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Trieste, fototrappole per "catturare" i migranti clandestini alle frontiere con la Slovenia

Saranno consegnate in settimana alle forze dell'ordine di Trieste e Gorizia le 65 fotocamere acquistate dalla Regione da installare "sui sentieri in prossimità dei confini per individuare in tempo reale i transiti di immigrati irregolari", come l'assessore regionale alla Sicurezza e all'Immigrazione Pierpaolo Roberti, dichiarò nel gennaio 2020. 

Fotocamere nelle zone boschive

Si tratta di sistemi di rilevazione ottica mobili - scrive il "Messaggero Veneto" - da collocare nelle zone boschive di confine tra Italia e Slovenia, quelle battute dalla rotta balcanica, nell'auspicio di mettere a disposizione delle forze dell'ordine un numero maggiore di dati per ottimizzare gli interventi di contrasto al fenomeno e pure di favorire le riammissioni. L'iter per la distribuzione sul territorio era stato frenato dalla pandemia e dalle complicazioni burocratiche, superate solo nelle scorse settimane. Ora la Regione ha trovato un accordo per affidare le fotocamere alla polizia locale di Trieste che, a sua volta, le metterà a disposizione anche delle altre forze dell'ordine.

"Stanare i passeur"

Saranno 50 quelle distribuite nel capoluogo regionale: 20 alla questura, 10 al comando provinciale dei carabinieri, 10 a quello della guardia di finanza e le altre 10 resteranno alla Polizia locale. Per quanto riguarda le 15 restanti, saranno in parte consegnate alla questura di Gorizia. Dunque, una distribuzione differenziata che suggerisce usi più ampi rispetto a quelli strettamente correlati al fenomeno migratorio, quantomeno nell'area triestina. "Essendo fotocamere mobili potranno essere spostate a seconda delle necessità del momento", spiega il questore di Trieste Pietro Ostuni. "Una parte andrà alla polizia di frontiera e questi dispositivi potranno essere utili, a esempio, per stanare i passeur, ma in realtà saranno preziosi per l'attività di polizia nel suo complesso".

Fototrappole per monitorare migranti

"Ben vengano gli strumenti in più da mettere a disposizione anche della nostra Polizia di frontiera e che potranno essere utili per monitorare il flusso migratorio", dichiara sempre al quotidiano veneto il questore di Gorizia, Paolo Gropuzzo. "L'unica perplessità è legata al fatto che le fototrappole permettono di documentare il passaggio dei migranti, ma se poi questi chiedono asilo, dal punto di vista giuridico la situazione resta invariata, tanto più tenendo presente che la Slovenia si è chiusa a riccio sul tema delle riammissioni".