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Le sfilate di Milano Primavera-estate 2023: da Gucci vedo doppio

Diciamo la verità: ci sono sfilate più riuscite di altre. Ma non è solo una questione di vestiti, di coolness, di casting. Ci sono sfilate più riuscite di altre perché ti sanno sorprendere, meravigliare, stupire, affascinare. Lasciare a bocca aperta. La Fashion Week di Milano dedicata alle collezioni per la Primavera-estate 2023 è solo a metà, ma non v'è dubbio alcuno che quello di Gucci si candidi con assolute probabilità di vittoria al titolo di fashion show più incantevole di questa tornata di passerelle.

Il pubblico entra nella grande sala della sede milanese della griffe: metà di giornalisti, buyer, ospiti vip (tra i quali una radiosa Jessica Chastain) a sinistra, metà a destra. Capita, lì per lì uno non ci pensa. Tutti gli ospiti seduti su una fitta tribuna, davanti a sé una parete piena zeppa di ritratti fotografici in bianco e nero di quelle che sembrano la stessa persona ripresa in espressioni differenti. Inizia lo show, che si snocciola intenso e suadente in puro Alessandro Michele style.

Un dettaglio della sfilata Gucci.

Un dettaglio della sfilata Gucci.

Bizzarro, eccentrico, vario, eterogeneo, estroso (lo si può dire, dai, ci sono anche i Greemlins): tutto il vocabolario ormai consolidato del geniale direttore creativo scivola con sicurezza davanti ai nostri occhi: un po' di Oriente, un tocco sexy, tanto vintage. Insomma, il mix perfetto e ormai classico della griffe della doppia G. Ma sul finale arriva la vera sorpresa. A poche uscite da quello che si capisce essere l'epilogo, il muro di fronte a noi si solleva lento, svelando come in uno specchio magico il doppio imperfetto di quel che si sta svolgendo al di qua. Un altro pubblico, identico ma diverso, e soprattutto un'altra sfilata parallela, replica esatta - con tutte le sue minime variabili - di quella cui abbiamo appena assistito. Uguale e simmetrica, sovrapponibile ma opposta, identica ma con le sue peculiarità. E, dopo lo spaesamento iniziale, capiamo che quelle in passerella sono tutte coppie di gemelli identici, che si riuniscono in un secondo defilé, tenendosi mano per mano. Un gesto semplice, ma che ti si conficca dentro al cuore.

La sfilata si intitola Twinsburg, e come spiega lo stesso direttore creativo, è figlia anch'essa, in qualche modo, delle sue due mamme (parole sue) Eralda e Giuliana, gemelle. Ed è a sua volta madre di un'idea forte e umanissima: quella che, in questo viaggio nel mondo talvolta straziante e talvolta felice, non siamo mai soli. Che viviamo con gli altri, che non siamo singole cellule isolate, ma parte di un tessuto connettivo.