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Il dramma di un giornalista: ritrovato morto in casa dopo 7 mesi. Nessuno lo aveva cercato

Pier Attilio Trivulzio, cronista in pensione, viveva a Novara dove non aveva né parenti né amici

Il dramma di un giornalista: ritrovato morto in casa dopo 7 mesi. Nessuno lo aveva cercato

Pier Attilio Trivulzio è stato trovato morto dopo 7 mesi

TiscaliNews

E' stato trovato morto dopo sette mesi, in un appartamento del quartiere di S.Agabio a Novara, Pier Attilio Trivulzio, giornalista milanese in pensione, di 83 anni. Il decesso, secondo i primi accertamenti, è avvenuto per cause naturali.I vigili del fuoco sono entrati nell'abitazione di corso Trieste, nella zona est della città, e hanno scoperto il corpo senza vita, ormai mummificato. Sul posto anche il personale della questura e il medico legale.

A Novara non conosceva nessuno

Nella città piemontese Trivulzio non aveva parenti o amici. Era invece molto conosciuto in Lombardia.Trivulzio aveva collaborato come free-lance con testate come L'Espresso, La Notte, Il Giorno, l'ANSA, il settimanale brianzolo Il Cittadino. I colleghi ricordano 'Pat' come un cavaliere solitario perennemente affamato di scoop: infaticabile, energico, determinato, talvolta poco oculato nella gestione di materiali scomodi o scottanti. Gli angoli oscuri degli anni di piombo e (in tempi più recenti) la 'ndrangheta erano stati i suoi terreni di caccia.

La passione per l'automobilismo

L'altra sua grande passione era l'automobilismo, che fra i giornalisti gli aveva fatto guadagnare l'affettuoso soprannome di 'Pistone'. Aveva avuto un passato come pilota e all'autodromo di Monza - da cui mandava all'ANSA le sue corrispondenze ai tempi in cui si lavorava con i dimafonisti - era praticamente di casa. Nel 2000 affiancò il campione di rally Luciano Dal Ben nella battaglia per salvare dalla demolizione le due curve sopraelevate, scrivendo articoli e comunicati che resero virale la sua petizione.

Era in difficoltà economiche

I conoscenti affermano che la sua attività di free-lance, nonostante la quantità di servizi che riusciva a produrre e a far pubblicare, lo avesse praticamente condannato a una cronica scarsità di denaro. A Novara, dopo tanta precarietà, aveva trovato un tetto e un rifugio, ma aveva dovuto lasciare in Lombardia le sue amicizie. Ed erano in tanti a chiedersi che fine avesse fatto.