Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

Lukoil, Ita, Ex Ilva, Tim…cantieri di “sovranismo di necessità”. Sotto il monte Epomeo Pnrr

Blitz Social

Blitz dice

Pace, guerra e libertà. Chi sta con l’Occidente e chi fuori si chiama: M5S, Verdi e Sinistra Italiana

Pace, guerra e libertà. Il terzo termine, il valore, la sostanza e il ruolo della libertà quasi sempre omessi, come non ci fossero, come fosse solo da scegliere tra pace e guerra. Delle tre parole e valori (pace, guerra e libertà) l’Occidente, le democrazie liberali, la Ue, la Nato, gli Usa, il Canada, l’Australia, il […]

OROSCOPO

oroscopo del giorno

I più letti

Lukoil, Ita, ex Ilva, Tim...si va verso nazionalizzazioni di fatto. Si allestiscono cantieri ed edifici aziendali di "sovranismo di necessità". Sotto un Monte Epomeo. Il Pnrr che rischia di franarci addosso. Spesi meno di 20 mld dei 66 arrivati. Chiediamo proroghe, più soldi e meno riforme.

Lukoil, Ita, Ex Ilva, Tim...cantieri di "sovranismo di necessità". Sotto il monte Epomeo Pnrr
Lukoil, Ita, Ex Ilva, Tim...cantieri di "sovranismo di necessità". Sotto il monte Epomeo Pnrr

Lukoil, Ita, Ex Ilva, Tim…cantieri di “sovranismo di necessità”. Sotto il monte Epomeo Pnrr FOTO ANSA

Lukoil, il governo le dà un Commissario e una copertura finanziaria. Solo per due anni dice il governo. Due anni con forti probabilità di confermare come spesso da noi non vi sia nulla di più stabile del provvisorio. Lukoil a Priolo significa migliaia di posti di lavoro, diretti e dell’indotto. Lukoil é (era?) raffineria di proprietà russa. Quindi sottoposta a sanzioni. Lukoil ora raffina petrolio solo russo, ma da lunedì c’è embargo sul petrolio russo. Lukoil non è “bancabile”, cioè le banche non le fanno credito. Lukoil quindi si avvia ad una nazionalizzazione di fatto di cui i due anni di finanziamento/commissariamento sono il prologo.

Ita, non si sa a chi venderla

Ita, ex Alitalia. Ogni mese l’azienda perde valore perché opera in perdita. Il governo Draghi l’aveva messa sul mercato ma partiti politici e sindacati hanno fatto e fanno (come da decenni) boicottaggio di ogni ipotesi di vendita e privatizzazione. Trattative infinite si trascinano con possibili acquirenti che poi si stufano e se ne vanno. Perché la richiesta italiana è al fondo che il compratore ci metta i soldi ma che si rassegni a decidere poco o nulla in azienda. Ira quindi già è, come Alitalia, in uno stato di nazionalizzazione di fatto.

Ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia

Una acciaieria di grandi dimensioni l’Italia la vuole o no? Sì, no, forse…La voglia è quella di mantenere l’occupazione a diecimila circa unità, la produzione a sei/ otto milioni di tonnellate e di avere impianti asettici più di un laboratorio di analisi in un ospedale. Il tutto ovviamente finanziato…dallo Stato. L’impianto siderurgico si avvia, è vicinissimo al bivio: o chiusura o nazionalizzazione. Chiamarla “revisione della governance” non è neanche una foglia di fico.

Tim, Cdp, Rete unica

Complessa è la vicenda, complessa la trama ma lineare il percorso: la Rete unica si fa in Italia (quando si farà) in un sistema di aziende pubbliche con pubblico denaro. Anche qui, non chiamatela nazionalizzazione, chiamatela governance…

Sovranismo di necessità

Sono tutti cantieri dove si costruiscono edifici aziendali da…sovranismo di necessità. Nazionalizzare perché chiudere non si può e deve. Nazionalizzare perché privatizzare non si vuole. Nazionalizzare perché di efficienti gestioni aziendali non si è capaci. Nazionalizzare, cioè mettere in piedi edifici aziendali sul terreno franoso e poroso dei soldi pubblici a prescindere. Volente o nolente il governo Meloni sta costruendo aziende pubbliche da sovranismo di necessità.

Sotto il Monte Epomeo

Costruzioni, edifici questi che, insieme a molto altro, sono sotto un…Monte Epomeo. Il Pnrr. Il Pnrr, l’Italia non ce la fa. Il Pnrr le sta franando addosso. Incapacità di spendere, soprattutto e sembra proprio congenita incapacità degli Enti Locali. Regioni e Comuni che hanno voluto avere diritto e potere di spesa dei miliardi del Pnrr. Miliardi ricevuti dall’Italia dalla Ue finora: 66. Miliardi di spesa previsti finora: 47. Miliardi davvero spesi: neanche 20. Regioni, Comuni, Enti Locali, Pubblica Amministrazione mancano di competenze, professionalità e cultura amministrativa. Mancano di personale qualificato. E la politica non aiuta, sgambetta. Nella generalità dei casi (se non totalità) interpreta i miliardi della Ue come soldi tu Europa ce li metti e io li spargo più largo che posso. Quindi il governo e il sistema Italia si stanno disponendo a chiedere proroga di due anni (dal 2026 al 2028) per onorare il contratto (il Pnrr è un contratto sottoscritto dall’Italia).

Cioè tu Europa dacci i soldi lo stesso, noi ci prendiamo altri due anni per fare davvero le cose. Inoltre il governo e il sistema politico italiani si stanno disponendo nella posizione, propagandistica all’interno e irritante all’esterno, del dateci più soldo che l’inflazione ha tagliato il valore dei miliardi assegnati all’Italia. Non bastasse, il ritardo, anzi la evidente non voglia italiana e del nuovo governo di varare riforme come quella della concorrenza (parola che per la politica italiana ha l’effetto della luce del giorno sull’epidermide vampira) rendono incerta la corresponsione all’Italia della rata Pnrr di fine dicembre, 19 miliardi. Il Pnrr rischia di franarci addosso, il Monte Epomeo del Pnrr…Se il sistema politico, sociale ed economico italiano dovesse disperdere e sprecare 250 miliardi venuti dalla Ue, la colata di fango sull’Italia politica, sociale ed economica non sarebbe solo…reputazionale. Sarebbe demolitoria.