Riunione a Palazzo Chigi per decidere l'assetto della governance, in attesa che l'Ue sblocchi le risorse. I manager saranno supportati da una task force di 300 membri e, se necessario, potranno sostituirsi ai soggetti attuatori dei singoli progetti. L'obiettivo è definire tutto già in manovra
Comincia a prendere forma la struttura manageriale (e politica) che si occuperà di realizzare i progetti previsti dal Recovery plan italiano dopo che arriverà il via libera alle risorse da parte dell’Ue. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, riunito a Palazzo Chigi con i capi-delegazione di maggioranza, è al lavoro per definire i contorni dell’operazione: l’ipotesi è che a coordinare i lavori ci sia il Comitato interministeriale affari europei – lo stesso che finora si è occupato di definire i contorni del piano – coadiuvato da un organo politico composto dallo stesso premier, dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli. Le redini dei singoli progetti, però, sarebbero in mano a un comitato esecutivo composto da sei manager (anche se sul numero definitivo ancora non c’è una quadra).
Il team, oltre ad essere pienamente responsabile degli obiettivi del Recovery sia dal punto di vista dei tempi che della piena realizzazione dei cantieri, sarà dotato di poteri speciali. Un modo per evitare che la burocrazia rallenti i lavori e permetta a i manager di sostituirsi ai soggetti attuatori (enti, istituzioni, imprese), laddove necessario. Il loro lavoro sarà inoltre supportato da una task force di 300 persone, mentre il ministro Enzo Amendola si occuperà dei rapporti con Bruxelles per aggiornare la Commissione sull’andamento dei lavori.
Una soluzione, quella a cui sta pensando la maggioranza, che punta a mettere d’accordo tutti: da un lato chi accusava il premier di volersi intestare la partita ed escludere i partiti dalla gestione delle risorse, dall’altro chi teme che una governance troppo larga rischi di creare rallentamenti e ritardi sulla tabella di marcia. Fonti di governo spiegano che l’intero assetto dovrà essere definito con una norma da inserire nella legge di bilancio. Per farlo, però, sarà necessario prendere una decisione definitiva e stilare l’emendamento prima dell’approvazione della manovra in commissione alla Camera.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro, svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi, interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico. La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati. Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci. Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana, fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te. Perché il nostro lavoro ha un costo. Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno. Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati. Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it. Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana. Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza Peter Gomez
