TRENTO. Sono pronti a fare opposizione “senza sconti”, con “competenza e determinazione”, fungendo da “sentinelle” all'azione del governo provinciale. Si preparano ad entrare in aula i neo eletti consiglieri e consigliere della provincia di Trento. Per qualcuno di loro è la prima volta, altri invece hanno già occupato gli scranni del consiglio provinciale.
E' il caso di Paola Demagri, di Casa Autonomia, al secondo posto per numero di preferenze (ha ricevuto 3.784 voti, ndr), che torna sui banchi dell'opposizione all'interno della coalizione di Alleanza democratica autonomista, dopo l'esperienza dei cinque anni della passata legislatura. “Sono soddisfatta del risultato ottenuto, perché è il riconoscimento di cinque anni di impegno istituzionale e territoriale. E' un apprezzamento di come lavoro e della coerenza" spiega a Il Dolomiti, pur non nascondendo amarezza per la sorte del collega di partito Michele Dallapiccola, “escluso dal consiglio provinciale nonostante i 2405 consensi. "Il sistema che viene usato per l'aggiudicazione dei seggi non paga rispetto ad un lavoro fatto di raccolta di consenso e di onorato lavoro sul territorio. La richiesta è di modificare il sistema di distribuzione dei seggi”. E sul fallimento della coalizione di centrosinistra, secondo Demagri “si sarebbe dovuti partire prima con gli incontri sul territorio, cercare di essere più incisivi, creando entusiasmo nei trentini”.
Volto nuovo all'interno dell'aula sarà, invece, quello di Andrea de Bertolini, eletto all'interno del Partito democratico ma da indipendente. “Affronto questo incarico con determinazione e volontà di impegnarmi. Fare opposizione, secondo me, significa farla in modo determinato, cercando di costruire dialettiche condivise – commenta. - Ci sono alcune aree critiche sulle quali bisogna intervenire. A monte, tuttavia, c'è una questione centrale che è la premessa per poter intervenire in modo efficace e rapido. Ed è il tema del governo dell'autonomia. E' da qui che si riparte, con competenza, utilizzando gli strumenti che la nostra autonomia ci ha dato in modo responsabile, intervenendo su quelle aree che in questi cinque anni sono regredite in termini di qualità e di aspettative. Prima fra tutte la sanità”.
Accanto a lui nella coalizione di centrosinistra, ma espressione di Campobase, ci sarà un'altra new entry, Chiara Maule, ex assessora del comune di Trento. “La mia – dice a Il Dolomiti – sarà un'opposizione chiara e senza sconti. Il Trentino ha bisogno di qualcosa di più. Credo di poter portare la mia esperienza che ho maturato nell'amministrazione della città. Io cercherò di occuparmi delle persone, come ho sempre fatto, declinando questo aspetto sotto vari ambiti: sociale, sociale, istruzione, lavoro e innovazione”.
Giustizia sociale e giustizia ambientale sono temi centrali per Lucia Coppola, di Alleanza verdi e sinistra, al secondo mandato in consiglio provinciale, ancora da banchi dell'opposizione. “Mi focalizzerò su sanità a 360 gradi, lavoro, con un'attenzione particolare alla donne e ai salari, ma anche sicurezza del territorio, consumo di suolo (siamo maglia nera in Italia), energie rinnovabili e mobilità sostenibile”.
Scuola, sanità e lavoro sono i cavalli di battaglia di Onda, che avrà come unico rappresentante Filippo Degasperi, che si prepara ad affrontare il terzo mandato in consiglio provinciale. “Noi ci siamo sempre presentati con i fatti e con una squadra competente. Tra coerenza e proposta siamo stati premiati” spiega. Sul tema dell'astensionismo, che in questa tornata elettorale ha superato il 40% (diventando, di fatto, il primo partito), secondo Degasperi “non è colpa dell'elettore, ma della politica sempre più scollata dalla realtà. Piazza Dante – dice – è diventata un'oligarchia, visto che si governa con il 25% dei consensi. Ma il problema vale per noi tutti, visto che rappresentiamo poco più del 50% della popolazione. Il nostro e il mio ruolo, come rappresentante della coalizione Onda popolare – conclude – è stato sempre quello di pensatori liberi e continueremo così. Saremo le sentinelle dell'azione del governo provinciale”.
Secondo de Bertolini “l'astensionismo è il risultato di una perdita di autorevolezza e di credibilità della politica nel corso di questi ultimi anni. La responsabilità è di tutta la politica, che ha disatteso le aspettative della comunità. Si può parlare di un'epoca in cui c'è un declino delle ideologie, in cui prevalgono gli individualismi, ma questo non è il fattore condizionante del fenomeno dell'astensionismo. Come uscirne? Per un cambio di passo c'è bisogno che la politica si riappropri della serietà. La politica ha una sua deontologia e nel codice deontologico al primo posto c'è la necessità di occuparsi delle cose pubbliche con competenza, impegno e concretezza. Questo porterà ad un riavvicinamento da parte dei cittadini” conclude de Bertolini.