Nicola Paoli, segretario del sindacato Smi Trentino, interviene dopo l'intervento del presidente dell'Ordine dei Medici, sull'utilizzo dei gettonisti per coprire i turni dei Pronto soccorso
TRENTO. Il Pronto soccorso è un luogo di lavoro poco appetibile perché abbina scarsa retribuzione ad un impegno molto intenso; gravato da notevoli rischi medico-legali; con una qualità di vita molto pesante ,fatta di molte notti e week-end lavorati in condizioni anche estreme; difficile da far collimare con i tempi di vita della famiglia “normale”.
“Stiamo vivendo una situazione davvero difficile” spiega Nicola Paoli, Segretario Smi Trentino. “Per affrontarla – spiega – è fondamentale unire le forze, anche con il personale esterno per evitare carichi di lavoro davvero insopportabili” continua il sindacalista commentando le dichiarazioni rilasciate a il Dolomiti di presidente dell'Ordine dei Medici, Marco Ioppi.
“Con il decreto ministeriale (Legge Energia n.34) approvato il 28 marzo di quest'anno, ed in vigore dal 31 marzo stesso anno, sono state autorizzate le esternalizzazioni per l'affidamento di servizi medici a soggetti pubblici come Apss. Ovviamente solo in caso di effettiva necessità ed urgenza e dopo aver 'preventivamente verificato l'impossibilità di utilizzare il personale già in servizio, di assumere gli idonei utilmente collocati in graduatoria e di espletare procedure di reclutamento. L'affidamento, inoltre, può riguardare solo i punti di primo intervento, di pronto soccorso'. La scelta deve ricadere su operatori economici che si avvalgono di personale medico e infermieristico in possesso dei prescritti requisiti di professionalità e che rispettano le disposizioni in materia di orario di lavoro” spiega in una nota.
Smi Trentino difende il lavoro fatto fino ad oggi e portato avanti una situazione di emergenza causante da una carenza di nuovi medici e da un grosso numero di professionisti che negli ultimi anni è andata in pensione. “E' dal 2005 – spiega Paoli – che cerchiamo di porre questo problema all'attenzione di tutti ma fino ad oggi si è fatto o poco o niente”.
Dapprima l'Apss, spiega sempre il segretario dello Smi, ha interessato le organizzazioni sindacali della dirigenza medica chiedendo un parere sull'uso o meno di appaltare alcuni servizi alle cooperative o ai gettonisti. Poi si sono certe altre strade per cercare di supportare i servizi. “Solo quando l'Apss si è trovata scoperta e priva di reperibilità in questo modo o per concorso – spiega Paoli - correttamente, ha avviato manifestazioni di interesse per esternalizzare il servizio o trovare professionisti che potessero aiutare i cittadini. Il nostro sindacato della dirigenza medica, e pensiamo anche tutti gli altri, sono sempre state messe al corrente degli appalti”.
Lo Smi del Trentino ritiene che l'obiettivo, in questo momento emergenziale per carenza di professionisti, sia quello di “garantire ai cittadini la continuità dell'assistenza attraverso l'erogazione dei Lea e le direttive nazionali e provinciali. Facendo fronte alla carenza in Ps con un ampliamento della piattaforma dei professionisti che possono accedere al servizio ed alle procedure concorsuali anche finalizzate alla stabilizzazione”.
LE PROPOSTE DI SMI
Lo Smi propone di prevedere per i Pronto soccorsisti alcuni giorni di ferie aggiuntivi, come accade per altre discipline; considerare obbligatorie settimanalmente le 4 ore di aggiornamento previste dal contratto, che invece vengono abitualmente lavorate; prevedere, dopo una certa età, la possibilità per i medici anziani del Pronto soccorso di accedere ai concorsi della medicina generale nel settore emergenza territoriale convenzionata o dipendente, non dovendo così più fare le notti; o ancora il supporto progettuale della medicina generale per filtrare in Ospedale i codici di minor intensità.
“Cogliamo quindi l'occasione – conclude Paoli - per auspicare che l'Ordine si faccia promotore, nell'ambito delle sue competenze esclusive di gestione della Scuola di medicina generale di Trento, della formazione dei medici convenzionati nell'emergenza, ad oggi ancora da potenziare come strumento di supporto a questo servizio essenziale. Lasci spazio alla Provincia, che per prima, positivamente, ha previsto la Specialità di Medicina d'Urgenza tra quelle con cui inizierà l'excursus specialistico della nostra nascente Scuola di Medicina di Trento”.