La cifra che un migrante dovrebbe pagare per arrivare in Italia e attendere la valutazione della propria richiesta di asilo in libertà è 4938 euro. È questo il decreto del ministero dell'Interno che sta facendo molto discutere e che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nei giorni scorsi. Si legge così: «1.L'importo per la prestazione della garanzia finanziaria di cui all’art. 1 del presente decreto è individuato, per l’anno 2023, in euro 4.938,00. 2. L'aggiornamento dell’importo è avviato a cadenza biennale, di seguito alla definizione del costo medio del rimpatrio». E continua: «1.Allo straniero di cui all'art. 1, comma 3, del presente decreto è dato immediato avviso della facoltà, alternativa al trattenimento, di prestazione della garanzia finanziaria. 2. La garanzia finanziaria è prestata in unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa ed è individuale e non può essere versata da terzi». Inoltre, la garanzia per essere ritenuta valida «deve essere prestata entro il termine in cui sono effettuate le operazioni di rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico».
La misura è rivolta ai migranti in arrivo da Paesi inseriti dal governo (seguendo le norme europee) nella lista di quelli «sicuri», che al momento sono questi: Albania, Algeria, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d'Avorio, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Nigeria, Senegal, Serbia e Tunisia. Anche se su Tunisia e Nigeria ma anche Costa D'Avorio si registrano spesso denunce di violazione dei diritti fondamentali.
Il provvedimento arriva a completamento del «decreto Cutro», dove veniva già predisposta la nascita di centri in cui valutare in maniera più veloce le domande le domande dei migranti sbarcati da Paesi «sicuri» e quindi anche con più probabilità di rigetto. Quindi respingimento. È il primo atto per una fase di respingimenti massicci? Se tutto funzionasse per come è scritto il tempo massimo per valutare la pratica dovrebbe essere di quattro settimane, quindi 28 giorni (al momento i migranti aspettano anche più di un anno). Sull'arco temporale delle quattro settimane è stato calcolato l'importo economico che dovrebbe essere posto a garanzia per provvedere a un alloggio, le spese quotidiane e il volo di rimpatrio in caso di esito negativo.
Gli aspetti molto criticati sono due: la prima è la possibilità di immaginare che, dopo il viaggio della morte che abbiamo imparato (purtroppo) a conoscere, i migranti che quasi sempre arrivano senza nemmeno più un documento leggibile, dovrebbero arrivare con in tasca questo documento di fideiussione oppure dovrebbero essere in grado, appena sbarcati, di ottenerne una prima di accedere alle procedure di riconoscimento. Ma in che modo? Il secondo punto molto discusso mette al centro la discriminazione perché secondo questo decreto, in automatico viene agevolato chi è in grado di presentarsi con questa cifra disponibile. E tutti gli altri? Perché non hanno lo stesso diritto?