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Inaugurata a Trento la statua di Chico Forti, il suo messaggio: “Ho ancora tanta voglia di vivere, grazie a voi non sono solo”

TRENTO. La statua dedicata a Chico Forti è stata inaugurata oggi, 8 febbraio, proprio nel giorno del compleanno del 64enne trentino che si trova ancora recluso in carcere negli Stati Uniti con l’accusa di omicidio. Dopo un’iniziale entusiasmo per un possibile trasferimento in Italia di Forti, le speranze si sono via via affievolite con il passare del tempo. Al momento non è dato sapere se e quando l’estradizione verrà completata.

"Oggi - ha detto il sindaco di Trento, Franco Ianeselli - il Consiglio comunale ha sospeso la seduta per questo momento di coralità. Questa statua serve anche per far riflettere sulla condizione generale del carcere, nella speranza che Chico possa festeggiare il prossimo compleanno con noi in Trentino". 

Ad ogni modo, dall’Italia proseguono le iniziative per chiedere che Forti possa tornare in Trentino. La statua è proprio una di queste.

"Dopo tutto questo tempo è difficile trovare le parole adeguate per far fronte a questa situazione - ha dichiarato Gianni Forti, lo zio di Chico - due anni fa il rientro sembrava imminente ma così non è stato. Non possiamo subire supinamente una posizione che sembra immobile". 

L’opera è stato commissionata e pagata dal tenore Andrea Bocelli che in questi giorni si è recato a Miami proprio per far visita a Chico Forti. Bocelli ha pure cantato degli auguri davvero speciali in occasione del 64esimo compleanno di Forti.

Di un'esperienza toccante ha parlato Roberto Paccher, presidente del Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige che recentemente ha fatto visita a Forti. "Il suo territorio - ha proseguito - non lo ha mai abbandonato". Il presidente Maurizio Fugatti ha sottolineato l'unità delle istituzioni attorno a questa vicenda: "Le parole di Chico ci danno tanta forza quindi dobbiamo ringraziare chi fin dall'inizio sta portando avanti questa battaglia".

Durante la cerimonia per l’inaugurazione della statua, che si trova all’interno del cortile di Palazzo Benvenuti nella sede della Cassa Rurale di Trento in via Belenzani, è stato ascoltato un messaggio di Forti.

Riconoscerete il mio immutato accento, fieramente trentino” ha dichiarato Forti. “Questo è un mio pensiero incensurato, proprio come lo ero io prima di questo calvario. Non è semplice scrivere a coloro che amo. L’isolamento e solitudine sono le contrazioni involontarie che precedono il parto dell’esaurimento nervoso, tolgono la voglia di vivere. Grazie a voi, che siete l’avanguardia di un’intera nazione, io ho ancora tanta voglia di vivere, non sono solo e non lo sono mai stato. Come nelle liriche della canzone che ho scritto per Andrea (Bocelli ndr) solidarietà come scalpello, affetto come martello, poco a poco minatori voi state estraendo il mio corpo nella roccia che lo avvinghia. Non è un’impresa facile ma so che ci riuscirete. Grazie a voi la mia mente, il mio spirito e i miei principi sono rimasti liberi. Non sono solo non mi avete abbandonato. Questa statua per me è un’iniezione di vita, carburante in un serbatoio in rosso”.

Forti ha ringraziato anche le istituzioni per aver accolto con entusiasmo questa iniziativa, andando oltre alle ideologie politiche. Poi Forti ha aggiunto: “Ringrazio mia madre e mio zio, ormai, rocce anche della nazione. Grazie al comitato e agli amici di sempre. Oggi è il mio 64esimo compleanno, oltre un terzo della mia vita trascorsa in gabbia. Indubbiamente ho sofferto e lottato ma vi ho sempre sentiti al mio fianco. Onore a mia madre e ai miei figli le mie Dolomiti umane, onore all’Italia un Paese che come poche nazioni al mondo riesce ad unirsi nelle occasioni difficili. Vi lascio con un arcobaleno di nostalgia e gratitudine dove alla base invece che il tesoro immagino di trovare caldarroste e canederli”.