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Immigrati, ondata senza fine. Gli italiani dicono "Basta!" Meloni annaspa, previsti danni incalcolabili all'economia

Immigrati, ondata senza fine. Gli italiani dicono "Basta!"

Gli ultimi sondaggi marcati Demos confermano l’aria che tira in Italia con il 45% dei cittadini che ritengono gli immigrati “un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza delle persone”. È il livello più alto dal 2007 quando aveva superato il 50% (51%). Il 64% degli italiani vogliono fermare gli immigrati, anche chiudendo frontiere e confini. Dal 1° gennaio al 16 agosto 2023 gli sbarchi dei migranti in Italia sono più che raddoppiati: 101.386 persone rispetto ai 48.940 nello stesso periodo 2022 e 34.556 nello stesso periodo 2021. 127.000 gli sbarchi al 15 settembre 2023 con settemila stranieri arrivati in tre giorni a metà settembre e accalcati nell’hotspot di Lampedusa.

Non è vero che c’è paura dello straniero in quanto tale. C’è paura di una ondata senza limiti di gente che sbarca in Italia senza averne diritto, libera poi di fare quel che vuole nel Belpaese, anche di restare e agire da “fuorilegge”. L’ultima recente riunione dei Ministri degli affari interni dei Paesi dell’UE sul nuovo “Regolamento per contrastare le crisi migratorie” svoltasi il 28 settembre è stata il solito rigiro di aria fritta, di fatto lasciando l’Italia sola con la patata bollente in mano.

Nessun nodo è stato sciolto. Tra questi c’è anche quello del ruolo delle ONG, lautamente supportate e finanziate dalla Germania, che trasportano gli immigrati illegali dalle coste africane all’Italia. A nulla valgono le sparate del ministro dei Trasporti e vice premier Matteo Salvini per il quale gli sbarchi diventano “una dichiarazione di guerra all’Italia e che “se l’Europa è assente, lontana, distratta, ignorante e sorda, difenderemo le nostre frontiere da soli”. Diceva Giulio Andreotti: “A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”. È evidente che in Europa gli esponenti istituzionali dell’attuale maggioranza usano l’immigrazione per mettere in difficoltà i partiti di centrodestra che, come in Italia, sono al governo, in vista delle elezioni europee del 6-9 giugno 2024.

È la realtà della vita quotidiana che porta tanti italiani a “sentirsi invasi” dagli immigrati, peraltro a carico del contribuente del Belpaese. Solo in Italia è consentito l’ingresso tout-court di stranieri senza competenze, senza reddito né patrimonio, tutti a carico del contribuente. Di questo passo, questa immigrazione illegale (con il consenso, la connivenza, lo sfruttamento delle autorità costiere africane), in costante aumento, inciderà sugli equilibri sociali (e poi politici) dell’Italia, diventando una “aggressione” di fatto. L’Italia non ha il dovere di accogliere nessun emigrato, con l’eccezione del “diritto d’asilo” riconosciuto dall’art. 10 della Costituzione. Tradotto e semplificato significa che nessun rifugiato può essere respinto verso un Paese in cui la propria vita o libertà potrebbe essere seriamente minacciate ma questo principio non vuol dire “dovere indiscriminato di accoglienza”.

Qual è il metro di misura per stabilire dove e come “la vita o la libertà del rifugiato potrebbero essere seriamente minacciate”? Se, paradossalmente, i 25 milioni di abitanti della Corea del Nord volessero abbandonare il loro regime dittatoriale e venire in Italia, dovremmo aprire le frontiere e accogliergli? E se, ancor più paradossalmente, questo dovesse avvenire con il miliardo e mezzo di cinesi? Il trionfo elettorale del centrodestra alle politiche 2022 era dovuto in gran parte alla volontà degli italiani di mandare a casa il centrosinistra e voltare pagina, a cominciare dalla questione degli immigrati, cavallo di battaglia di Giorgia Meloni che oggi, da premier, in particolare proprio su questo, annaspa, impotente, di fatto non sapendo che pesci prendere. Lei ci mette grinta ed empatia nei rapporti internazionali, ma ciò non basta.

Non è cercando di blandire, anche con montagne di soldi, chi governa gli Stati da cui i migranti partono per l’Italia, che la questione si risolve. Bisogna chiamare le cose per nome: quegli Stati che di fatto organizzano o lasciano che si organizzino le partenze verso l’Italia compiono “atti ostili” contro il nostro Paese e come tali vanno affrontati. Non con azioni militari. Ma deve essere chiaro a tutti che si sta passando la misura. Che l’Italia, partner non secondario dell’UE (e della NATO), centro strategico del Mediterraneo e dell’Occidente, non può più consentire questo andazzo che, senza una svolta, produrrà danni incalcolabili, per primo al nostro Paese. Si usa l’immigrazione anche per destabilizzare, oggi questo governo, domani questo Paese. È l’ora di finirla con i bla-bla.

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