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Caro energia, Lo Russo spegne la luce. A rischio trasporti e illuminazione

L'aumento della bolletta potrebbe avere ripercussioni anche su Gtt soprattutto ora che sono aumentati i mezzi a metano ed elettrici. L'allarme del sindaco di Torino: "Servono interventi nazionali o regionali". Anche luci d'artista a rischio

“Alle condizioni attuali, senza interventi regionali o nazionali, la Città non sarà in grado di garantire il trasporto pubblico”. A lanciare l’allarme è il sindaco Stefano Lo Russo che ha relazionato la Sala Rossa riguardo i rischi legati all’aumento del costo dell’energia per il Comune di Torino e per le sue aziende partecipate. Gtt, che già non gode di una florida situazione finanziaria, è quella più a rischio. Si parla nei prossimi due anni di un possibile aumento del costo del carburante del 134 per cento. E in questo caso s’intende “carburante” anche l’energia elettrica, laddove per metro, tram e alcuni bus, è proprio quello che fa muovere dei mezzi. La prospettiva è di passare per l’elettricità da una spesa di 8,6 milioni nel 2021 a 29,7 milioni nel 2023, mentre il costo del metano potrebbe aumentare dai 2,8 milioni dell’anno scorso agli 11 milioni del prossimo e il gasolio salire da 14,8 a 20,7 milioni. Certo, resta da valutare l’andamento del mercato dell’energia nei prossimi mesi e anni, ma a oggi la situazione è questa e non ci sono elementi per supporre che migliorerà breve o medio periodo.

Per far fronte all’aumento dei prezzi, oltre al programma da 110 milioni di euro per l’efficientamento di 800 edifici pubblici, già sottoscritto con Iren, il sindaco ha istituito un tavolo per limitare le spese legate all’illuminazione: dai semafori alle luci d’artista. Tutto ciò che è superfluo rischia di essere spento. Il tavolo è coordinato dall’assessora Chiara Foglietta in raccordo con questura e prefettura per le questioni di sicurezza.

Lo Russo si è concentrato anche sulla questione degli extraprofitti, difendendo la posizione di Iren, impegnata, assieme ad altre utility, in un braccio di ferro con il Governo su questo tempo: “Iren non realizza extraprofitti” ha tagliato corto il sindaco. Il riferimento riguarda le polemiche sul teleriscaldamento, che serve 600mila cittadini. “Assimilare Iren ad altri soggetti – ha precisato – è un errore. Eni, per esempio, il gas lo estrae, Iren no. Nella bolletta quindi non ci sono interventi prodotti da extraprofitti”. Esiste invece “una compensazione tra profitti e perdite. Iren non specula e non lucra sull'emergenza energetica”.

Proprio nei giorni scorsi Lo Russo, assieme al governatore Alberto Cirio, s’era appellato all’esecutivo per richiedere degli aiuti relativi alla gestione degli impianti sportivi, giacché anche qui la bolletta continua a salire in modo vertiginoso soprattutto per piscine e palazzetti del ghiaccio. Insomma, non ci sono solo famiglie e imprese in difficoltà, anche enti locali e aziende pubbliche.

Basti pensare che anche solo tenere la luce accesa in Comune rischia di diventare un salasso. La bolletta elettrica degli uffici comunali nel 2021 è stata di 9 milioni, mentre al 31 luglio di quest’anno il costo è già stato di 7,9 milioni. Per quanto riguarda l’illuminazione pubblica, invece si passa dai 12,4 milioni dello scorso anno ai 10,2 già spesi solo nei primi sette mesi dell’anno in corso. Il tutto per non parlare del metano (si va verso un raddoppio 8 milioni spesi l’anno scorso) e del teleriscaldamento che al 31 luglio scorso era già schizzato a 15,3 milioni rispetto ai 14,5 milioni spesi in tutto il 2021.