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Maternità surrogata, è scontro su ‘reato universale’

Inizia l'iter della legge: un solo articolo, che sarà ufficialmente esaminato la prossima settimana

di Silvia Egiziano,

L’esame vero e proprio inizierà soltanto la prossima settimana ma è già scontro sulla proposta di legge targata FdI che introduce la perseguibilità ‘universale’ del reato di maternità surrogata. Una pratica vietata in Italia e punita con la reclusione da tre mesi a due anni e multe da 600 mila a un milione di euro. Il testo, composto da un solo articolo e abbinato a un’altra proposta della Lega, è stato illustrato in commissione Giustizia della Camera dalla relatrice Carolina Varchi e va a modificare l’articolo 12 della legge 40 del 2004, aggiungendo al paragrafo 6: “Le pene stabilite dal presente comma si applicano anche se il fatto è commesso all’estero“. “La legge numero 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita, scritta in un tempo in cui non esisteva ancora il turismo procreativo – si legge nella relazione – ha lasciato un vuoto normativo, nulla prevedendo in ordine alla liceità o no della surrogazione di utero, e più in generale di maternità, attuata all’estero da cittadini italiani”. Tuttavia, “il codice penale, all’articolo 7, stabilisce espressamente la punibilità per taluni reati anche se commessi all’estero, prevedendo una riserva di legge in materia”, spiegano i deputati firmatari.

Critico, invece, il Pd. La proposta “tecnicamente non sta in piedi. Non puoi stabilire che è un reato universale, devi tener conto che ci sono Paesi anche europei dove è legale. Come fai a stabilire che i genitori debbano essere arrestati nel momento in cui mettono piede in Italia?”, osserva la capogruppo dem a Montecitorio Debora Serracchiani. “Noi – chiarisce Serracchiani – abbiamo una posizione di contrarietà” alla maternità surrogata ma “questo furore punitivo è terribile come la non trascrizione dei bambini che già ci sono. Se vogliono rendere invisibili le persone per risolvere i problemi per noi è inaccettabile”. A rimarcare la sua netta contrarietà contro l’utero in affitto anche il presidente del Pd Stefano Bonaccini, che alla domanda su cosa ne pensi la segretaria Elly Schlein si limita a un “non so, non credo si sia espressa sul tema”.

Nei giorni scorsi a incalzare Schlein sull’argomento, oltre al centrodestra, era stato anche il leader del Terzo polo, Carlo Calenda. La posizione di contrarietà di Azione e Italia Viva “è netta, sui diritti dobbiamo evitare strumentalizzazioni e sulle adozioni per le coppie omosessuali bisogna fare invece una riflessione”, afferma oggi Mariastella Gelmini. Fermo anche il no di Mara Carfagna, mentre sul ‘bando universale’ proposto da FdI “mi riservo di leggere il testo unico che verrà approvato dalle Commissioni e di valutare poi, anche sulla base dei profili di costituzionalità, l’atteggiamento da tenere”, aggiunge l’ex ministra. Chi non ha dubbi è, invece, il segretario di +Europa, Riccardo Magi, che bolla l’iniziativa del partito della premier Giorgia Meloni sulla gestazione per altri come “boiata incostituzionale“, perché “non si può punire nessuno – spiega – per una condotta che non è reato nel paese in cui avviene” e questo “alla faccia del garantismo di cui si riempie la bocca il centrodestra al governo”.

Intanto, interpellata durante il Question time in Senato, la ministra della Famiglia Eugenia Roccella ha rimarcato che i diritti dei bambini in Italia “non sono in discussione”, anche se nati all’estero con pratiche ‘illegali’, in quanto “nel caso di un atto di nascita prodotto all’estero, in cui risultano come genitori due padri, la trascrizione in Italia prevede quella del solo padre biologico”. “Nessuna discriminazione nei confronti dei bambini” dunque, per la ministra, mentre “permane la condanna dell’utero in affitto”. Del resto “il governo nei propri atti è dunque tenuto al rispetto del quadro normativo”, ha proseguito Roccella, rimandando alla pronuncia della Cassazione che individua nell’adozione “il percorso da seguire per eventualmente assicurare il rapporto genitoriale del minore con il partner del genitore biologico”. Pungente il commento del senatore del Pd Filippo Sensi al quesito esposto in Aula dal forzista Maurizio Gasparri: “A interrogare la ministra Roccella sulle trascrizioni dei minori nati all’estero da ‘coppie dello stesso sesso’ sono tutti maschi, ovviamente. I famigerati liberali di Forza Italia”.

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