهلاكيّة الجشعة، التي تغذّيها القلوب الأنانية، أفسدت جريان المياه على كوكب الأرض. والاستخدام الزائد للوقود الفحمي وإزالة الغابات أدّى إلى ارتفاع درجات الحرارة وسبّب حالات جفاف شديدة. ونقصٌ مخيف في المياه يؤثّر بشكل متزايد على أماكن سكنانا، سواء في التّجمُّعات الرّيفية الصّغيرة أو في المدن الكبيرة. بالإضافة إلى ذلك، الصّناعات المدَمِّرة تعمل على استنزاف وتلويث ينابيع مياه الشّرب لدينا، بممارسات مفرطة مثل التّكسير المائي لاستخراج النّفط والغاز، ومشاريع الاستخراج الضّخمة الجامحة، والزراعة الحيوانيّة المكثفة، من دون أيّة مراقبة. ”أخونا الماء“ ، كما يسمّيه القدّيس فرنسيس، دُمِّرَ وحُوِّلَ إلى "سلعة تتحكم بها قوانين السّوق" (رسالة عامة بابوية، كُنْ مُسَبَّحًا، 30).

الهيئة الدّولية بين الحكومات المعنية بتغيّر المناخ، والتّابعة للأمم المتّحدة (IPCC) تؤكّد أنّ عملًا عاجلًا لحماية المناخ يمكن أن يضمن عدم تفويت الفرصة في خلق عالم أكثر استدامة وعدلًا. يمكننا، ويجب علينا تجنّب حدوث أسوأ العواقب. "يمكن أن نعمل الكثير!" (المرجع نفسه، 180)، إنْ أسرعنا ووحَّدنا جهودنا معًا في النّهاية، مثل العديد من الجداول والسّيول، التي تجتمع في نهر واحد كبير، لنسقي حياة كوكبنا العجيب وعائلتنا البشريّة مدّة الأجيال القادمة. لنتكاتف ولنتخذ خطوات جريئة حتّى يجري البِرّ والسّلام في كلّ الأرض.

كيف يمكننا أن نساهم في تكوين نهر البِرّ والسّلام الكبير في هذا الوقت، في زمن الخليقة؟ ماذا يمكننا أن نصنع، خاصّة ككنائس مسيحيّة، لترميم بيتنا المشترك حتّى يعجّ بالحياة مرّة أخرى؟ يجب أن نقرّر تغيير قلوبنا وأنماط حياتنا والسّياسات العامّة التي تحكم مجتمعاتنا.

أوّلًا، لنساهم في تكوين هذا النّهر الكبير بتغيير قلوبنا. هذا ضروريّ إن أردنا أن نبدأ في أيّ تغيير آخر. إنّه ”الارتداد الإيكولوجي“ في نفوسنا، الذي حثّنا القدّيس البابا يوحنا بولس الثّاني على القيام به: تجديد علاقتنا مع الخليقة، حتّى لا نعتبرها موضوعًا للاستغلال، بل عطيّة مقدّسة من الخالق يجب أن نحافظ عليها. ثمّ يجب أن ندرك أنّ العمل معًا يقتضي ممارسة احترام البيئة على أربع اتّجاهات: نحو الله، ونحو إخوتنا البشر اليوم وغدًا، ونحو الطّبيعة كلّها، ونحو أنفسنا.

في الاتّجاه الأوّل، بيَّنَ البابا بندكتس السّادس عشر أنَّ هناك حاجة مُلِحَّة لنفهم أنّ الخَلق والفِداء لا ينفصلان: "الفادي هو الخالق، وإن لم نبشِّرْ بالله بكامل عظمته – في كونه، خالقًا وفاديًا - فإنّنا نحِدُّ من قيمة الفداء أيضًا"[3]. يدُلُّ الخَلق على عمل الله السّرّيّ والعجيب في خلقه، من لا شيء، لهذا الكوكب وهذا الكون العظيم والجميل. ويدُلُّ أيضًا على نتيجة هذا العمل، المستمرّ حتّى الآن، وهو عطيّة لا تنتهي نختبرها حتّى الآن. في أثناء القدّاس والصّلاة الشّخصيّة في "كاتدرائيّة الخليقة الكبرى"[4]، لنتذكّر الفنّان الأكبر الذي خلق كلّ هذا الجمال، ولنفكّر في سِرِّ اختياره المُحِبّ لأن يخلق الكون.

