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Il mea culpa di La Russa: “Ho sbagliato a non dire soldati nazisti gli uccisi in via Rasella”

Sul caso di via Rasella, a cui hanno fatto seguito commenti e richieste di dimissioni, è intervenuto proprio il presidente del Senato Ignazio La Russa. «Ho sbagliato a non sottolineare che i tedeschi uccisi in via Rasella fossero soldati nazisti, ma credevo che fosse ovvio e scontato oltre che notorio. Non so poi se effettivamente è errata la notizia, più volte pubblicata e da me presa per buona, che i riservisti altoatesini inquadrati nella polizia tedesca facessero anche parte della banda militare del corpo. Fatte salve le persone che hanno commentato pretestuosamente e in prevenuta malafede, voglio invece scusarmi con chi anche in forza di resoconti imprecisi abbia comunque trovato motivi di sentirsi offeso». Aggiunge, poi: «Spiace sinceramente a seguito delle mie poche parole in risposta a una precisa domanda sulle pretestuose critiche indirizzate a Giorgia Meloni in occasione delle celebrazioni per l'eccidio delle Fosse Ardeatine - a cui ho più volte partecipato con profondo sdegno e commozione - sia nata una polemica più ampia di quella che volevo chiudere. Quel che è certo, è che proprio per evitare polemiche, mi sono volutamente astenuto nel dire che sull'azione partigiana di via Rasella molti, anche di sinistra, sono stati assai critici. Mi sono limitato a dire: non è stata una delle pagine più gloriose della Resistenza partigiana».

Tante le reazioni dopo le esternazioni del presidente del Senato. Il presidente del Pd, Stefano Bonaccini, aveva definito «vergognose e bugiarde» le parole di La Russa. «Qui non siamo più nel campo delle gaffes. Ormai La Russa ne ha inanellate una serie per cui a me pare di poter dire, con educazione, che la seconda carica dello Stato è ricoperta da chi non ne ha le caratteristiche. Se vai a fare revisionismo storico raccontando bugie soltanto perché temi di dover certificare che questa è una repubblica nata anche dalla Resistenza antifascista, e se non ci definiamo tutti antifascisti, allora dovremmo tornare a dire che il nazifascismo ha fatto anche cose buone? Ma stiamo scherzando? Siamo in una città medaglia d'oro della Resistenza». E ancora: «Se La Russa vuole, lo accompagno a Marzabotto e lo teniamo in piedi a guardare il sacrario».