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Il lavoro da remoto può avere un impatto sull’avanzamento di carriera?

Il lavoro da remoto può avere un impatto sull’avanzamento di carriera? E’ una domanda che moltissimi lavoratori e professionisti si fanno negli ultimi anni, in particolare dopo il periodo della pandemia da Covid-19 che ha visto l’esplosione (obbligata) di questa modalità di lavoro.

Cosa sappiamo sull’impatto del lavoro da remoto

L’impatto del lavoro da remoto sulle prestazioni dei lavoratori è senz’altro significativo, come dimostrano molte indagini recenti tra cui quella svolta da Alliance Virtual Office, società americana che affitta “uffici virtuali” e da altre analisi condotte da esperti del settore lavoro. Il cambiamento, soprattutto negli ultimi 2 anni, è stato profondo, ma è difficile dire se a prevalere siano gli aspetti positivi o quelli negativi: cerchiamo di capirne di più, partendo dalle ricerche per poi parlare dell’impatto del lavoro da remoto in Italia.

L’indagine dell’azienda americana citata in precedenza ha rilevato diversi aspetti negativi del lavoro da remoto. Quel che balza più all’occhio è l’impatto sugli orari di lavoro, con i lavoratori da remoto che nel periodo preso in considerazione dall’analisi facevano quasi il 50% in più di straordinari rispetto ai colleghi in presenza in ufficio.

Potremmo aggiungerne altri, ma preferiamo concentrarci sugli elementi positivi del lavoro da remoto, peraltro già emersi da tempo soprattutto nell’ambito delle attività in libera professione.

  1. Lavorare da casa è più rilassante. Può sembrare strano, ma diverse analisi recenti e sondaggi con interviste ai lavoratori hanno rilevato che il lavoro da casa, oltre che più flessibile, può risultare anche molto più rilassante che nell’ambiente formale di un ufficio, dove si è obbligati ad interagire fisicamente con i colleghi. Per molte persone, la modalità di lavoro da remoto è un fattore di riduzione dello stress.
  2. Il lavoro da remoto permette di conciliare meglio le esigenze familiari con quelle professionali. Non è un aspetto secondario: lavorare da remoto, specialmente se lo si fa in casa, consente di mantenere un rapporto migliore con i familiari grazie al significativo risparmio di tempo dovuto all’assenza (o alla brevità) dei trasferimenti. Inoltre, per chi lavora in casa, è possibile ottimizzare gli impegni, occupandosi di faccende domestiche anche durante la pause dal lavoro.
  3. Il lavoro da remoto è meno costoso. Il lavoro da remoto non è solo “lavoro da casa”, come abbiamo sperimentato durante la pandemia. Molti lavoratori, non solo liberi professionisti, si appoggiano per operare a strutture diverse dalle sedi delle aziende con cui hanno un contratto. Parliamo dei coworking, ambienti sempre più diffusi anche in Italia, paese piuttosto refrattario alle innovazioni in questo ambito. L’attività professionale in coworking, come quella da casa, è in linea di massima meno costosa per il lavoratore. Questo perché, banalmente, evita le spese di trasferimento verso la sede dell’azienda e permette di avere costi fissi nettamente inferiori rispetto ad avere un ufficio proprio.

Il coworking per i liberi professionisti, spesso un ottimo trampolino di lancio

Uffici arredati a Treviso, veri propri “hub” per il lavoro collettivo a Milano, Roma, Pisa, Napoli. Il coworking non è più una novità anche in Italia: si tratta di strutture organizzate in postazioni, micro-uffici e uffici più grandi, che permettono ai liberi professionisti ed alle aziende che vi collocano i propri dipendenti in remoto, di risparmiare notevolmente nei costi di gestione di un ufficio di proprietà delocalizzato.

I coworking sono letteralmente esplosi nel periodo della digitalizzazione, a partire dal 2010 in poi, ed hanno ricevuto un’ulteriore netto impulso a partire dal secondo decennio del nuovo secolo. Certo, la pandemia da Covid-19 è stata una mazzata per gli spazi di lavoro comuni, costretti a chiudere per le limitazioni imposte dalle autorità sanitarie e poi a ridurre per oltre un anno le presenze all’interno degli spazi chiusi con pesanti conseguenze economiche.

Ora la situazione va nettamente migliorando e le realtà di coworking che sono riuscite a superare indenni la crisi della pandemia sto tornando ad essere un punto di riferimento per i lavoratori. Per molti liberi professionisti i coworking non sono solo uno spazio comodo ed economicamente conveniente per lavorare, rappresentano molto di più.

Essendo un punto d’incontro di professionisti e lavoratori dalle esperienze e competenze più diverse, i coworking sono un autentico trampolino di lancio per le relazioni professionali. Dagli incontri e dagli scambi professionali nei coworking, spesso incentivati dai gestori con eventi ad hoc, nascono sempre più frequentemente collaborazioni che portano valore a chi le instaura.

Chi scrive ha un’esperienza diretta in proposito e può oggi svolgere un lavoro in libera professione in un ambito scoperto proprio grazie ad una conoscenza fatta in coworking Treviso, davvero illuminante per allargare il proprio orizzonte lavorativo.