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Terremoto in Turchia e Siria, Giacomo da Aleppo: «Mai vissuta una tragedia così»

«Per le bombe sappiamo a chi dare le colpe, per questa tragedia no». È questa la frase che ripetono più spesso le donne e gli uomini accolti dal convento francescano ad Aleppo, in Siria, da quando un terremoto di magnitudo 7,8  ha colpito il sud della Turchia e devastato gran parte della Siria, nella notte tra domenica e lunedì. Lì è presente Giacomo Pizzi, che insieme all'organizzazione Pro Terra Sancta assiste la popolazione siriana dal 2012, quando a devastare il Paese era il conflitto. 

Oltre 9600 vittime e 45mila feriti, 648 scosse di assestamento. Quando la terra ha iniziato a tremare, come tutti, Giacomo era a letto. «Non mi era mai capitata una cosa del genere. La scossa è durata oltre due minuti ma per la forza e il percepito sembrava un'infinità. Io ho fatto in tempo ad accendere la luce, trovare l'interruttore, mettere le scarpe, prendere il cellulare e la giacca prima di uscire, poi sono ovviamente corso in strada. Nel momento in cui sono arrivato in strada stava crollando il campanile del convento presso cui sono ospitato in questo momento».  Paura, freddo, gelo: una sensazione disarmante che Giacomo non aveva mai provato prima. «E lo stupore di vedere subito pochi istanti dopo una marea di persone radunarsi davanti al convento». 

Terremoto in Turchia e Siria Giacomo da Aleppo «Mai vissuta una tragedia così»

Ci scriviamo via whatsapp mentre Giacomo insieme ai suoi colleghi arriva ad Aleppo per Est per valutare i danni ricevuti alle loro strutture di accoglienza. Le famiglie che si sono rivolte al convento francescano di Aleppo sono almeno cinquemila. «Molti piangono, oggi iniziano ad elaborare la situazione, alcuni stanno apprendendo della morte di amici o persone comunque vicine, altri si chiedono com'è possibile che una terra già martoriata come questa sia colpita così duramente, ancora una volta». 

Ora dopo ora le notizie svelano l'immensità della tragedia che ha colpito Siria e Turchia. Si continua a scavare sotto le macerie con la speranza che non sia davvero tutto perduto. «Abbiamo appreso questa mattina che almeno tre dei bambini orfani che assistiamo sono morti sotto le macerie», continua Giacomo. «Sono nati sotto la guerra e sono morti così, senza avere mai visto la pace». 

Come in un diabolico rewind Giacomo racconta di come oggi, in pochi minuti, si ritrovi davanti agli occhi la devastazione che stavano cercando di combattere dopo il conflitto. Macerie, morte, devastazione. È tutto da rifare, di nuovo. «Molte delle case delle persone che assistiamo sono state distrutte, ci sono ancora muri che ballano, muri interni che si spaccano a metà e  tanto terrore soprattutto negli occhi dei bambini che stanno tornando a sorridere piano piano». 

Terremoto in Turchia e Siria Giacomo da Aleppo «Mai vissuta una tragedia così»

Sono almeno dieci le province colpite nel sud della Turchia. «Dodici anni di conflitto in Siria hanno lasciato le famiglie nel baratro. A causa dell'economia crollata, stavano già lottando per nutrire i propri figli, per tenerli al caldo quest'inverno e per mandarli a scuola», spiega Okke Bouwman, Direttore Media di Save the Children Siria. «Ora i bambini rischiano di essere intrappolati sotto le macerie, separati dai loro familiari e di non sapere se avranno un posto caldo dove dormire. Questi bambini hanno bisogno del nostro sostegno immediato: la comunità internazionale deve farsi avanti per aiutarli ora». 

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