«Alla natalità abbiamo dedicato il nome di un ministero e soprattutto, fin dal primo giorno, interventi concreti, risorse importanti e una visione strategica. Ricordando che il fattore economico è importante, ma lo è altrettanto quello culturale». Il ministro Eugenia Roccella, che ieri è intervenuta alla prima giornata degli Stati Generali della Natalità e che ha anche la delega alla Famiglia e alle Pari Opportunità, assicura che il tema dell’inverno demografico è al centro dell’ del governo.
Intendete implementare di nuovo l’assegno unico?
«Innanzi tutto lo stiamo difendendo in Europa, dove è oggetto di una procedura di infrazione. Ricordo poi che lo abbiamo aumentato in modo sensibile, soprattutto per le famiglie numerose. L’assegno unico però è solo uno degli elementi di una strategia ben più ampia».
Prevedete anche il quoziente familiare?
«Più che di quoziente, parlerei di criterio familiare. E già lo stiamo adottando: dalla delega fiscale agli incentivi alle imprese, dai bonus bollette al nuovo assegno di inclusione, il numero dei figli è un parametro fondamentale che abbiamo introdotto in ogni ambito. Con la riforma del fisco intendiamo dare un segnale importante».
Quali sono i vostri obiettivi in termini di aumento di nascite?
«Noi non siamo dirigisti, non siamo per i piani quinquennali. Tanto più su un tema così delicato e personale, su cui la libertà di scelta è essenziale. Sappiamo tre cose: che non c’è in Italia un clima favorevole alla natalità, che a lungo le famiglie sono state bistrattate, e che le donne vorrebbero fare figli ma spesso non ne fanno perché il sistema non aiuta a conciliare lavoro e maternità. Vogliamo agire su tutti e tre questi fronti con lo scopo di invertire la tendenza».
Il Pd sostiene che il decreto Lavoro aumenti la precarietà e impedisca ai giovani di farsi una famiglia.
«Quella che la sinistra scambia per precarietà, è la possibilità per un ragazzo di avere un contratto più lungo di prima. Peraltro in un contesto in cui abbiamo favorito in ogni modo le assunzioni a tempo indeterminato. Se un contratto più lungo, un’assunzione più facile e meno tasse sul lavoro significano maggiore precarietà».
Il salario minimo può servire come impulso per aiutare le famiglie?
«Il salario minimo rischia di indebolire invece che aiutare i lavoratori, che in gran parte in Italia sono coperti dai contratti collettivi. Bisogna piuttosto andare avanti lungo la strada della riduzione fiscale, promuovere la crescita e moltiplicare le opportunità».
Il sindaco di Torino ha chiamato a raccolta i primi cittadini contrari al divieto di trascrizione all’anagrafe dei figli delle coppie omogenitoriali.
«Il governo non ha cambiato di una virgola le regole in materia, fissate dalle leggi e dall’interpretazione della Cassazione. I sindaci sono stati votati per rispettare e far rispettare le leggi. Per cambiarle in democrazia c’è il Parlamento».
A Milano ci sarà l’evento Wish for a baby, mentre la Schlein, dopo un lungo silenzio, si è detta favorevole all’utero in affitto. Perché la sinistra femminista non lotta contro la mercificazione della donna?
«Una parte importante del mondo femminista si è mobilitata con forza contro l’evento a cui lei fa riferimento. Alla base di fiere che ci sono state in passato c’era la concezione del bambino come oggetto, della genitorialità come mercato, dei caratteri genetici come merce da catalogo. Che ne pensa la segretaria del Pd? Non varrebbe la pena di andare a vedere quali sono i servizi offerti durante questo evento?».
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