Dal Mar Nero al Mar Egeo, attraversando la Turchia ed in particolare l’Anatolia per 2500 km, tra paesaggi meravigliosi, incontrando deserto, montagna, verde, fango, tutto a bordo (ma mai in sella) ad una moto da fuoristrada completamente “ricostruita” in quasi un anno di lavoro per affrontare l’impresa. Questa è l’avventura incredibile vissuta da Riccardo Prada, quarantenne imprenditore di Misinto con la passione per le imprese “al limite”
Da Samsun a Izmir, attraversando tutta la Turchia
Ha appena completato la Transanatolia 2023, partenza da Samsun, arrivo a Izmir, 8 giorni di viaggio in cui ha incontrato la pioggia battente, il caldo asfissiante di giorno e il freddo di notte nel deserto. Una fatica incredibile, per un viaggio affrontato quasi tutto in piedi, perché solo così si può “tenere” una moto da fuoristrada. Ma soprattutto un’esperienza indimenticabile con emozioni irripetibili.
Riccardo Prada ha guidato una Ducati Desert X, sulla quale ha lavorato quasi un anno per la preparazione prima di partire. “L’obiettivo era arrivare fino al traguardo, alla fine sono pure salito sul podio di categoria ed è stato veramente un successo inimmaginabile” -racconta al rientro dall’avventura.
Riccardo Prada su una Ducati Desert X ha partecipato alla TransAnatolia 2023
La sua moto rientrava nella categoria B3, quelle più pesanti: oltre 250 kg di mezzo da tenere dritto sulle strade impervie dell’Anatolia. Qualche problema di troppo con le gomme, ma per il resto è andato tutto benissimo.
“Si viaggia solo con un baule dalle misure prefissate, in cui si deve mettere tutto, ma proprio tutto il necessario, sia per la moto che per sé stessi: ricambi, attrezzi, ma anche indumenti, biancheria. Ogni sera tappa al bivacco dove l’organizzazione fa trovare il proprio materiale e garantisce cena e colazione, poi si riparte. Oltre a quello fisico c’è uno sforzo mentale veramente importante, perché bisogna restare sempre molto concentrati sulle manovre da fare per evitare brutte sorprese. Diventi una macchina, ogni sensazione che percepisci è utile e necessaria a quello che stai facendo andando completamente ad annullare altre percezioni in quel momento superflue” –racconta Riccardo.
“Abbiamo attraversato escursioni termiche di 40 gradi ma non ho memoria di aver mai provato caldo o freddo, abbiamo percorso prove speciali a velocità di quasi 160 Km/h ma non ho memoria di aver mai avuto paura. Tutte queste sensazioni emergevano solo alla sera quando ero nel mio comodo materassino in tenda ed avevo spazio per pensare…”. Un’esperienza avvolgente e totalizzante, come tutte quelle vissute finora da Riccardo, che sta già pensando alla prossima.