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Lega ai ferri corti con Fdi (e maretta su Giordano)

Dopo le tensioni a Vercelli anche a Novara rapporti tesi con i meloniani. Nastri stoppa la nomina del presidente dell'Atl e chiede un riequilibrio nelle municipalizzate. La rappresaglia su Binatti. Ostacoli per la candidatura "unitaria" dell'ex assessore

Tamburi di guerra verso l’alleato di maggior peso, ma anche all’interno della stessa Lega. C’è qualcosa di nuovo sul fronte Orientale, in particolare in quella provincia di Novara che da sempre è osservata speciale, per la sua rilevanza nel mondo leghista e nello stesso centrodestra. A partire dai rapporti con il principale alleato, Fratelli d’Italia, che sull’onda del successo alle ultime Politiche pretende sul territorio un riequillibrio interno alla coalizione. Dopo le tensioni di Vercelli, altri campanelli di allarme agitano il partito di Matteo Salvini in Piemonte.

Uno degli ultimi è, appena, dell’altro ieri. In giunta regionale era prevista la nomina del nuovo presidente dell’Atl di Novara, Biella e Vercelli e, stando agli accordi che avevano accompagnato il non facile percorso di unificazione dell’azienda turistica locale, su quella  poltrona si sarebbe dovuta accomodare una figura indicata dai sindaci del Novarese. Un blitz del “federale” meloniano della zona, il senatore Gaetano Nastri, ha imposto al governatore Alberto Cirio lo stop alla nomina di Katia Bui, primo cittadino di Grignasco, di matrice civica ma assai gradita alla Lega.

Non è un mistero che i meloniani puntino a portare al vertice dell’Atl Renzo Norbiato, ex sindaco di Oleggio Castello, osteggiato dai novaresi non foss’altro perché espressione del cosidetto distretto dei laghi e non dell’area cui spetterebbe l’indicazione. Ovviamente l’aspetto politico pesa eccome, nell’ostracismo leghista e nel far precipitare le relazioni con FdI che, sempre in questi ultimi giorni, ha avuto ulteriore motivo di conferma. 

Non ci vuol poco a immaginarsela la faccia di Alessandro Canelli quando nel suo ufficio di Palazzo Cabrino sono comparsi la sua vice Marina Chiarelli, insieme agli assessori Ivan De Grandis e Giulia Negri, tutti “fratelli”, mettendogli sotto il naso una lista di incarichi in capo alla Lega, dalle partecipate agli organismi elettivi, lamentandosi dei troppi posti assegnati al suo partito. Sopracciglio alzato e baffo dritto, Canelli ha respinto al mittente le rimostranze, rimandando a un altro livello – quello tra le segreterie dei partiti – la questione. 

Finità qui? Macché. Alla Lega e al suo sindaco non sfugge l’obiettivo principale di Nastri, ovvero conquistare la poltrona di presidente di Acqua Novara-Vco spa, potente società di gestione idrica e farvi accomodare Gaetanino D’Aurea, attualmente amministratore unico della partecipata dei trasporti Sun, con un evidente quanto inevitabile effetto domino sul sistema del sottogoverno cittadino. 

Tanto basta e avanza, per convocare in tutta fretta una war room. Mercoledì sera Canelli, lo stato maggiore leghista – Canelli, il suo predecessore Massimo Giordano e l’assessore regionale Matteo Marnati – avrebbero delineato i piani della rappresaglia: il veto sulla ricandidatura di Federico Binatti alla presidenza della Provincia. Al motto se vogliono la guerra guerra sia, la trimurti del Carroccio ha pure affinato la strategia: tener fede agli accordi, secondo i quali spetta a FdI la poltrona di Palazzo Natta, ma chiedere ai meloniani di fare un altro nome. “Binatti è inviso a molti sindaci, meglio sarebbe cambiare cavallo”, spiegano dall’inner circle di Canelli. Anche per parare meglio il colpo qualora Sergio Bossi decidesse di scendere in campo. Che i leghisti inizino a prendere in considerazione il sostegno proprio al sindaco di Borgomanero? In fondo lasciano trapelare Bossi è un civico molto vicino a FdI, “quasi un dipendente di Nastri” essendo subagente della compagnia di assicurazioni di cui è titolare il senatore. Ma anche in questo caso vale la pena di leggere in controluce le mosse leghiste. Ad alimentare l’opposizione alla candidatura del sindaco di Trecate c’è la convinzione che Binatti, ache attraverso la corsa al secondo mandato in Provincia, stia preparando un’altra candidatura, quella a consigliere regionale nel 2024.

Guerra, sia pure ancora fredda, tra Lega e Fratelli d’Italia sulla sponda del Ticino, ma anche venti di burrasca all’interno dello stesso partito di Salvini. Se nelle intenzioni dei novaresi, guardando al congresso provinciale fissato presumibilmente per il 15 gennaio, c’è la candidatura unica di Giordano (uscito di recente completamente assolto da un’odissea giudiziaria durata dieci anni), una parte delle sezioni sul territorio, tra cui Borgomanero, Oleggio, Castelletto e altre ancora paiono avere riserve non tanto sul percorso unitario, quanto proprio sul nome dell’ex assessore regionale. Come finirà? Di certo, tra il fronte aperto con Fratelli d’Italia e quello interno sulla candidatura di Giordano, per la Lega novarese non si potrà dire che non sarà un inizio d’anno senza botti.