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Mollicone, commissione Cultura: “Maternità surrogata reato più grave della pedofilia”

L'intervento di Federico Mollicone sulla maternità surrogata commentando un'intervista dell'ex senatore Pillon: "Siamo di fronte a persone che voglino scegliere un figlio come la tinta di casa".

Mollicone Maternità surrogata pedofilia
Mollicone Maternità surrogata pedofilia

foto da video

La maternità surrogata “è un reato grave, più grave della pedofilia“. Lo ha affermato Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera ed esponente di Fratelli d’Italia, questa mattina a Omnibus su La7 (qui il video). “Siamo di fronte a persone che vogliono scegliere un figlio come la tinta di casa” ha aggiunto il politico.

Maternità surrogata, Mollicone: “E’ un reato più grave della pedofilia”

“La maggioranza, la Chiesa, il mondo cattolico riconoscono nella maternità surrogata un reato. Noi chiediamo che diventi un reato universale perché questa pratica, che noi preferiamo chiamare utero in affitto, è mercificazione della vita umana. Secondo me è un reato più grave della pedofilia“. Sono le parole pronunciate dal deputato di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, ospite di Omnibus su La7, in riferimento alla maternità surrogata. In studio gli era stato chiesto se fosse d’accordo con Simone Pillon, ex senatore della Lega, secondo il quale la pratica andrebbe perseguita come il reato di pedofilia. Ma per l’esponente di FdI è “un reato più grave perché qui siamo di fronte a una persona che vuole scegliersi, come fosse la tinta di casa, l’arredo di casa, un figlio e come”. Mollicone, nel suo intervento, ha definito le parole utilizzate da Fabio Rampelli (“le coppie omogenitoriali spacciano i bambini come propri figli“) come “iperbole lessicale”.

Rampelli: “Coppie gay non possono spacciare bambini per propri figli”

Parole che arrivano dopo quelle di Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e esponente di FdI, nel corso della trasmissione In Onda su La7 ieri sera. “Se due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento, e cioè l’iscrizione all’anagrafe, di un bambino che spacciano per proprio figlio significa che questa maternità surrogata l’hanno fatta fuori dai confini nazionali”.

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