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I rifugi di fortuna dei senza dimora rischiano di essere spazzati via dall’Adige (VIDEO): “Poteva essere una tragedia, sono 230 i migranti esclusi dall’accoglienza trentina”

TRENTO. L’acqua che passa attraverso i letti di fortuna dei migranti, l’Adige che cresce improvvisamente e rischia di travolgere alcuni giovani che si sono accampati sotto un ponte. Sono queste le immagini pubblicate dall’Assemblea antirazzista di Trento per denunciare le condizioni in cui si trovano molti giovani che hanno raggiunto l’Italia soprattutto attraverso la Rotta balcanica, ma che una volta arrivati a Trento si trovano per strada.

“Questa è la drammatica situazione di circa 230 richiedenti asilo che per la normativa italiana ed europea devono essere accolti ma a cui la Giunta Fugatti, in modo del tutto illegale, non permette di accedere al sistema di accoglienza”, puntano il dito gli attivisti. A metà settembre si sono registrati alcuni temporali e gli accampamenti dei migranti che non trovano posto nel sistema d’accoglienza smantellato dalla Lega sono stati invasi dall’acqua.

In certi punti le piogge hanno fatto salire il livello dell’acqua molto rapidamente e queste persone, non conoscendo la pericolosità del luogo, hanno rischiato di essere travolte da un’ondata di piena. Pensare di sgombrarli senza poter offrire un altro posto dove andare servirebbe a poco. Servono soluzioni stabili e strutturali. Inoltre, l’inverno non è poi così lontano e presto si ripresenterà “l’emergenza freddo”, una questione che ogni anno si ripropone tale e quale perché in città mancano spazi per i senza dimora.

La Provincia non può negare questa emergenza umanitaria sostenendo semplicemente che i centri di accoglienza sono saturi” ricordano dall’Assemblea antirazzista. “Non si può aspettare una tragedia per intervenire, se ci fosse la volontà politica in poco tempo si potrebbe tornare a un sistema di accoglienza diffuso e allestire nuovi posti letto, D’altra parte l’accoglienza di oltre 2.000 persone sfollate dall’Ucraina e sistemate in 111 comuni del Trentino lo dimostra chiaramente”.

Anche il Centro Astalli ha riconosciuto il problema. A inizio settembre erano circa 200 le persone che avevano fatto domanda per avere accesso a Casa San Francesco. “Ciò non significa che ci siano necessariamente 200 persone che vivono in strada perché alcune di queste potrebbero aver deciso di spostarsi dal momento che le loro richieste non vengono evase” spiegava Stefano Canestrini, coordinatore del Centro Astalli Trento. Anche questo però è indicativo delle falle del sistema, significa che le persone decidono di rivolgersi altrove nel momento in cui in Trentino non è possibile formalizzare le domande di asilo.

Dall’Assemblea antirazzista è stata denunciata più volte la lentezza, secondo gli attivisti creata appositamente, riscontrata dai richiedenti asilo per vedersi esplicare le pratiche burocratiche per la domanda di asilo. Pratiche tramite le quali avrebbero diritto a essere inseriti in un progetto di accoglienza. “Commissariato del Governo, Provincia di Trento e Questura si spartiscono le responsabilità in egual misura agendo in modo del tutto illegale – ribadiscono gli attivisti – le istituzioni devono rispettare la normativa e se necessario aumentare i posti letto, ripristinando il diritto di asilo e il diritto all’accoglienza che non possono essere rispettati solo per le persone in fuga dall’Ucraina”.