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I mieli trentini si confermano tra i più ricercati ma scarseggiano gli incentivi per favorire il passaggio generazionale e avvicinare i giovani al mondo delle api

TRENTO. Il Trentino e il miele, rapporto ancestrale, certe volte enigmatico, ma sempre uno stimolo a scoprire la gioia di questo nettare. Lo dimostra la recente premiazione del Concorso promosso da Confagricoltura del Trentino. Una settantina di mielicoltori che hanno sottoposto ai giurati oltre 130 campioni in rappresentanza delle tipologie più diffuse sul territorio dolomitico, vale a dire millefiori, melata, acacia, castagno, tiglio e il raro rododendro. Con una bella sequenza di premi.

Mieli Doc che raccontano storie di una sostanza dorata benefica e decisamente gioiosa. Tutta da interpretare, per ri-scoprire riferimenti sensoriali che vanno oltre la banalità, che superano il concetto di aromatico, amarognolo, salmastro, melenso, stucchevole, fluido o compatto, intenso o delicato. Il nettare degli Dèi - per dirla rievocando l’indimenticabile Andrea Paternoster - può essere gentile o aggressivo, esserti amico o nemico, ma in ogni caso in grado lineare, rotondo, pure enigmatico, magari facile e altrettanto scontroso. Sempre però coinvolgente.

In Trentino gli appassionati sono circa 1.800, mentre i cosiddetti "professionisti" non raggiungono le 50 unità. Poche le aziende e – stando ai responsabili dell’associazione apicoltori locali – poco valorizzate. Scarseggiano gli incentivi pubblici per favorire il passaggio generazionale, avvicinare i giovani al fantastico mondo delle api. L’assessora Giulia Zanotelli ha annunciato che "come Pat stiamo definendo un bando d’investimenti dedicato al settore" (Qui articolo).

In compenso i mieli alpini si confermano tra i più ricercati. Dal raro miele di rododendro, il più "quotato" proprio perché davvero miele d’alta montagna; altrettanto gustoso e caratteristico la ‘melata d’abete’, poi il castagno, il tarassaco e quello dai pollini dei fiori del melo. Senza tralasciare una sequenza di mieli variegati, in tutto e per ogni gusto. Esempio. Acacia, cardo, corbezzolo, edera, erba medica, girasole, lavanda, marruca, tiglio, timo e pure miele dall’albero del paradiso. E ancora – non perché banale – il classico millefiori.

Mieli affascinanti, protagonisti di tanti eventi gastronomici e momenti di convivialità, per rilanciare l’idea che il miele possa essere alimento quotidiano, nobile ingrediente da usare nei momenti più disparati, in tutte le preparazioni della cucina, tradizione quanto innovativa.

Da sfruttare in tante preparazioni e non solo in caso di tosse o per dolcificare latte, caffè, bevande in genere. Miele per elevare la piacevolezza di un sugo di pomodoro destinato alla quotidiana razione di pasta, ad esempio. O per caramellare certi arrosti, da mixare con crostacei, da usare con verdure. Un cucchiaino di mele sciolto nell’acqua che bolle nel paiolo in rame, prima di versare "a pioggia" la farina per la tradizionale polenta di mais, la trasforma in un'ottima pietanza.

Prima della lunga e articolata sequenza dei mieli sul podio, ecco una sorta di poesia sul nettare delle "regine danzanti".

E’ entusiasmo, energia, endorfine pure

E’ gioco e lavoro, tentativi e prove, studio e osservazione

E’ passione, tensione, scarica di adrenalina

E’ usanza, innovazione, trasmissione

E’ rispetto, curiosità, meraviglia

E’ un privilegio, il tempo che si ferma, un’avventura in un mondo parallelo

E’ il sogno da bambini, da tramandare

E’ impegno, tenacia, pure divertimento

E’ il nostro passato, presente e futuro.

Sono stati premiati 13 mieli classificati come “eccellenti”. Per il millefiori sono stati premiati: Alessio Collini di Giustino, Marco Comini di Vermiglio, Carmen Libera di Sella Giudicarie, Angelo Lorenzi di Spiazzo Rendena, Riccardo March di Ziano di Fiemme, Osvaldo Risatti di Ledro e Stefano Schmid di Ronchi Valsugana. 

Per la melata d’abete Dario Facchinelli di Pressano, Alberto Bertagnolli di Borgo d'Anuania, Manuel Larcher di Ruffrè-Mendola. Per il miele di acacia Aldo Andreatti di Piazze e per il miele di Rododendro si sono aggiudicati l'eccellenza Claudio Antoniolli di Sella Giudicarie e Pierino Valentini di Cles.

Ecco poi i mieli "ottimi". Per il millefiori Luca Bertolini di Borgo Lares, Norman Campidelli di Pelugo, Diego Viesi di Castione, Carmen Libera di Sella Giudicarie, Angelo Lorenzi di Spiazzo Rendena, Riccardo Penasa di Commezzadura, Lucio Rizzi di Cloz e Andrea Delmonego di Ala.

Per la melata di abete sono stati premiati Roberto Inama di Tres (Predaia), Mario Pancheri di Livo e Pierino Valentini di Cles. Per il miele di acacia Dario Facchinelli e per il miele di rododendro Gualtiero Battisti di Celledizzo di Peio.

Ricordando in chiusura anche l’omaggio al miele scritto da Mario Rigoni Stern: "Dalla terra veniamo, alla terra torniamo, e in mezzo c’è un giardino. Animato dalle api". Già, perché le api sono insieme, e non individui.