Il decreto del governo che dispone il trattenimento dei richiedenti asilo che provengono dai cosiddetti Paesi sicuri in attesa dell'esito della procedura di frontiera accelerata, con relativa cauzione di 5 mila euro per rimanere in libertà, è illegittimo e confligge con la superiore normativa europea.
A soli cinque giorni dell'inaugurazione del nuovo centro di Modica-Pozzallo, destinato dal governo al trattenimento per quattro settimane dei richiedenti asilo, il primo ospite è già fuori. Così ha disposto il tribunale di Catania accogliendo immediatamente il ricorso presentato dal legale di un giovane tunisino arrivato il 20 settembre a Lampedusa e trasferito direttamente a Pozzallo una settimana dopo. A disporre il suo trattenimento era stato mercoledì il questore di Ragusa ma ieri la giudice Iolanda Apostolico non ha convalidato il fermo e con un’articolata motivazione – che di fatto ritiene illegittimo sia il trattenimento sia la richiesta di cauzione in cambio della libertà – ha disposto l'immediata liberazione del tunisino.
Il centro di Pozzallo, inaugurato lunedì scorso, con 84 posti, è il primo dedicato alle procedure accelerate di frontiera con la presunzione che la maggior parte delle persone che arrivano dai cosiddetti Paesi sicuri non otterranno poi la protezione internazionale e debbano essere subito rimpatriate. Sempre che ci siano accordi in tal senso con i Paesi di origine.
Al momento, infatti, i primi trattenuti sono solo tunisini, visto che l'accordo di rimpatrio con la Tunisia è l'unico che funziona. Ma ora il pronunciamento dei giudici di Catania rischia di lasciare totalmente disatteso il decreto Cutro.