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Santo, recensione: tra narcos e horror, una serie passata sotto silenzio

di Stefano Di Maria

C’è un titolo di Netflix passato sotto silenzio questo mese di settembre: SANTO, una miniserie thriller d’azione investigativa, intrigante e piena di suspense, che a tratti rasenta il terrore. Ingredienti che avrebbero potuto farle scalare la Top Ten, ma così non è stato per un’inspiegabile mancanza di promozione pubblicitaria, che qui avrebbe avuto molto più senso rispetto al battage su tanti altri titoli meno significativi.

SANTO – LA TRAMA

La serie narra la storia di Santo, il narcotrafficante più ricercato al mondo, il cui volto è sconosciuto. I due poliziotti che lo inseguono, Cardona (Bruno Gagliasso) e Millán (Raúl Arévalo), sono inizialmente ai ferri corti, ma dovranno imparare a capirsi e a collaborare per sopravvivere e per risolvere il caso.

SANTO – LA RECENSIONE

La nostra recensione di questa miniserie in sei episodi, di produzione spagnola e brasiliana, non può che partire da un dato di fatto: per la prima volta una storia poliziesca su un narcotrafficante assume fattezze horror, a tratti al limite del soprannaturale. Il che di per sé dovrebbe già suscitare la curiosità dello spettatore che predilige serie come NARCOS o REGINA DEL SUD. Fin dal suo prologo SANTO mette in tavola le sue carte: partendo dalle favelas del Brasile, dove oltre al dilagare dello spaccio di droga si celebrano macabri riti, arriva in Spagna, dove la caccia al narcotrafficante Santo è la priorità per la polizia. Abbondano le scene di azione, fra le quali spiccano quelle coi protagonisti Gagliasso e Arevalo, entrambi perfettamente calati nella parte, sottolineate da colonne sonore potenti e dalla regia scattante di Vicente Amorim.

Il problema dello show sta nella confusione che la scrittura può suscitare nello spettatore medio: tra flashback, visioni immaginifiche e scene surreali, si rischia di perdere il filo. Sarebbe stato meglio un racconto più lineare, più classico, con due sole linee temporali tra passato e presente. La miniserie, comunque, gioca bene la carta del mistero su chi sia il narcotrafficante Santo, che scopriremo soltanto alla fine. Un altro pregio è senza dubbio la componente horror, che come dicevamo non si è mai vista (da che ricordiamo) in un prodotto poliziesco come questo.

Non sappiamo se SANTO avrà una seconda stagione, ma ci sono tutti i presupposti considerato il cliffhanger conclusivo.

Voto: 3 su 5

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