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Sergio Staino a Trento per parlare di satira e religioni: ''Da ateo ho un amore profondo per la figura storica di Gesù. Le vignette di Charlie Hebdo? Non le avrei mai fatte''

TRENTO. “La chiave della satira è che deve essere intelligente, deve usare l'arma del sorriso per aiutarci a comprendere qualcosina in più della realtà”. E quando la satira incontra la religione, dice a il Dolomiti Sergio Staino, che il 27 maggio alle 20 sarà a Trento per un incontro aperto proprio sul tema del rapporto tra satira e fede: “Deve concentrarsi sugli 'operatori terreni', un conto è scherzare sul Papa, un conto è farlo su Gesù”.

Il noto vignettista, che negli anni ha collaborato con molti giornali italiani dopo aver dato vita nel 1979 al suo personaggio più famoso, Bobo, sarà a Trento, in via Malpaga, per un incontro aperto sul tema organizzato dall'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti di Trento in collaborazione con lo Studio d'Arte Andromeda. A condurre la serata sarà la giornalista Rai Elisa Dossi mentre la filosofa Camilla Stirati presenterà l'evento.

“La satira è intelligenza – spiega Staino – è seminatrice di dubbi per sua natura. Ed il dubbio è il nemico di ogni formazione fondamentalista”. Ecco perché, parlando del rapporto con la fede, per Staino è necessario eventualmente 'attaccare' le dimensioni fondamentaliste (e profondamente terrene) delle religioni, piuttosto che le religioni stesse. Ed ecco perché chi fa satira, continua il vignettista, dovrebbe concentrarsi per esempio: “Sulle forme più anti-femminili dell'Islam, sugli aspetti più dogmatici del cattolicesimo”.

Nel pratico, il giudizio di Staino su alcune delle vignette su Maometto pubblicate dalla rivista satirica Charlie Hebdo per esempio (e che hanno reso il giornale bersaglio di un drammatico attacco terroristico nel 2015) è chiaro: “Quelle vignette, così ferocemente contro i simboli della religione islamica, non le avrei mai fatte”. Parlando della sua attività, Staino sottolinea di vivere da vicino” il rapporto tra religione e satira: “Mai e poi mai – dice – è uscita dalla mia penna, pur essendo io un ateo professante e dichiarato, una vignetta offensiva contro quelli che sono i simboli della religione”.

In particolare negli ultimi anni la collaborazione con il quotidiano della Cei, l'Avvenire, è stata per Staino una bellissima esperienza: “Ho pubblicato una tavola a settimana per un anno e mezzo, non pensavo che sarebbe durato così a lungo – scherza – poi a qualcuno la mia collaborazione dev'esser andata di traverso ed è stata interrotta. Con il cardinale Zuppi e papa Francesco però c'è un bel dialogo anche con il mondo ateo, i nostri obiettivi alla fine non sono poi così diversi”.

Per quanto riguarda la fede cattolica poi, il vignettista sottolinea di avere “un amore profondo per Gesù, un personaggio che dal punto di vista storico è probabilmente la più bella figura che abbia mai incontrato”. Lo stesso Gesù è stato protagonista di molte vignette di Staino: “Mi piace disegnarlo – conclude lui – e lo disegno bene perché assomiglia a mio figlio quando aveva vent'anni”.