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Via Rasella, il mea culpa di La Russa: “Ho sbagliato a non dire soldati nazisti”. L'Anpi non lo invita per il 25 aprile: “Si dimetta”

Sul caso di via Rasella, a cui hanno fatto seguito commenti e richieste di dimissioni, è intervenuto proprio il presidente del Senato Ignazio La Russa. «Ho sbagliato a non sottolineare che i tedeschi uccisi in via Rasella fossero soldati nazisti, ma credevo che fosse ovvio e scontato oltre che notorio. Non so poi se effettivamente è errata la notizia, più volte pubblicata e da me presa per buona, che i riservisti altoatesini inquadrati nella polizia tedesca facessero anche parte della banda militare del corpo. Fatte salve le persone che hanno commentato pretestuosamente e in prevenuta malafede, voglio invece scusarmi con chi anche in forza di resoconti imprecisi abbia comunque trovato motivi di sentirsi offeso». Aggiunge, poi: «Spiace sinceramente a seguito delle mie poche parole in risposta a una precisa domanda sulle pretestuose critiche indirizzate a Giorgia Meloni in occasione delle celebrazioni per l'eccidio delle Fosse Ardeatine - a cui ho più volte partecipato con profondo sdegno e commozione - sia nata una polemica più ampia di quella che volevo chiudere. Quel che è certo, è che proprio per evitare polemiche, mi sono volutamente astenuto nel dire che sull'azione partigiana di via Rasella molti, anche di sinistra, sono stati assai critici. Mi sono limitato a dire: non è stata una delle pagine più gloriose della Resistenza partigiana».

Tante le reazioni dopo le esternazioni del presidente del Senato. «È giusto che il presidente del Senato La Russa non sia stato invitato a parlare dal palco della manifestazione nazionale per il 25 Aprile in piazza Duomo a Milano», ha detto il presidente dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo. «Condivido la scelta di Roberto Cenati, presidente provinciale dell'Anpi di Milano, di non invitare rappresentanti delle istituzioni sul palco della manifestazione dopo le imbarazzanti dichiarazioni di La Russa - ha precisato Pagliarulo  -. Mi sembra una scelta saggia dopo una situazione così delicata e sgradevole che si è venuta a creare con le dichiarazioni del Presidente del Senato. Dovrebbe avere lui la coscienza di dimettersi da Presidente del Senato dopo le parole su via Rasella perché è palesemente inadeguato al ruolo che ricopre».

Il presidente del Pd, Stefano Bonaccini, aveva definito «vergognose e bugiarde» le parole di La Russa. «Qui non siamo più nel campo delle gaffes. Ormai La Russa ne ha inanellate una serie per cui a me pare di poter dire, con educazione, che la seconda carica dello Stato è ricoperta da chi non ne ha le caratteristiche. Se vai a fare revisionismo storico raccontando bugie soltanto perché temi di dover certificare che questa è una repubblica nata anche dalla Resistenza antifascista, e se non ci definiamo tutti antifascisti, allora dovremmo tornare a dire che il nazifascismo ha fatto anche cose buone? Ma stiamo scherzando? Siamo in una città medaglia d'oro della Resistenza». E ancora: «Se La Russa vuole, lo accompagno a Marzabotto e lo teniamo in piedi a guardare il sacrario».