Si è concluso da poco il Romics e tra gli invitati speciali c'era Superman, per i suoi 85 anni di esistenza virtuale: a lui era dedicato il manifesto. E si è festeggiato poi per L'incantevole Creamy, a quarant'anni dalla messa in onda del primo episodio. Mentre a inizio novembre torna il Lucca Comics&Games, la madre di tutte le manifestazioni. Centinaia di migliaia di persone frequentano questi festival legati al mondo dei fumetti, dei manga e dei cartoni, del cinema di genere, dei videogames e della musica «animata» di Cristina D'Avena e dintorni.
Un universo colorato e libero, inclusivo, transgenerazionale. Una meravigliosa enclave mobile che si muove in lungo e in largo per la penisola. E da un annetto è fiorito il C.F.C. (Comix Festival Community), una rete festivaliera di settore promossa e gestita dal gruppo LEG (Live Emotion Group). Da un'idea di Gianluca Del Carlo: tutte le kermesse aderenti al circuito mettono in comune competenze e passione a 360 gradi. Nel 2023, anno inaugurale, hanno partecipato al progetto il Falcomics (a Falconara Marittima), il San Marino Comics, il Pescara Comix and Games e buon ultimo il ChiavarInCosplay a fine settembre. Il successo è stato lampante, in 3D. Parola d'ordine, minimo comun denominatore il travestirsi (che sia da Super Mario Bros o Poison Ivy, poco cambia). Trasformarsi in supereroi Marvel o anime, in icone del grande/piccolo schermo o del videogioco del cuore.
Il cosplay è un un fenomeno sempre più femminile, parente intimo della moda e della settima arte. Nel corso della lunga campagna marketing di Barbie, Margot Robbie si è è proiettata varie volte tale e quale al suo alter ego pink.
Le cosplayer vanno fortissimo su Instagram (e su TikTok). Influencer fantasy, molte diventano quasi più famose del personaggio interpretato. Diamo uno sguardo a casa nostra.
Dopo l'abbandono delle scene (per darsi al canto) della livornese Giada Robin, capostipite e già nostra ambasciatrice internazionale in materia, il testimone è passato ad altre. Tra le più note la napoletana Eugenia Bellomia, su Instagram come soryu_geggy_cosplay: 25enne, seguita da 679 mila persone, in uno dei suoi ultimi post si è conciata in tutto e per tutto da Bulma, la protagonista di Dragon Ball. Campana anche un'altra star del comparto, Antonella Arpa alias imorta, 32 anni e un 1,1 milioni di followers. È «la Manga» in Avanti un altro! di Paolo Bonolis. Da Ada Wong di Resident Evil a Lara Croft di Tomb Raider, numerosi i suoi camuffamenti. 741 mila followers per la veneta Merisiel Irum (al secolo Marianna Grasso), classe 1997 e modella quotata: è stata, per esempio, una credibilissima Makima di Chainsaw Man. E non dimentichiamo che esistono persino dei campionati europei e globali della disciplina. A luglio si è laureata campionessa europea di cosplay la nostra Federica Palmisano, ossia Domadraghi: 28 anni, barese, ha conquistato la medaglia d'oro continentale a Parigi. La sua Astrid di Dragon Trainer 3 è stata forgiata interamente a mano, dopo quattro anni di aggiustamenti. Federica ora mira ai mondiali che si terranno, va da sé, in Giappone. Allargando il discorso al pianeta, tra le celebrities massime impossibile non citare Jessica Nigri, dal New Mexico, aspetto da pin-up e 3,8 milioni di seguaci su Instagram, e la filippina Alodia Gosiengfiao (1,7 milioni di followers), applaudita per i costumi incentrati su Gundam e i personaggi di League of Legends.
Adolescenti, giovani adulti, adulti tout-court. Il cosplay (crasi dei termini «costume» e «play») è una maniera per esprimere catarticamente sé stessi. La vague è dilagata negli anni Ottanta nel Sol Levante, fino ad assurgere a evento di massa in occidente grazie alle fiere e ai party sul cosmo comics. Le prime avvisaglie c'erano state in America negli anni Settanta durante le convention di Star Trek e Star Wars. In Italia si è partiti negli anni Novanta, intrecciandosi ai giochi di ruolo e sulle ali del boom universale di Neon Genesis Evangelion. Per tanti il cosplay è ormai un lavoro, complici i social. Senza contare le community e i tornei di ogni ordine e grado. Essere cosplayer significa sovvertire amabilmente gli stereotipi e i cliché assumendo, di volta in volta, identità cangianti. Con buona pace d retrogradi, omofobi e sessisti.