ثانيًا، نساهِمْ في جَرَيان هذا النّهر الكبير بتغيير أساليب حياتنا. انطلاقًا من إعجابنا وشكرنا للخالق والخليقة. فَلْنَتُبْ عن ”خطايانا البيئيّة“، كما ينبِّهُنا أخي البطريرك المسكوني برثلماوس. هذه الخطايا تؤذي العالم الطّبيعي وإخوتنا وأخواتنا أيضًا. بمساعدة نعمة الله، يمكننا أن نتبنّى أنماط حياة، فيها هدرٌ أقلّ، واستهلاك أقل وعديم الفائدة، وخاصّة حيث تكون عمليّات الإنتاج مليئة بالسّموم ومضرّة بالحياة. لنحاول أن نكون متنبّهين قدر المستطاع لعاداتنا وخياراتنا الاقتصاديّة، حتّى يستطيع أن يكون الجميع في حالة أفضل: إخوتنا البشر، أينما كانوا، وأبناء أبنائنا أيضًا. لنتعاون حتّى تبقى خليقة الله، بفضل خياراتنا الإيجابيّة: استخدام الموارد باعتدال أكبر قدر الإمكان، والعيش بقناعة وفرح، وإعادة تدوير النّفايات، واستخدام المنتجات والخدمات المتاحة المسؤولة بيئيًّا واجتماعيًّا، وقد أخذت تزداد.

أخيرًا، لكي يستمرّ النّهر الكبير في جريانه، علينا أن نغيّر السّياسات العامّة التي تحكم مجتمعاتنا وتصوغ حياة شباب اليوم والغد. السّياسات الاقتصاديّة التي توفِّر للقليلين غِنًى فاحشًا، وتسبِّب للكثيرين تدهور الأحوال، هي التي تقرِّر نهاية السّلام والعدل. من الواضح أنّ الدّول الغنيّة تراكمت عليها ”الدّيون الإيكولوجيّة“ (كُنْ مُسَبِّحًا، 51)[5]. إنّ قادة العالم الذين سيلتقون في قمة COP28، التي ستُعقد في دبي من 30 تشرين الثّاني/نوفمبر إلى 12 كانون الأوّل/ديسمبر من هذه السّنة، عليهم أن يستمعوا إلى العِلم ويبدأوا، بنقلة سريعة وعادلة، بتحقيق التحوّل المطلوب، ليوقفوا عصر الوقود الحجري. بموجب تعهّدات اتّفاقيّة باريس للحدِّ من مخاطر الاحتباس الحراري، من غير المنطقي السّماح باستمرار الاستكشاف والتّوسّع في البنية التّحتيّة للوقود الحجري. لنرفع أصواتنا لكي نوقف هذا الظّلم للفقراء ولأبنائنا، الذين سيواجهون أسوأ آثار التغيّر المناخي. أُناشد كلّ الأشخاص ذوي النّوايا الحسنة حتّى يتصرّفوا وِفقَ هذه التّوجيهات، مع المجتمع والطّبيعة.

رؤية أخرى موازية خاصّة بالتزام الكنيسة الكاثوليكيّة بالسّينوديّة. هذه السّنة، يتزامن اختتام زمن الخليقة، في 4 تشرين الأوّل/ أكتوبر، وهو عيد القدّيس فرنسيس، مع افتتاح السّينودس حول السّينوديّة. مثل الأنهار التي تغذّيها آلاف الجداول الصّغيرة والسّيول الكثيرة، فإنّ العمليّة السّينوديّة التي بدأت في تشرين الأوّل/أكتوبر 2021 تدعو جميع المكوّنات، على المستوى الشّخصي والجماعات، إلى الالتقاء في نهر كبير من التّأمّل والتّجدّد. سيتمّ استقبال شعب الله كلّه في مسيرة حوار وتوبة سينوديّة مؤثّرة.

