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Valanga in Norvegia, la vittima Matteo Cazzola era un ingegnere energetico e alpinista esperto

E’ ufficiale da ieri sera il nome della vittima vicentina della valanga sul monte Kavringtinden in Norvegia, Matteo Cazzola, 35enne di Vicenza, mentre non si conosce ancora quello dei due veneti rimasti feriti: uno versa in condizioni serie ma non in pericolo di vita ricoverato in ospedale a Tromso, il centro urbano della costa a Nord dello Stato scandinavo, l’altro si è procurato ferite superficiali. Due gli illesi, mentre altri tre membri della comitativa partita da Vicenza non avevano preso parte all’escursione sulla neve, a una quota di 1.300 metri.

Si tratterebbe di un gruppo di appassionati di montagna e scialpinismo partito da Vicenza e legati al gruppo del Cai di Montecchio Maggiore. I componenti sopravvissuti al distacco della neve che li ha travolti ivenerdi mattina hanno contattato ieri sera le rispettive famiglie per rassicurare sulle proprie condizioni di salute. A causare la tragica morte del 35enne e le contusioni multiple riportate ieri dall’altro escursionista dello stesso gruppo  ferito potrebbe essere stato l’impatto sui tronchi d’albero, come si legge sulle cronache della stampa locale norvegese, sulla spinta impetuosa della valanga.

Nel distretto è stata aperta un’unità di crisi, visto che non si è trattato dell’unico evento avverso naturale nelle scorse ore nell’area della Norvegia in cui è stato diramato lo stato d’allarme per pericolo valanghe. Si registrano infatti nella stessa zona ben 4 vittime – una italiana, dunque – e una decina di persone soccorse in boschi e vette della catena montuosa intorno al Kavringtinden. Secondo le ultime notizie di aggiornamento non ci sarebbero persone disperse.

Matteo Cazzola viveva nel capoluogo berico e viaggiava molto sia per la professione sia per seguire la sua passione più profonda. Avrebbe compiuto 36 anni la prossima estate, in agosto. E’ stato infatti un genuino cultore della montagna, non solo un appassionato, come dimostrano le decine di foto sui social media che lo ritraggono in paesaggi mozzafiato quasi sempre in alta quota. Ha lasciato improvvisamente nel dolore i due genitori e la sorella, avvertiti nella prima serata di ieri della disgrazia accaduta a quasi 4 mila chilometri di distanza, durante una vacanza sulle nevi scandinave. Alcuni dei familiari sono in partenza oggi per Tromso.

Matteo lavorava alla Pietro Fiorentini Spa di Arcugnano, era un manager nel settore energetico altamente specializzato nell’impiego dell’idrogeno. Aveva girato il mondo nella sua formazione e nei primi anni di carriera professionale, dopo gli studi all’Università di  Padova laureandosi in Ingegneria. Nella sua presentazione, oltre a citare lo sconfinato amore per la montagna, dichiarava il suo interesse e l’impegno in prima persona sul tema attuale del cambiamento climatico.

Una foto dal mare mostra l’area oggetto della catastrofe naturale