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Tiro a segno a scuola, ma Fazzolari smentisce. L’opposizione attacca: “Destra dal grilletto facile”

Tiro a segno a scuola, progetto attribuito da un articolo de La Stampa al sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, che a stretto giro ha smentito la notizia (“È un’invenzione”) e poi annunciato querela contro il quotidiano diretto da Massimo Giannini, secondo cui invece la ricostruzione del suo giornalista “è inattaccabile e di fonte sicura al cento per cento”.

Per mezza giornata è fitto il fuoco incrociato fra le opposizioni e FdI: da una parte puntano il dito verso una “destra dal grilletto facile”, dall’altra si liquida come “fake news” la ricostruzione della chiacchierata di fra Fazzolari e il generale Franco Federici, consigliere militare di Giorgia Meloni.

A Palazzo Chigi, dopo le dichiarazioni della premier e del primo ministro dell’Etiopia, il sottosegretario lo ha avvicinato, parlandogli, fra l’altro, dei buoni risultati ottenuti dagli azzurri del tiro a segno, una federazione sportiva che è sotto la vigilanza del Ministero della difesa e che negli anni ha portato una dozzina di medaglie olimpiche. Secondo La Stampa, il sottosegretario ha evidenziato la necessità di fare un tavolo per un progetto di insegnamento del tiro a segno nelle scuole.

E Federici si sarebbe impegnato a organizzare un incontro con i soggetti interessati. Un articolo “ridicolo e infondato”, la presa di posizione di Fazzolari, che ammette di praticare “tiro dinamico sportivo” ma nega ogni idea sulla scuola: “I ragazzi a scuola devono fare atletica, nuoto, e quando e quando magari sono anziani si dedicano al tiro”. La conversazione, assicura, “verteva su tutt’altro”, sulla “necessità di fornire maggiori risorse per l’addestramento di Forze armate e Forze di polizia” e “l’ipotesi di un canale privilegiato di assunzione in questi corpi dello Stato per gli atleti di discipline sportive reputate attinenti, anche se non olimpiche, quali paracadutismo, alpinismo e discipline di tiro. Due misure alle quali lavoreremo al più presto”.

Matteo Salvini, prima della smentita di Fazzolari, ha definito “un’idea non illuminata” portare attività come il tiro a segno a scuola. “Non perdo tempo a commentare notizie inesistenti”, ha tagliato corto il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, come il resto del governo impermeabile ad accuse e ironie dell’opposizione. Attacchi insensati, per Meloni. “Fazzolari non l’ha mai detta, e nessuno ha mai pensato nemmeno lontanamente una cosa come quella” ha ribattuto la premier in un punto stampa a Milano, dove è anche tornata a blindare Andrea Delmastro e Giovanni Donzelli, sempre nel mirino delle opposizioni per l’uso delle informazioni su Alfredo Cospito e gli attacchi ai dem.

Una vicenda ben più delicata, il cui esito è legato anche all’indagine interna del Ministero, a quella della Procura di Roma, nonché alla mozione unitaria contro i due colonnelli di FdI che i partiti di minoranza puntano a votare alla Camera dopo le Regionali. “Non penso ci sia bisogno delle dimissioni – ha ribadito la Premier -. La Procura fa il suo lavoro e il ministero della Giustizia ha più volte detto che non erano documenti coperti da segreto. E mi pare che queste informazioni sensibili fossero già presenti suoi quotidiani. Non ho ragione di dire che ciò che sta sulla stampa non possa andare in Parlamento”. “Io ho chiesto a tutti di abbassare i toni e questo vale anche e soprattutto per Fratelli d’Italia”, ha chiarito la presidente del Consiglio, osservando però che “ci sono delle sensibilità diverse” sull’atteggiamento di fronte alle violenze anarchiche, e ribadendo ancora una volta che “lo Stato non può scendere a patti con chi lo minaccia, questo vale per la mafia ieri e per gli anarchici oggi”.

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polemica, scuola, Tiro a segno