وبالطّريقة نفسها، مثل حوض النّهر بروافده الكبيرة والصّغيرة، الكنيسة هي شركة عدد كبير من الكنائس المحلّيّة، والجماعات الرّهبانيّة، والجمعيّات المختلفة، التي تشرب من المياه نفسها. كلّ ينبوع يضيف مساهمته الفريدة والتي لا يمكن الاستغناء عنها، وكلّها تجري معًا إلى المحيط الفسيح الذي هو محبّة الله الرّحيم. وكما أنّ النّهر هو مصدر الحياة للبيئة المحيطة به، هكذا يجب أن تكون كنيستنا السينوديّة مصدر حياة للبيت المشترك ولكلّ الذين يعيشون فيه. وكما يعطي النّهر الحياة لكلّ أنواع الحيوانات والنّباتات، هكذا يجب على الكنيسة السينوديّة أن تُعطي الحياة وتزرع العدل والسّلام في كلّ مكان تصل إليه.

في شهر تمّوز/يوليو 2022 في كندا، ذكرت بحيرة طبريّا حيث شفى يسوع وعزَّى أناسًا كثيرين، وحيث أعلن ”ثورة المحبّة“. وعَلِمتُ أنّ بحيرة القدّيسة حنّة هي أيضًا مكان للشّفاء والتّعزية والمحبّة، ومكان "يذكّرنا أنّ الأخوّة الصّحيحة هي التي توحّد البعيدين، وأنّ رسالة الوَحدة التي ترسلها السّماء إلى الأرض لا تخشى الاختلافات، وتدعونا إلى الشّركة والوَحدة، مع الاختلافات، لنبدأ معًا من جديد، لأنّنا جميعًا حجّاج على الطّريق"[6].

في زمن الخليقة هذا، نحن أتباع للمسيح في مسيرتنا السّينوديّة المشتركة، لنعش ولنعمل ولنصلِّ، لكي يفيض بيتنا المشترك بالحياة من جديد. ليَرِفَّ الرّوح القدس على وجه المياه وليرشدنا "لتجديد وجه الأرض" (راجع مزامير 104، 30).

روما، بازيليكا القدّيس يوحنّا في اللاتران، يوم 13 أيّار/مايو 2023.

فرنسيس

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[1] عظة عند ”بحيرة القدّيسة حنّة“، كندا، 26 تمّوز/يوليو 2022.

[2] عظة في مناسبة البداية الرسمية للخدمة البطرسيّة، 24 نيسان/أبريل 2005.

[3] لقاء البابا بندكتس السّادس عشر مع إكليروس أبرشيّة بريسّانوف، 6 آب/أغسطس 2008.

[4] رسالة البابا فرنسيس في مناسبة الاحتفال باليوم العالمي للصّلاة من أجل العناية بالخليقة، 21 تمّوز/يوليو 2022.

[5] "هناك في الواقع ”دَينٌ إيكولوجيّ“ حقيقيّ، بالأخصّ بين الشّمال والجنوب، يرتبط باختلالات تجارية مقرونة بتداعيات إيكولوجية، وكذلك باستهلاكٍ غير متناسبٍ للمواردِ الطبيعيةِ مُمَارس تاريخيًّا من قبل بعض الدول" (رسالة عامّة بابويّة، كُنْ مُسَبَّحًا، 51)

[6] عظة عند ”بحيرة القدّيسة حنّة“، كندا، 26 تمّوز/يوليو 2022.

[00869-AR.01] [Original text: Italian]

[B0391-XX.02]