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Invecchiamento della popolazione, malattie croniche ed effetto Covid, gli esperti: ''Un tempesta perfetta rischia di travolgere il sistema sanitario''. Soluzioni? ''Investire''

TRENTO. Invecchiamento della popolazione, aumento della malattie croniche e servizi ancorati ancora a vecchi paradigmi. Una “tempesta perfetta” che rischia di travolgere anche il sistema sanitario trentino se non si riesce in poco tempo a mettere in campo il cambiamento necessario.

L'allarme è stato ricalcato nel corso dell'incontro organizzato nei giorni scorsi dal movimento Casa Autonomia.eu dal titolo “Prospettive di sviluppo sostenibile per i servizi sanitari: le piattaforme nell’ecosistema della sanità trentina”. Ospiti d’onore della serata, organizzata e condotta dalla presidente Paola Demagri e dal vicepresidente Michele Dallapiccola, sono stati il professor Gianfranco Damiani, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e il professor Giandomenico Nollo, del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento.

Un appuntamento che ha visto anche la presenza di un nutrito numero di professionisti, tra cui anche il Presidente dell’Ordine dei Medici di Trento, Marco Ioppi. Curiosità anche dal mondo della politica, che ha visto partecipare alla conferenza il consigliere Paolo Zanella (Futura), l'onorevole Sara Ferrari (Partito Democratico), oltre che l’ex Presidente della Provincia e Assessore alla Salute Ugo Rossi.

L’intervento dei professori parte da un’analisi della situazione attuale, che, secondo il dottor Damiani, presenta gli ingredienti necessari a scatenare una “tempesta perfetta”. Non solo, come già detto, per la dinamica demografica e l'aumento dei casi di malattie croniche ma anche per l'effetto del Covid che ha impattato notevolmente sul sistema sanitario rivelandone le debolezze, e l’aumento dei costi per la sanità, insostenibile in quanto maggiore dell’aumento del Pil. C'è poi il rapporto medico – paziente attaccato a modelli paternalistici del secolo scorso.

Tutto questo insieme crea la crisi del sistema sanitario che stiamo vivendo, evidenziata dai pazienti “ping-pong”, che vengono rimbalzati continuamente tra specialisti, servizi e ospedali diversi, e dai pazienti “boomerang”, che continuano ad essere riammessi in ospedale.

Abbiamo bisogno di un cambio di paradigma orientato allo sviluppo sostenibile dei servizi sanitari” è il commento del professor Damiani in merito alla soluzione che si deve adottare. Serve una transizione che passa attraverso l’integrazione dei servizi, delle organizzazioni, dei professionisti e dei pazienti, che devono creare una rete complessa di entità in continua evoluzione. All’interno di questa rete ci si concentra sulla prevenzione, oltre che sull’educazione e l’informazione del paziente, in modo tale che esso venga sostenuto anche al di fuori delle mura delle strutture sanitarie, dove dovrà essere ricoverato soltanto nei momenti di effettiva acuzie della malattia. Tutto ciò ovviamente deve essere sostenuto tramite un orientamento al continuo miglioramento della qualità, che passa dalla digitalizzazione e l’uso di nuove tecnologie, dalla messa in campo di sistemi di obiettivi e indicatori quantificabili e dalla ricerca. “Dobbiamo passare da una visione della sanità come costo – conclude il dottor Damiani –, ad uno in cui la salute viene vista per quello che è: un investimento”.