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Generali Italia: il welfare aziendale contribuisce all’aumento del fatturato, della redditività e dell’occupazione 

Le imprese con un welfare più evoluto ottengono performance di produttività decisamente superiori alla media, crescono molto più velocemente nei risultati economici e nell’occupazione. È quanto emerge dalla settima edizione del Rapporto Welfare Index Pmi 2022 di Generali Italia a cui hanno partecipato oltre 6.500 aziende, il triplo rispetto alla prima edizione, di tutti i settori produttivi e di tutte le dimensioni. I risultati dello studio sono stati presentati oggi a Roma alla presenza della ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, del Country Manager & Ceo di Generali Italia, Giancarlo Fancel, del General Manager di Generali Italia, Massimo Monacelli e dei rappresentanti di Confindustria, Confartigianato, Confcommercio e Confprofessioni. 

Il welfare è un volano in grado di far crescere la produttività, grazie a un migliore coinvolgimento dei lavoratori nei processi aziendali” – ha affermato la ministra del Lavoro, Maria Elvira Calderone – “Conoscere e accompagnare i bisogni dei dipendenti – ha aggiunto – è quell’attenzione che denota una chiara e precisa volontà di dare al lavoro una dimensione più ampia. Un coinvolgimento che quasi sempre è ripagato da una rinnovata dedizione alla mission aziendale in grado di aumentare efficienza e produttività”. 

I numeri del welfare aziendale in Italia

Oltre il 68% delle piccole e medie imprese italiane ha superato il livello base di welfare aziendale, mentre il numero di Pmi con livello molto alto e alto è raddoppiato, passando dal 10,3% del 2016 al 24,7% del 2022.  La quota di imprese con livello elevato di welfare ha raggiunto quest’anno il 70,7% (+6,6% rispetto al 2017) tra quelle con oltre 250 addetti e il 66,8% (+7%) nelle pmi di medie dimensioni tra 101 e 250 addetti. Sono invece raddoppiate dal 7,7% del 2017 al 15,1% del 2022 le microimprese con 6-9 addetti con un livello elevato di welfare. 

Ma quali sono i motivi del successo del welfare aziendale in Italia? Secondo il Ceo e Country Manager di Generali Italia, Giancarlo Fancel: “Il welfare aziendale è un fattore strategico per le imprese e una priorità per il Paese, anche per raggiungere gli obiettivi del Pnrr attraverso una partnership tra settore pubblico e privato”.

“Oggi il nostro rapporto Welfare Index Pmi certifica come chi ha programmi di welfare evoluti ha maggior successo come impresa, investendo, tra gli altri, in Sanità, Formazione e Inclusione Sociale” – continua Fancel. 

Tornando ai numeri, le Pmi con welfare più evoluto “contribuiscono molto di più della media alla crescita dell’occupazione di donne e Giovani”, sottolinea l’indagine realizzata da Generali Italia, secondo cui le imprese con un livello elevato di welfare contribuiscono più della media alla dinamica occupazionale. Parlando in percentuale, il 43% di queste aziende ha registrato una forte crescita occupazionale (contro una media del 27,3%), con un saldo positivo superiore al 3% del totale addetti. Da evidenziare anche la quota di donne con ruoli di responsabilità sfiora il 30% nelle imprese con un livello di welfare iniziale e sale al 38,7% in quelle con un livello molto alto, il 43% delle quali attua programmi per le pari opportunità e per la valorizzazione della leadership femminile. 

Non solo, nel 2022 le imprese che concepiscono il welfare come leva strategica di sviluppo sostenibile sono raddoppiate (dal 6,4% del 2016 al 14,1% di oggi) e l’87,5% di queste aziende genera un impatto sociale di livello elevato contro una media generale del 38%. 

Il rapporto tra welfare aziendale, comunità e fatturato

Il welfare ha un impatto positivo sui risultati delle aziende che lo utilizzano. Generali Italia ha effettuato in collaborazione con Cerved un’analisi dinamica sui bilanci di 2.600 imprese dal 2019 al 2021, un periodo segnato dall’emergenza Covid e dalla successiva ripresa. Secondo i dati, le imprese con un welfare più evoluto hanno registrato un livello di produttività superiore alla media, sono cresciute più velocemente nei risultati economici e nell’occupazione. 

L’indagine sottolinea che il fatturato per addetto aumenta col crescere del livello di welfare, così come la redditività. Lo scorso anno, l’utile sul fatturato delle aziende con livello di welfare molto alto è stato doppio rispetto a quello delle aziende a livello base: 6,7 contro 3,7%, mentre l’indice di produttività Mol /fatturato è cresciuto dell’1,6% (da 9,4% nel 2019 a 11% nel 2021), rispetto a un incremento dello 0,2% registrato dalle imprese con un livello base. Inoltre le imprese con un welfare più alto si sono dimostrate più resilienti, reggendo meglio i colpi della pandemia e dimostrando maggiore slancio nella ripresa. 

Il welfare aziendale e il suo contributo al rinnovamento del welfare italiano

Generali Italia ha presentato per la prima volta il Position Paper firmato dagli esperti del Comitato Guida Welfare Index Pmi intitolato “Il contributo del welfare aziendale al rinnovamento del welfare italiano. Secondo i dati, la spesa totale del welfare pubblico e privato nel 2021 ammonta a 785 miliardi: l’80% di questa cifra (627 miliardi) è a carico dello Stato, mentre il 17,4% (136,6 miliardi) è a carico diretto delle famiglie. Una terza quota, pari a 21,2 miliardi, il 2,7% del totale è a carico del welfare aziendale e collettivo. Il paper sottolinea come “il welfare aziendale” possa “rappresentare uno strumento decisivo attraverso il quale investire maggiori risorse in settori chiave e di grande importanza nei progetti del Pnrr”. Non si tratta più, infatti, di un settore complementare del welfare pubblico, ma “è diventato anche un fattore di innovazione dei sistemi tradizionali, in grado di generare nuovi modelli di servizio e accelerare la transizione verso modelli di sviluppo sostenibili”, si legge nel documento.
In virtù di quanto appena detto, “l’esperienza del welfare aziendale potrà espandersi e dare un contributo rilevante al rinnovamento generale dei sistemi di welfare se le istituzioni pubbliche attiveranno partnership a tutti i livelli con le imprese”.