La “testa” del Direttore dell’Iss, Sergio Rabini, in cambio del voto di Rete sul rollover del debito… Alla faccia dell’interesse generale! E’, anzi sarebbe visto che si tratta di -seppur ridondanti- voci di corridoio, questo il “ricatto” che parte di Rete avrebbe lanciato verso gli alleati di governo nei giorni scorsi.
Una pressante voce -mai così diffusa e “rimbalzante”- che, è doveroso evidenziarlo,trova conferme anche esplicite a “microfoni spenti”, in tutte le altre forze politiche di maggioranza. E ciò ci induce a prenderla sul serio…
Sabato pomeriggio, comunque, sarà la “cartina tornasole” di questa situazione. Infatti, oggi, nel corso della prevista riunione dell’Ufficio di Presidenza, verrà quasi certamente convocata con urgenza una sessione straordinaria del Consiglio Grande e Generale in cui i Sessanta saranno chiamati a deliberare, ad avallare la messa sul mercato finanziario internazionale del debito pubblico sammarinese, o meglio della trance che scadrà nei prossimi mesi e che, in assenza di ricollocazione, di “vendita”, vedrà il Titano a forte rischio di default.
La normativa vigente, del resto, per provvedimenti simili, impone il via libera, a maggioranza semplice, del Consiglio Grande e Generale. Un via libera che senza il voto compatto di Rete appare a rischio. Ma perchè -se la pressante indiscrezione fosse reale- Rete sarebbe disposta a sacrificare il futuro della Repubblica e, con essa, il benessere dell’intera cittadinanza, sull’altare dell’eliminazione di un dirigente sammarinese dell’Iss in aperto contrasto con il Direttore Generale dello stesso istituto, l’italiano Francesco Bevere, peraltro in procinto di abbandonare l’incarico per assumere un incarico ministeriale in Italia? Misteri…
Ma anche questa vicenda, che oltre a confermare l’inconsistenza di questa maggioranza, evidenzia -qualora confermata, come tutto lascia intendere oggi- l’assoluta approssimazione degli improvvisati politici di Rete. Infatti, il mandato di Sergio Rabini alla direzione delle Attività Sanitarie e Socio-Sanitarie dell’ISS, solo apparentemente scadrà nelle prossime settimane, a tre anni dal conferimento dell’incarico. Difatti, la stessa convenzione prevede sì un mandato di tre anni, ma, al tempo stesso, un rinnovo automatico di un biennio legato al conseguimento di obiettivi ben specificati nel mandato di incarico. Obiettivi che, nel primo triennio che va a chiudersi, sarebbero stati pienamente centrati. La scadenza reale dell’incarico di Rabini, quindi, non sarebbe imminente, ma fra più di due anni.
Un dettaglio tecnico che rende nullo l’eventuale “ricatto” che Rete avrebbe fatto agli alleati, poiché -in tal caso- non sarebbe la conferma di Rabini a necessitare della maggioranza, ma una eventuale mozione di “sfiducia” al suo indirizzo. E, viste le recenti prese di posizione di poche ore fa, ben difficilmente alcune forze di opposizione, mi riferisco soprattutto a Libera, appoggerebbero i piani -anzi gli eventuali piani- di Rete che, eliminando il sammarinese Rabini dalla gestione ISS, lascerebbero campo aperto alle politiche del duo composto dal Segretario di Stato Roberto Ciavatta e dal Direttore Generale “in partenza”, l’“importato” Francesco Bevere.
A confermare l’indiscrezione sul “ricatto” di Rete ci sarebbe, poi, un apposito vertice convocato nei giorni scorsi in Via delle Scalette, dove si sarebbe affrontato con non poca preoccupazione l’argomento. E dove il “Partitone”, il Pdcs per intenderci, con la sola contrarietà di Teodoro Lonfernini e Francesco Mussoni, avrebbe optato per la linea dura. Come dire: se Rete vorrà assumersi la responsabilità della crisi di governo e, soprattutto, del mancato via libera consigliare all’atto necessario per la ricollocazione del debito pubblico -che potrebbe avere ripercussioni pesanti sui conti pubblici sammarinesi e, quindi, sul benessere della cittadinanza intera- faccia pure… Se ne ha la forza!
Una forza che, in realtà, non sembra avere. Anche perchè, a quanto risulta, non tutti i consiglieri di Rete sarebbero disposti sacrificare il futuro di San Marino sull’altare di una incomprensibile “guerra” che opporrebbe il Segretario di Stato alla Sanità, Ciavatta, al Direttore Socio-Sanitario dell’Iss, Rabini.
Con tutta probabilità, comunque, al grido di “la poltrona innanzitutto”, anche questa tempesta in un bicchier d’acqua che sembrerebbe scatenata da una parte di Rete, è destinata a risolversi con un nulla di fatto. Rete voterà il rollover e Rabini resterà al suo posto. Ma anche il Pdcs, fino ad ora alla costante e frenetica ricerca di un compromesso che potesse evitare la crisi di governo, appare oggi fermamente convinto che le elezioni politiche, da convocare il prima possibile, siano l’unica strada da percorrere per garantire al Titano un governo adeguato, coeso e privo di quelle componenti populistiche e dilettantistiche che ne hanno paralizzato l’azione fino ad ora. E non mi riferisco solo ai “grillini biancazzurri” di Rete.
Domani (o nei giorni immediatamente successivi), comunque, ogni ipotesi, ogni indiscrezione troverà conferma nei fatti. Non resta che attendere oggi le deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza per conoscere quando si terrà il Consiglio Grande e Generale straordinario e contare i voti favorevoli che il rollover sul debito pubblico incasserà… Con tutta probabilità, a questi voti, mancheranno un paio di democristiani e una parte dei voti di Rete, sufficienti a decretare -se non formalmente perlomeno nei fatti- la fine definitiva e inappellabile dell’esperienza di questo esecutivo e di questa maggioranza.
O, qualora il voto presenti una maggioranza compatta, la definitiva presa di coscienza di Rete e dei -chiamiamoli- “dissidenti” di Via delle Scalette, che il loro peso in maggioranza è pari a zero. Il governo potrà, in tal caso, andare avanti, ma con al suo interno componenti e ministri pienamente consapevoli che il loro ruolo sarà limitato al percepimento dello stipendio da Segretario di Stato, senza per nulla più influire sull’azione di governo e alla guida di Segreterie di Stato, praticamente, commissariate dal resto della maggioranza.
Enrico Lazzari