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Delmastro: "Lascio se Nordio me lo chiede. Donzelli? Un amico, restiamo coinquilini"

Il caso Cospito è diventato il caso Delmastro-Donzelli. I due non si fanno vedere in aula quando nel tardo pomeriggio di ieri il ministro della giustizia Carlo Nordio fa il suo intervento al Senato a proposito dei dialoghi non divulgabili tra Cospito e i boss al 41bis. "Non ci pareremo dietro la Procura di Roma". Le parole del Guardasigilli non soddisfano le opposizioni che lasciano l'emiciclo di Palazzo Madama.

A sera Andrea Delmastro si dice disponibile al passo indietro. Domanda di Repubblica: se venisse meno la fiducia di Nordio si dimetterebbe? "Se venisse meno la fiducia di sua moglie, lei ci resterebbe in casa? Se venisse dimostrato che quegli atti sono riservati e classificati, in quel caso avreste ragione voi a chiedere le dimissioni, ma non è così".

Perché non era in aula? "Avevo da fare". Ammette che Nordio in fondo non l'ha difeso. "Il ministro ha detto che quegli atti del Dap sono sensibili, è vero, ma direbbe lo stesso delle carte sul trasferimento di Cospito al carcere di Opera, lui è fatto così".

Insiste: "Non c'è nulla di classificato, altrimenti non ne avrei parlato, nemmeno a un amico come Donzelli. Rispondo a tutti i parlamentari, quando mi fermano in Transatlantico, anche a quelli del Pd, purché abbia elementi, documenti, che non siano riservati".

Con Donzelli dividono un bilocale a Monti. Gli ha rivelato gli atti sensibili del Dap nel tinello di casa? "Non abbiamo il tinello", replica. "Comunque no. In ogni caso, non cambierò coinquilino".